La risposta di Saviano all'accusa di plagio per ZeroZeroZero

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-09-25

Lo scrittore su Repubblica si difende dalle accuse del Daily Beast. «Quando non si può dire che ciò che racconto è falso, si dice che l’ho ripreso altrove. Ma il mio lavoro è esattamente questo: raccontare ciò che è accaduto, nel mio stile, nella mia interpretazione. E a voi tutto questo non sembra l’ennesimo, furbo (ma poi nemmeno tanto) modo per delegittimarmi?». Mica tanto

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Ieri un articolo per il Daily Beast di Michael Moynihan ha analizzato alcune parti di Zero Zero Zero di Roberto Saviano, accusandolo più o meno tra le righe di plagio. La stessa cosa successa all’epoca di Gomorra, quando Saviano fu condannato in Corte d’Appello per articoli usciti sul Corriere di Caserta e sulle cronache di Napoli. Oggi Saviano risponde a pagina 60-61 di Repubblica all’accusa.
 

La risposta di Saviano all’accusa di plagio per Zero Zero Zero

L’incipit della risposta dello scrittore è molto simile a quello descritto ieri qui per Gomorra:

“ACCADE sempre così, prima con Gomorra e ora accade con ZeroZeroZero: quando un libro ha molto successo, quando supera il muro dell’indifferenza, quando le storie che veicola iniziano a creare dibattito, è quello il momento giusto per fermare il racconto. Per bloccarlo. E come sempre il miglior metodo è gettare discredito sul suo autore. Come se fosse possibile smontare davvero un libro di oltre 400 pagine con un articolo di qualche migliaio di battute.

All’estero però facevano infatti notare per Gomorra che tra le risposte date da Saviano ce n’è una, quella in cui dice “è una manovra della camorra per gettare fango su di me e screditarmi”, che rivelava una malcelata tendenza al vittimismo. Anche qui l’autore esordisce dicendo che il problema è un altro: «Ma forse questo è lo scopo di una recensione a ZeroZeroZero uscita sul Daily Beast, che non si è accontentata di essere una stroncatura (è normale, no?, che unlibro ne riceva),ma che vorrebbe essere altro. Che cosa,esattamente, lo lascia intendere l’autore, che si sofferma forse un po’ troppo sulla mia figura, sul fatto di essere ormai percepito come un personaggio politico e non solo come uno scrittore. Non è evidente, allora, che i miei libri, tutti, finiscano per scontare questa paternità troppo ingombrante?». Ora però bisognerebbe anche far notare che mentre Gomorra in effetti ha scatenato un dibattito importante, per quanto riguarda ZeroZeroZero, baciato da un successo di certo molto inferiore all’altra opera, tutto questo fervore non si è visto. E quindi la prima, complottistica, risposta che dà Saviano all’«attacco» (o forse sarebbe meglio dire: critica argomentata) del Daily Beast somiglia molto a quella di uno che non ha capito la domanda.
zerozerozero saviano daily beast plagio
Poi Saviano si addentra nel merito della questione:

Così, quando non si può dire che ciò che racconto è falso, si dice che l’ho ripreso altrove. Ma il mio lavoro è esattamente questo: raccontare ciò che è accaduto, nel mio stile, nella mia interpretazione. Mi accusano di aver ripreso parole altrui:come se si potesse copiare la descrizione di un documentario. Se la protagonista è donna, è madre, ha 19 anni, si chiama “LittleOne”e ha un numero tatuato in faccia, non so quanti modi ci possano essere per raccontarlo.
Di più. Per rendere i brani simili, il mio critico taglia il testo che avrei preso a riferimento, come fa per esempio nel casodi un passaggio del Los Angeles Times. Scrive il giornale americano, secondo il Daily Beast: «… there are 15,000 gang members in El Salvador; 14,000 in Guatemala; 35,000 in Honduras; and 5,000 in Mexico. The biggest population of gang members still resides in the U.S., with an estimated 70,000 living there…». E questo sarebbe il brano che io avrei ripreso in ZeroZeroZero: «…about 15,000 members in El Salvador, 14,000 in Guatemala, 35,000 in Honduras, 5,000 in Mexico.The highest concentration is in the United States, with 70,000 members». E certo che i due passaggi si somigliano. E sapete perché? Perché
per fare il suo gioco il Daily Beast ha omesso dall’articolo del Los Angeles Times un passaggio significativo. «Speaking at the Mexico City premiere of La vida Loca last month, Poveda said officials estimate there are 15,000 gangmembers in El Salvador; 14,000 in Guatemala; 35,000 in Honduras; and5,000 in Mexico. The biggest population of gang members still resides in the U.S., with an estimated 70,000 living there, he said».La frase completa spiega insomma che quei numeri li ha dati Poveda stesso alla premiere messicana del film nel 2009. Ed è difficile dare questa informazione in maniera diversa, soprattutto se è Poveda stesso ad averne parlato.

