Il «fisico bestiale» di Matteo Tutino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-22

Il chirurgo plastico «che ha sfigurato la sinistra» raccontato dal Giornale

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Il Giornale dedica oggi la cover story a Matteo Tutino, il chirurgo plastico sotto inchiesta in Sicilia la cui telefonata con Rosario Crocetta riguardo Lucia Borsellino ha messo nei guai la giunta del governatore in Regione. La foto che il quotidiano di Sallusti pubblica è questa:
matteo tutino
Nel pezzo di Giuseppe Antonio Falci Tutini viene chiamato “Il chirurgo plastico che ha sfigurato la sinistra”, e raccontato così:

Invasivo e vantone, insomma. Nel suo curriculum Tutino così si presentava: «Ho la capacità nel gestire emozioni e i comportamenti nei pazienti difficili». Laureatosi a Palermo a pieni di voti, Tutino inizia a girare il mondo e a collezionare studi e titoli. Dagli Stati Uniti al Messico, passando per la Repubblica Ceca, il salottiero Tutino si distingue sempre, o almeno così si legge nel curriculum, per «specializzazioni in chirurgia plastica» in cui si classifica «primo in graduatoria». È un vanesio questo Tutino da Palermo che nel 2006 approda all’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Raccontano che negli anni del governo di Raffaele Lombardo un noto esponente del Nazareno, oggi vicinissimo a Crocetta, lo abbia introdotto nella war room di Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione. Lombardo, però, diffida del Tutino perché, confidano le fonti al Giornale, «non ebbe buone referenze». Ma se Lombardo lo rifiuta, Crocetta lo accudisce e ne diviene amico. Anzi, un amico di cui fidarsi al punto da farlo diventare l’eminenza grigia della Sanità in Sicilia, colui – ed è scritto nelle carte degli inquirenti di Palermo–che gli fornisce «il papello» con i nomi dei direttori generali che formalmente avrebbe dovuto proporre Lucia Borsellino.

Tutino decide, Crocetta esegue:

«Brugaletta va a Messina e Giovanni a Trapanio ancora meglio al Civico perché averlo al Civico significa averlo anche nel Policlinico», è il monito del mago del body jet. Si vantava anche con i conoscenti, si legge sempre nell’ordinanza della Procura di Palermo, della sua amicizia con il governatore Crocetta. Un’amicizia nata nel segno della «rivoluzione» per il tramite di Antonio Ingroia, il pm della trattativa fra Stato e mafia che ha provato con la politica ma si è dovuto rifugiare, per salvare la faccia, in una società partecipata siciliana. «Tutino mi era stato presentato dai colleghi magistrati Lia Sava e Antonio Ingroia e in loro presenza si era più volte incontrato», dichiara il pm Dario Scaletta. È Ingroia insomma il responsabile di un sodalizio, quello fra Crocetta e Tutino, da cui passano tutte le decisioni della presidenza della Regione. Nel suo studio, a via Sammartino, a sera sfilavano gli amici vip che il chirurgo riceveva quando gli altri pazienti erano ormai andati via. Perfino Totò Cuffaro, governatore di Sicilia dal 2001 al 2008, oggi detenuto a Rebibbia per una condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, si fece convincere a un intervento con il metodo del sondino per provare a perdere i chili di troppo. Salottiero quel tanto che basta in una città foriera di cene e di incontri come Palermo, il chirurgo plastico Tutino tesse le fila del potere crocettiano più di un qualunque assessore o consulente del governatore. Distogliendo dunque Crocetta dalla realtà siciliana e avviandolo su un binario morto. La fine della«rivoluzione».

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