Cultura e scienze
Le lettere di Elena Cattaneo sugli OGM e Presa Diretta
neXtQuotidiano 12/03/2016
La senatrice a vita pubblica sul sito dell’Università di Milano una serie di repliche a parlamentari che le hanno scritto su Presa Diretta e OGM. I nomi degli interlocutori sono coperti, ma non è mica tanto difficile indovinare con chi ce l’abbia…
Dopo la puntata di Presa Diretta sugli OGM la Senatrice Elena Cattaneo ha inviato un messaggio a tutti i parlamentari per segnalare la sua partecipazione e un dossier sulla sicurezza alimentare e ambientale. Ha ricevuto una serie di repliche critiche nei suoi confronti e ha deciso di pubblicare le risposte a queste repliche sul sito dell’università di Milano. Non si conoscono i destinatari delle email, ma leggendo le risposte si possono facilmente intuire. Diamo un’occhiata alle email. Questa è la prima:
Mi dispiace non le sia piaciuta la puntata di Presa Diretta andata in onda il 28 febbraio scorso che io (e non solo io), al contrario, ho trovato molto utile per trasmettere ai cittadini un messaggio spesso colpevolmente trascurato quando si parla di Ogm. Vale a dire che è insensato (e oscurantista) bloccare la ricerca pubblica sulle piante in campo aperto – l’unica vera ricerca nel settore vegetale – nel nostro Paese. È insensato perché si impedisce ai ricercatori di lavorare sui nostri prodotti, sulle piante che perdiamo per le condizioni di campo avverse, come abbiamo già perduto ogni seme (i nostri sono vecchi e improduttivi) grazie alla forsennata demonizzazione delle “multinazionali”, che come effetto prevedibile ci ha portato a dipendere da loro per tutto, e dalle quali gli agricoltori – è bene ribadirlo – comperano ogni seme non Ogm. .
È insensato perché, a causa del blocco della ricerca pubblica da 15 anni, abbiamo sempre meno piante “biodiverse nostre” da proporre, poiché molte sono ormai estinte o prossime all’estinzione (San Marzano, riso carnaroli, etc). Mi dispiace perché il fatto che la trasmissione non le sia piaciuta potrebbe voler dire che lei asseconda l’oscurantismo di chi ha, quindi, messo letteralmente al rogo (è successo all’Università della Tuscia) la ricerca pagata con soldi pubblici e che non trovi spaventoso un simile spreco di intelligenze, capacità e risorse, le cui scoperte ora sono utilizzate da altre nazioni. Forse, tra non molto tempo, quelle nostre innovazioni, le pagheremo a caro prezzo (coprendoci di ridicolo) per poterle reimportare.
E poi:
Lei mi scrive che la sua azione politica è centrata a proteggere la biodiversità. Sono con lei. Perché la mia azione è volta proprio a preservare e recuperare biodiversità attraverso la ricerca pubblica in campo aperto, per salvare le nostre piante tipiche e “biodiverse” che alle nostre latitudini sono sempre più attaccate da ogni parassita. Ma come si fa? Con 40 spargimenti di pesticidi sui meli in una sola stagione? Tenendo le mele in laboratorio? Producendo 4 mele biologiche super-costose per super-ricchi convinti che mangiandole vivranno 2 mesi in più?
Soprattutto, leggo anche con piacere che condividiamo l’abitudine di studiare. Mi chiedo, allora, quali sono i frutti dei suoi studi? Quali i dati scientifici a sua disposizione che siano riportati in pubblicazioni validate a livello internazionale, sottoscritti da migliaia di scienziati e ricercatori internazionali, sono in grado di affermare che, ad esempio, il mais Ogm (perché si fa così, si studia e ci si esprime un Ogm alla volta) o un esperimento di ricerca pubblica per salvare il riso carnaroli (che non c’è quasi più), compromettono la biodiversità in Italia?
Nella risposta si nota anche una certa ironia, come quando l’interlocutore le racconta di una certa “contaminazione” e lei replica nel merito:
Possiamo ora subito cercarle quelle prove e trovare un punto chiarificatore per il quale lei avrà il mio pieno sostegno: mi scrive cioè di avere “ascoltato di recente a Roma, a un bellissimo seminario, i dati dei controlli compiuti in Friuli, sulla contaminazione mi perdoni ma spero che al bellissimo seminario non sia stata usata la parola “contaminazione” perché si chiama “commistione” causata dalle semine di un agricoltore, il Sig. Fidenato”. Sono quindi certa che tra gli incartamenti da lei studiati vi siano anche questi dati, che certificano la “contaminazione” da lui prodotta. Le chiedo di mandarmeli il prima possibile, anche oggi, in quanto non può non averli a sua immediata disposizione perché riguardano il punto cruciale della sua posizione di studiosa e politica sul tema. Le chiedo anche di precisare se si riferiscono al campo di Vivaro o a quello di Mereto di Tomba, in modo che io possa controllare planimetrie e mappe catastali dei luoghi. È un punto nodale. Può anche mandarmi quelli dell’altro agricoltore, il Sig. Dalla Libera, che anche lui ha piantato mais Ogm.
