Cultura e scienze
L'incazzatura di Gino Paoli
neXtQuotidiano 25/02/2015
Il cantautore si sfoga con il Corriere dopo l’indagine per evasione fiscale
Gino Paoli sembra piuttosto arrabbiato per l’indagine per evasione fiscale che l’ha colpito e che l’ha portato, dopo smentite e conferme, a dare anche le dimissioni dalla SIAE (con solidarietà annessa di Beppe Grillo). In un’intervista al Corriere della Sera Paoli dice anche che avrebbe volentieri mandato qualcuno all’ospedale durante i concerti, in caso di battute infelici:
Se qualcuno, in queste occasioni pubbliche, mi avesse fatto qualche battuta di quelle che circolano adesso,qualche sfottò, bene io l’avrei mandato all’ospedale nonostante i miei ottant’anni e a condizione che il “battutista” non fosse un campione di Sumo».
È piuttosto minaccioso.
«Quando mi sento ferito o umiliato ingiustamente io non porgo l’altra guancia. Sono capace di scatti d’ira incredibili. Una parola storta e va a finire male. Quindi ora me ne sto a casa e cerco di parlare il meno possibile. Mia moglie blocca ogni mio contatto con i giornalisti».
L’intervistatore gli chiede anche che fine abbiano fatto i quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo:
«La voglia di cambiare ilmondo si spegne man mano che vai avanti. Scopri che non è possibile. L’umanità continua a fare e rifare le stesse fesserie. E poi quella era solo una canzone, non un messaggio. Le canzoni sono evocative per quel che la gente vi legge. Io non credo nel “messaggio”. Il messaggio va bene per i politici, per i demagoghi, per i preti… L’artista non deve dare un messaggio, deve dare un calcioin c… al pensiero».
Cosa prova in queste ore?
«Mi sento umiliato. Provoamarezza e rabbia. Non so dirlequanta. Tutta la mia vita vissutasempre con grande onestàe coerenza travolta da una intercettazione casuale che non prova nulla. E poi, quando tutto sarà chiarito, il mostro evasore da sbattere in prima pagina verrà riabilitato con una notizia breve nelle pagine interne».