Saviano omette di dire, al contrario del Daily Beast, che quell’intervista è stata data da Poveda all’autrice dell’articolo del L.A. Times. E “l’omissione” del Daily Beast che Saviano crede di sbugiardare dimostra un’altra cosa: la sua attitudine a celare le fonti (in Zero Zero Zero non ci sono note a margine). Il lettore è così portato a credere che tutto sia opera del lavoro investigativo sul campo di Saviano. Vi ricordate la storiella del “sono andato in incognito in mezzo ai Narcos” raccontata da Roberto per il lancio del libro? Ecco, qui sembra che sia invece andato in incognito su Google. Come abbiamo già visto ieri, però, l’accusa del Daily Beast è leggermente diversa.  A tutte queste obiezioni Saviano ha risposto nello stesso modo: lavorando sulle stesse fonti è naturale che i racconti siano gli stessi. Il punto è che gli autori dei pezzi “originali” citano le loro fonti, Saviano invece non lo fa, le tiene nascoste, segrete. Ad esempio perché quando racconta l’assassinio di Bladimir Antuna García, giornalista ucciso dai narcos, non cita che il racconto viene direttamente dal rapporto investigativo del Committee to Protect Journalists? Non c’è nulla di male nel farlo, certo il lavoro giornalistico forse sarà meno “originale” ma se serve a raccontare una storia e lo fa in modo onesto, perché non farlo? Saviano infine torna a parlare del processo italiano sul tema, segnalando anche fattori di una certa importanza: «Per inciso: la sentenza di terzo grado ha sancito definitivamente il carattere autonomo e originale di Gomorra, come aveva stabilito la sentenza di primo grado,rimandando al Tribunale circa la quantificazione del danno». E spiega che l’attacco di quei giornali è arrivato dopo che lui li aveva accusati di celebrare, e quindi in un certo modo fiancheggiare, la camorra.

Si può processare un genere letterario?

Il centro dell’argomentazione però è questo:

Ma si può fare un processo a un genere letterario? Il metodo è la cronaca, il fine è la letteratura. Il lettore legge un romanzo in cui tutto ciò che incontra è accaduto. Si chiama non-fiction novel: ed è, credo, l’unico modo davvero efficace per portare all’attenzione di un pubblico più vasto, e in genere poco interessato, questioni difficili da comprendere. Perché inun libro che non è un saggio, ma appunto un romanzo non-fiction, non si devono riportare tutti coloro che ne hanno scritto: soprattutto quando le fonti sono aperte, come nel caso citato di un documento dell’Fbi, quindi fonti comuni, o come i documenti governativi sulle organizzazioni criminali in Guatemala, nel caso dei kaibiles — tutti esempi su cui si è esercitato il mio critico americano.
Se, per ipotesi, descrivessi il crollo delle Torri gemelle,come faccio a citare tutti coloro che ne hanno fatto in quel giorno la cronaca? Allo stesso modo, siccome descriverò il crollo delle Torri gemelle, utilizzerò parole simili perché le fonti sono identiche e soprattutto perché la fonte comune è la realtà: l’attacco terroristico è avvenuto, è una notizia, e non ci sono molti modi per raccontare una notizia. Le interpretazioni, quelle sì, possono essere infinite, e a quelle va attribuita paternità: sempre.[…]
Insomma: prima mi si accusa di riportare notizie che esistono,ma prese da altri. Poi di aver inventato, perché ciò che scrivo è troppo perfetto.E a voi tutto questo non sembra l’ennesimo, furbo (ma poi nemmeno tanto) modo per delegittimarmi?

E qui sta forse il punto centrale dell’argomentazione: non solo sul tema centrale della discussione (plagio o no?) ma anche su quello più battuto da Saviano. Mentre gli editori dei giornali napoletani potevano essere accusati di un secondo fine nel giudizio nei confronti dello scrittore, nei confronti del Daily Beast tutta questo tentativo di delegittimazione non sembra rilevare. A meno di pensare che anche il Daily Beast sia fiancheggiatore della camorra. Il giornale ha criticato Saviano argomentando, la risposta dello scrittore è sempre la stessa: vogliono delegittimarmi. E allora, come si può discutere di Saviano senza dare a lui l’impressione che qualcuno stia complottando? Sarà possibile?

Leggi sull’argomento: ZeroZeroZero: un’altra accusa di plagio per Saviano

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