Ma la parte più interessante (ma non sorprendente) è quella in cui la senatrice a vita fa notare che alle tante professioni di fede dei parlamentari (chissà di che partiti…) che le scrivono nessuno fa seguito portando dati, ricerche e prove che rendano credibili le affermazioni:
Per ultimo, non mi sfugge la facile prassi, tutta di una certa area del Parlamento, di accusare – come fa lei nella sua lettera – chi porta dati di “possedere la verità”, invece che cimentarsi per confutare quei dati. Vedo in alcuni esponenti del Parlamento “l’insofferenza” per “l’arroganza dei dati”. L’argomento è ricorrente su molte tematiche. Ed è per questo che ho semplicemente approfondito e raccolto quanto studiato nel dossier che ho messo a disposizione di tutto il Parlamento, e che potrà scaricare nuovamente qui, affinché possa anche da lei essere confutato, ma non con parole al vento. La invito pertanto a fare altrettanto e, solo dopo aver letto quelle 1500 pagine, a segnalare eventuali problematiche o dubbi al riguardo scrivendo direttamente agli autori. Mi metta in copia così avrò modo di apprendere ulteriormente.
Nella seconda mail, ovviamente, le “prove” della “contaminazione” non sono arrivate. Ma la più divertente è senza dubbio quella dell’8 marzo, in cui la Cattaneo risponde a senatori, senatrici e deputati. E parla anche del caso Infascelli, il ricercatore beccato a falsificare una ricerca sugli OGM che era stato invitato a illustrare i suoi risultati in un convegno organizzato dalla senatrice del MoVimento 5 Stelle Elena Fattori in Parlamento:
In merito ad alcuni punti che mi sono stati sottoposti:
1. A questo link potete scaricare il dossier che ho studiato e collezionato per il Parlamento. È la sintesidi oltre 10mila pagine analizzate negli ultimi due anni. Potete confutarlo scrivendo direttamente agliautori e contestando le loro dimostrazioni. In tale occasione, se vorrete mettermi in copia aggiungerò cultura alle mie informazioni. Ovviamente, potete anche scrivere alle accademie e società scientifiche(vedasi i loro consensus document che rappresentano decine di migliaia di studiosi), fornendo le vostreverità con l’unica accortezza di aggiungere le prove a sostegno. Perché eventuali critiche o replichedevono avere, naturalmente, la stessa autorevolezza.
Nel dossier che ho preparato mi sono attenutastrettamente a questo principio, selezionando solo le ricerche condotte da scienziati internazionalmente riconosciuti, svincolati da interessi di parte, provenienti da centri di ricerca pubblicie pubblicati su riviste ad alto impatto, i cui dati sono confermati per via indipendente da altri studiosi.Lo stesso dicasi, ovviamente, per i consensus document delle più alte istituzioni scientifiche mondiali.Mi sono astenuta dall’inserire, invece, lavori scadenti che pure sostenevano la non nocività degli Ogmper la salute umana e ambientale. Motivi per cui non potranno essere prese in considerazione replicheche non rispettino questi parametri internazionali condivisi dalla comunità scientifica.
Aggiungo che si tratta di un processo dinamico: come ho già fatto nel caso di uno studioso di Napoli invitato da alcuni di voi per una audizione in Senato – partendo dalla quale e studiando le “stranezze” metodologiche delle affermazioni scientifiche somministrate ai senatori presenti ho poi scoperto che i dati raccontati erano manipolati (fatto confermato e punito dalla Università di appartenenza) – analizzo con la stessa profondità lavori favorevoli alla tecnologia degli Ogm, ben sapendo che errori ed approssimazioni vanno perseguiti indipendentemente dalla “appartenenza”. Per questo lavoro continuativo non lancio nessuna “campagna di raccolta dati” a sostegno di una tesi pre-determinata. Al contrario. Ho raccolto personalmente e studiato i dati per oltre un anno e poi proposto la tesi che essi sostengono. I miei dossier sono conseguenza di lavoro di studio mio e del personale del mio ufficio.
Ma la parte più divertente è sicuramente la risposta alla deputata che aveva promesso di essere “il suo incubo”: