Il business della fede a Medjugorje

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-06-10

Papa Francesco ha detto che Medjugorje non è una cosa seria, Paolo Brosio racconta dei milioni di pellegrini guariti che hanno ritrovato la fede ma nessuno parla del giro d’affari milionario attorno al santuario della Madonna

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Ieri Papa Francesco ha deciso che era venuto il momento di trollare i fedeli e i pellegrini che si recano in in pellegrinaggio a Medjugorje. Nell’omelia a Santa Marta, dopo essere tornato dalla visita pastorale a Sarajevo, il Papa ha criticato in modo ironico una certa modalità di intendere la fede fatta di apparizioni programmate ad orari ben precisi.

Uno dei tanti volantini che pubblicizzano le apparizioni programmate della Madonna a Medjugorje (fonte: http://www.rudybandiera.com/madonna-medjugorje-veggenti-1213.html)
Uno dei tanti volantini che pubblicizzano le apparizioni programmate della Madonna a Medjugorje (fonte: http://www.rudybandiera.com/madonna-medjugorje-veggenti-1213.html)

Il Papa non nomina mai Medjugorje, ma è evidente che quando si chiede Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? sta facendo riferimento proprio ai veggenti che in quel luogo “santo” sostengono di poter vedere la Madonna e parlarci assieme. per la gioia di tutti i pellegrini che se ne tornano a casa convinti di aver vissuto un’esperienza che li arricchisce nella fede. Fino ad ora però la Chiesa non si era mai espressa in modo chiaro preferendo un comodo pacato scetticismo riguardo quanto accade all’interno del santuario mariano in Bosnia. L’uscita del Papa non è certo inaspettata, sull’aero che lo riportava a Roma da Sarajevo il Santo Padre aveva avuto modo di ricordare brevemente la vicenda:

Sul problema di Medjugorje Papa Benedetto XVI, a suo tempo, aveva fatto una commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini; c’erano anche altri cardinali, teologi e specialisti lì. Hanno fatto lo studio e il cardinale Ruini è venuto da me e mi ha consegnato lo studio, dopo tanti anni, non so, 3-4 anni più o meno. Hanno fatto un bel lavoro, un bel lavoro. Il cardinale Mueller mi ha detto che avrebbe fatto una ‘feria quarta'”, ossia un’apposita riunione, in questi tempi.

Probabilmente qualcuno sperava che questo significasse un’apertura della Chiesa nei confronti dei veggenti di Medjugorje ma a quanto pare il Pontefice ha un’idea diversa a proposito e ha voluto fare una precisazione durante l’omelia a Santa Marta. Ma al di là della vicenda legata a Medjugorje Papa Francesco ha detto una cosa ancora più rivoluzionaria ovvero che la fede non ha bisogno di “aiutini” e di idoli (ops, ma è quasi quello che diceva Lutero).

LA LETTERA DI PAOLO BROSIO AL SUO AMICO PAPA
L’uscita del Papa ha spezzato il cuore al fedele numero uno di Medjugorje ovvero Paolo Brosio. Il povero Paolo, probabilmente ancora provato dalla finta telefonata papale ricevuta qualche tempo fa non ha retto il colpo e ha scritto un’accorata lettera aperta al Pontefice per tentare di spiegargli come vanno le cose laggiù in Bosnia, dove laggente rinasce nella fede e la Madonna saluta sempre. La lettera è davvero lunghissima (alla fine non appare la Madonna) e Brosio è talmente in confidenza con il Papa da dargli del “tu”. Per chi volesse leggere la versione integrale può andare sulla pagina Facebook di Brosio. Si inizia con un particolare importante della vita del santo-giornalista, la conversione:

LA CONVERSIONE – Per quello che mi riguarda, quel luogo sperduto della Bosnia Erzegovina, stretto fra la collina e la montagna, fra sassi, rovi, spine e terra rossa ha significato prima di tutto una confessione liberatoria dopo quasi 40 anni. Poi, il desiderio improvviso ed irrinunciabile della Santa Messa ed infine la scoperta di tre tesori spirituali fondamentali per una vita di Fede: preghiera del Santo Rosario, Adorazione Eucaristica e meditazione quotidiana della Parola di Dio.
Tutto questo all’età di 53 anni, dopo 37 anni e 7 mesi di vita passata assolutamente lontano da Dio e dalla Chiesa, in un mondo dove la mondanità, lo sport, le donne e la trasgressione, il successo nel lavoro e gli ascolti televisivi erano i miei idoli, i miei vitelli d’oro. A Medjugorje ho scoperto semplicità, stile più sobrio di vita e, grazie al dolore che mi ha avvicinato a Dio per vicende complicate e tribolate della mia vita, anche un pochino più di umiltà, una parola talmente grossa per me che faccio fatica a vederla anche con il cannocchiale. Però, il miracolo della conversione è avvenuto grazie anche, come ho avuto la possibilità di dirti a Roma in Vaticano, alle preghiere della mia cara mamma Anna che ha compiuto 94 anni appena due giorni prima del nostro incontro.

