L’asse Di Maio-Salvini per il governo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-04-12

I passi avanti nell’intesa tra Lega e MoVimento 5 Stelle. L’attesa per le regionali in Friuli e in Molise. Il Giornale che accusa Salvini di vendersi a Grillo. Il pre-mandato esplorativo di Mattarella. Tutte le tattiche di avvicinamento tra Carroccio e grillini verso Palazzo Chigi

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Telefonate, accordi e comitati scientifici. Nel giorno delle nuove consultazioni al Quirinale l’asse tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per il governo si fortifica al punto che anche un quotidiano come Il Fatto comincia a dare per vicino un esecutivo a trazione Lega – MoVimento 5 Stelle. Anche se rimangono i veti (del M5S) su Berlusconi e le pregiudiziali (di Forza Italia) sull’accordo di governo e anche se non è ancora chiaro come verrà sciolto il nodo del presidente del Consiglio.

L’asse Di Maio-Salvini per il governo

Ieri è arrivato prima un virulento attacco di Alessandro Di Battista a Silvio Berlusconi (“Come può un uomo come Berlusconi dettare ancora legge? Che armi ha in mano per far tutto ciò oltre alle televisioni? Come può Salvini parlare di legalità e andare a braccetto con un uomo dalla “naturale capacità a delinquere” (parole del Tribunale di Milano) come Berlusconi? Di cosa hanno paura certi leghisti? Di qualche dossier in mano al “Tinto bass” di Arcore o della fine di qualche possibile finanziamento?”) che ha scatenato la replica di Forza Italia.

governo di maio-salvini

Poi il M5S e la Lega hanno diffuso un comunicato congiunto, cosa che non era mai successa prima, per far sapere della cordiale telefonata tra Di Maio e Salvini che ha portato il leghista Nicola Molteni alla presidenza della Commissione Speciale, frustrando così le ambizioni del Partito Democratico che aveva rivendicato quella poltrona per sé chiedendo ai grillini di dimostrare così la loro volontà di arrivare a un accordo. Infine, Luigi Di Maio aveva fatto sapere che oggi nominerà un non meglio precisato Comitato Scientifico presieduto dal professor Giacinto Della Caranea che dovrebbe, nelle intenzioni dei grillini trovare punti in comune e punti di armonizzazione tra i programmi di Lega, M5S e PD.

Niente urne, siamo italiani

Ufficialmente, tutti aspettano i responsi delle urne in Molise e Friuli per dare l’accelerata decisiva alla formazione dell’esecutivo. Salvini pronostica addirittura una doppia vittoria del centrodestra nelle due regioni, anche se i sondaggi danno favoritissimo il grillino Andrea Greco nella regione centrale. Più probabile che finisca in pareggio e con il governo Lega-M5S ancora più legittimato dal voto degli italiani nelle due regioni. O almeno è molto probabile che così lo racconteranno.

elettori m5s governo lega
Il sondaggio di Ilvo Diamanti su Repubblica (8 aprile 2018)

Le elezioni politiche anticipate invece si allontanano. E, spiega oggi Luca De Carolis sul Fatto, Salvini dietro le quinte esorta Berlusconi a farsi da parte (garantendo ampie garanzie per Mediaset). E come strumento di pressione può citare i tanti forzisti che bussano alla sua porta. Nel contempo però il capo del Carroccio insiste perché il premier dell’eventuale governo con il M5S non sia Di Maio. Ma dal M5S non ci sentono: “A Palazzo Chigi deve andare Luigi. Salvini alla fine potrà accettare in cambio di ministri di peso”. Piuttosto, “il problema è che la Lega vuole aspettare le Regionali per muoversi”.

Il centrodestra unito (?) al Colle

Oggi il centrodestra si presenterà ufficialmente unito al Colle per le consultazioni, ma Salvini, Berlusconi e Meloni sembrano ancora divisi sulla linea da prendere. La recrudescenza della Siria e la promessa di intervento da parte di Trump spinge il Quirinale a farsi promotore di una soluzione di governo in tempi brevi. Ma la Lega da questo orecchio non ci sente perché nella sua ottica sono più importanti le elezioni regionali in Friuli che l’intervento americano e la furia russa. L’idea della Lega, spiega il Corriere, è «di scollinare le Regionali».Prendere tempo. Tra i salviniani la convinzione è che in Friuli-Venezia Giulia la vittoria del loro candidato, Massimiliano Fedriga, sarà nettissima. Mentre quella dei 5 Stelle in Molise potrebbe essere meno nitida.

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Fonte: Il Sole 24 Ore del 06/03/2018

Francesco Verderami però fa sapere che le cose potrebbero ancora cambiare in extremis. Potrebbe succedere se il Partito Democratico decidesse di aprire i giochi e decidere di appoggiare una parte oppure l’altra. Più probabilmente il MoVimento 5 Stelle, visto che qualcosa si muove intorno a Franceschini & Co: “Renzi ha solo un problema di timing: se lo sbagliasse sarebbe un disastro, altrimenti spariglierebbe gli schemi e si riaprirebbe tutto. Non era forse il renziano Giacomelli a dire giorni fa che «a me Giorgetti premier andrebbe benissimo»?”.

Il pre-mandato esplorativo

E c’è anche l’ipotesi di un pre-mandato esplorativo che potrebbe finire in capo alla seconda carica dello Stato, Elisabetta Alberti Casellati non a caso arrivata a Palazzo Madama con i voti dei grillini oltre che con quelli del centrodestra. Il Giornale però non ha tanta fantasia e invece va all’attacco dell’asse Di Maio – Salvini accusando il leader della Lega di volersi “vendere a Grillo”, come nei momenti di maggiore nervosismo interno al centrodestra. E in tutto ciò non si capisce quale sia la posizione di Fratelli d’Italia, che dopo le botte elettorali e i sondaggi che danno i suoi voti in transito verso il vincitore Salvini, attacca i grillini ma non sembra avere l’intenzione di porre veti al Capitano, forse ingolosita dalla possibilità di far parte alla fine del governo di Neanderthal che scaturirebbe dalla formazione di un esecutivo a trazione Salvini-Meloni-Di Maio.

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Di certo c’è che Giorgia Meloni non viene mai nominata dai grillini che vanno all’attacco di Berlusconi e quindi l’ironia fortissima della sorte che vedrebbe Fratelli d’Italia fare un’opposizione durissima alla Raggi in Campidoglio e, contemporaneamente, finirci al governo insieme a Palazzo Chigi comincia a concretizzarsi. Così come sarà divertente vedere tutti quegli attivisti o collaboratori parlamentari grillini che avevano professato la loro lontananza dalla Lega nelle settimane scorse convertirsi alle necessità della realpolitik. Come ha già cominciato a fare qualche parlamentare.

Leggi sull’argomento: Quando Salvini indagava su scie chimiche e Morgellons

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