Celiachia immaginaria: l'inutile fobia del glutine

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-09-04

Uno studio australiano rivela che la maggioranza delle persone che segue una dieta gluten-free non ne ha bisogno perché non è affetta da celiachia e spiega che chi segue senza necessità una dieta senza glutine si espone a rischi inutili

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Secondo l’ISS in Italia i malati di celiachia sarebbero circa 600 mila, controi quasi 183.000 diagnosticati. Si tratta complessivamente di circa l’1% della popolazione italiana. Ai malati di celiachia, una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, il Servizio Sanitario Nazionale eroga gratuitamente (entro un tetto massimo di spesa mensile) alimenti senza glutine. Ma negli ultimi anni molte persone sane hanno deciso di optare per una dieta gluten-free nella convinzione che sia un modo più sano di alimentarsi. Non è così.

Il problema dei “celiaci” per moda

Nel nostro Paese però ci sono quasi 6 milioni di persone che sono celiache “per moda”. Si tratta di persone perfettamente sane che hanno deciso di eliminare il glutine dalla propria dieta perché la dieta gluten-free è una delle mode del momento. Una scelta inutile, perché nei soggetti che non hanno sviluppato l’intolleranza al glutine seguire un regime alimentare gluten-free è assolutamente inutile. Ma che – hanno già denunciato in più occasioni le associazioni dei malati – danneggia i veri celiaci. Perché la corsa ai prodotti senza glutine da una parte ha incentivato i produttori a rendere disponibili più alimenti ma dall’altra fa aumentare i prezzi.

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E se coloro per che seguono una moda alimentare la cosa può essere un problema relativo per i celiaci – che hanno un effettivo bisogno di alimenti senza glutine – rappresenta un problema serio. In Italia si spendono 320 milioni di euro all’anno in prodotti senza glutine, ma di questi solo 215 derivano dagli alimenti erogati per la terapia dei pazienti celiaci. I circa 6 milioni gli italiani celiaci ‘per moda’- rende noto l’Associazione italiana celiachia (AIC) sprecano quindi ogni anno oltre 100 milioni di euro.

Solo una piccola percentuale della popolazione è affetta da celiachia

La paura del glutine che sembra aver colpito molti italiani è quindi quasi sempre immotivata. I dati parlano chiaro e ora a sostegno della tesi per cui per molte persone la dieta senza glutine non è necessaria arriva uno studio australiano pubblicato sul Medical Journal of Australia. Secondo i ricercatori dell’Università di Newcastle, il glutine fa scattare problemi di salute in appena un sesto degli adulti che accusano intolleranza alla proteina. Secondo Marjorie Walker e Michael Porter della Scuola di patologia anatomica dell’ateneo «Risulta che solo una piccola proporzione sia veramente suscettibile al glutine o al frumento. Molti si sottopongono senza necessità a una costosa dieta gluten-free». Ci sono persone che dichiarano di soffrire di disturbi “derivanti dal glutine” senza essere effettivamente soffrire di celiachia.

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I ricercatori stimano che in Australia ogni caso di celiachia diagnosticato ci siano almeno sette persone che lamentano gli stessi sintomi senza esserne realmente affetti. Questo perché soffrono di una forma di sensibilità al glutine non celiaca (Non-coeliac gluten or wheat sensitivity) che però non è la celiachia. Allo stesso modo l’allergia al Frumento non si cura con un’alimentazione senza glutine. Lo studio ricorda che – al di là del costo – una dieta gluten-free non necessaria espone la persona a carenza di oligoelementi e di vitamine. Secondo la ricerca, tale dieta può anche aggravare i rischi di attacchi cardiaci o ictus, di ipertensione, di alti livelli di colesterolo di sovrappeso, perché le alternative senza glutine hanno alti contenuti di carboidrati. Evitare il glutine interferisce inoltre con importanti batteri intestinali e aumenta l’esposizione alle tossine. Un recente studio lo ha anche collegato ad alti livelli di arsenico nelle urine. Le persone che accusano problemi legati al glutine sono in misura predominante donne e relativamente giovani. Molte sono in cerca di facili soluzioni piuttosto che seguire tradizionali consigli di salute come evitare cibo confezionato, sostengono gli studiosi. Il consiglio rimane quello di non affidarsi al “fai da te” o alle autodiagnosi e intraprendere una dieta senza glutine solo in seguito ad una visita medica.
 

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