Chi va a Medjugorje, prosegue San Brosio, torna sempre un po’ cambiato (un po’ come quelli che tornano dall’Erasmus a Berlino). Brosio ha visto “con i suoi occhi” gente “gente guarire da tumori, cecità e infermità gravissime come la SLA e la sclerosi multipla nell’ora dell’apparizione o durante la Santa Messa o durante l’Adorazione senza che ci fosse un veggente vicino. Ho visto anche malati guarire nel corso dell’apparizione con il veggente presente“. Qualcuno però, secondo Brosio, ha detto una bugia al Papa, ahia.

I PERICOLI PER LA CHIESA -Tu hai ragione a lanciare l’allarme: non siate curiosi per il futuro, non aspettate a credere dopo aver letto il messaggio. Non si può vivere solo di questo. E’ vero, questa non è identità cristiana ma se qualcuno ti ha detto queste cose riguardo a Medjugorje, ti ha mentito, ti ha detto una bugia per gettare discredito su un luogo di culto dove al primo posto ci sono confessione e Santa Messa, Rosario e digiuno. Al centro delle catechesi dei francescani c’è la Parola di Dio, la Preghiera del Cuore che ho imparato a meditare con il Messalino ed un piccolo Vangelo che, come dici sempre tu, non deve mai mancare nello zainetto dei pellegrinaggio e nelle nostre tasche quando siamo in città.

Il problema per Brosio è la mancanza di strutture adeguate a fornire conforto ai fedeli (i pochi frati francescani hanno a disposizione solo una quarantina di cabine per confessarsi). I pellegrini “placcano” i sacerdoti (manco fossimo a Woodstock). Insomma per Brosio il problema non sono i veggenti e le telefonate alla Madonna ma la mancanza di guide spirituali. A Medjugorje la gente guarisce e si converte nel più totale disinteresse da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Ma come fa la Chiesa a non rendersi conto del potenziale di un luogo che è riuscito a redimere, tra gli altri, anche Claudia Koll e per qualche istante anche Sara Tommasi? Ma è nel finale che Brosio dà il meglio di sé parlando anche per la Madonna (che sia un veggente anche lui?):

FIDUCIA – Medjugorje e la Madonna hanno bisogno di un attestato di fiducia da parte della Chiesa di cui la Madonna è Madre come ha voluto suo Figlio.
Non c’è bisogno di dimostrare che esista il sovrannaturale, sarebbe solo una probatio diabolica. Per il popolo di Dio sarebbe sufficiente dire che è “Luogo di culto e di preghiera riconosciuto da Papa Francesco e quindi da tutta la Santa Chiesa.

Paolo Brosio nel suo santuario tra crocefissi, Madonne e Telegatti (fonte: Facebook.com)
Paolo Brosio nel suo santuario tra crocefissi, Madonne e Telegatti (fonte: Facebook.com)

IL BUSINESS DELLA FEDE
C’è però un aspetto di cui né il Papa né Paolo Brosio hanno parlato, ovvero l’enorme giro d’affari generato dai milioni di pellegrini che ogni anno arrivano nella piccola (quattromila abitanti) città bosniaca dove è stato eretto il santuario. Se i pellegrini tornano a casa “arricchiti nella fede” i negozianti che vendono i gadget della fede e tutti coloro che forniscono servizi ai fedeli non si accontentano certo di un arricchimento spirituale. Secondo una ricerca riportata dal Piccolo di Trieste e condotta da Vencel Culjak della Facoltà di Scienze Sociali dell’Università Hercegovina il turismo della fede nella piccola città bosniaca dal 1981 (anno della prima apparizione) al 2013 ha generato un giro d’affari pari a 2,85 miliardi di euro (90 milioni di euro l’anno spesi dai turisti in gadget e alberghi) con guadagni anche per la Chiesa Cattolica locale che avrebbe incassato 290 milioni di euro in donazioni. Senza contare le spese di viaggio (8,5 miliardi di euro) che fanno lievitare il denaro passato per Medjugorje a 11 miliardi di euro. Passati appunto, perché a quanto pare la maggior parte degli esercizi commerciali non avrebbe licenza e preferisce fare tutto in nero (fino al 70% degli incassi non verrebbe dichiarato). Ad esempio la tassa di soggiorno locale in base ai flussi di pellegrini dovrebbe generare introiti per 600.000 euro l’anno ma nelle casse del paesino ne arrivano appena quarantamila. A Medjugorje e su Medjugorje ci guadagnano tutti quindi tranne la Bosnia-Erzegovina.

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