Meningite: i tre neonati ricoverati per il calo dei vaccini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-20

Succede al Bambin Gesù di Roma. E l’ospedale mette in guardia contro i pericoli del fai-da-te

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Tre neonati rispettivamente di due, tre e cinque mesi sono stati ricoverati al Bambin Gesù per una meningite causata da Haemophilus Influenzae di tipo B, un coccobacillo pleomorfo Gram negativo della famiglia delle Pasteurellaceae per il quale il vaccino è obbligatorio. Secondo i medici la malattia è tornata a causa del calo di vaccinazioni di cui ha parlato qualche tempo fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità: «L’Italia ha una copertura vaccinale inadeguata» taglia corto Susanna Esposito, presidente della Commissione dell’Oms per l’eliminazione di morbillo e rosolia in Europa. I tre bambini hanno contratto in contesti completamente diversi questa forma di meningite che si riteneva debellata. In Italia nel 2003 ci furono 5 casi, 1 nel 2012. Il Bambin Gesù spiega in una nota: «Per questa malattia c’è un vaccino specifico che protegge i bambini dal rischio di contrarla – sottolinea Alberto Villani, Responsabile di Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù – perciò riteniamo che la recrudescenza dei casi sia legata al calo delle vaccinazioni. In mancanza di vaccinazione, infatti, il batterio responsabile circola di più e, conseguentemente, colpisce in misura maggiore”.
 
I TRE NEONATI RICOVERATI PER IL CALO DEI VACCINI
“Proprio per il calo delle vaccinazioni,- si legge ancora – all’inizio del 2015 l’Italia ha ricevuto un richiamo da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il dato sulla diminuzione a livello nazionale è confermato dal Ministero della Salute secondo cui, nel nostro Paese, le coperture vaccinali hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi dieci anni. E’ possibile proteggere i bambini dall’aggressione del batterio che è tornato a circolare: l’apposito vaccino è contenuto nell’esavalente che comprende 4 vaccini obbligatori per legge (difterite, tetano, epatite B, poliomielite) e due vaccini non obbligatori, ma fortemente consigliati (pertosse e, appunto, l’Haemophilus influenzae di tipo B). Per tutte le altre forme di meningite – le più frequenti – causate dallo pneumococco e dai ceppi principali (A, B, C, Y, W 135) del meningococco, sono disponibili altri vaccini specifici. Questi vaccini possono essere somministrati a bambini di ogni età, tuttavia, considerato che il picco di maggior incidenza della meningite è nel primo anno di vita, quanto prima si procede con la vaccinazione tanto maggiore è la copertura. In Italia, ogni anno, si registrano circa 1.000 casi di meningite. 30 i ricoveri, in media, al Bambino Gesù. I più piccoli sono quelli maggiormente colpiti”. “Oggi c’è un movimento di pensiero che suggerisce di non sottoporre i bambini alle vaccinazioni o di limitarsi a quelle obbligatorie – prosegue Villani – ma le vaccinazioni sono fondamentali e non bisogna dare credito a chi le scoraggia perché queste malattie esistono, colpiscono e mietono vittime. Minore è la quantità di germi in circolazione, minore è la possibilità che avvenga il contagio tra la popolazione. Chi non si vaccina non danneggia solo se stesso, ma mette a repentaglio anche gli altri. Attualmente accade anche che siano giovani adulti che non hanno effettuati i richiami vaccinali, o anziani non vaccinati, a contagiare bambini e neonati”.

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L’infografica sul calo delle vaccinazioni in Italia (La Repubblica, 26 novembre 2014)

 
LA MENINGITE È UNA MALATTIA GRAVE
“La meningite – prosegue la nota – è una malattia grave. Nonostante i progressi della medicina nella rianimazione e nell’assistenza al paziente, la mortalità non è diminuita: 1 persona su 5 perde la vita. Nel caso della forma causata dal meningococco, ad esempio, dall’insorgenza della malattia al decesso passano meno di 20 ore”. “Un lasso di tempo troppo breve per poter fare qualcosa – aggiunge Alberto Villani – Circa il 20% dei pazienti muore anche in quei casi in cui i medici facciano tutto ciò che si può fare in maniera corretta e nel più breve tempo possibile. E’ chiaro quindi che l’unica salvezza, l’unica forma di protezione per i bambini, è rappresentata dalla vaccinazione”. “Il 50% di chi si ammala di meningite – conclude la nota – guarisce completamente, il 30% sopravvive riportando conseguenze anche molto gravi (15 bambini su 100 hanno complicanze così gravi da richiedere protesi acustiche o degli arti). In questo caso il costo sociale e sanitario è altissimo: ogni bambino che riporta gravi danni dalla malattia costerà al Sistema Sanitario Nazionale, nell’arco della vita, da 1 milione e 200 mila a 3 milioni di euro (dati documentati da studi europei). I vaccini contro la meningite sono gratuiti. Ad oggi, l’unico ancora a pagamento in alcune regioni italiane (fatta eccezione per la Puglia, la Basilicata, la Toscana, la Sicilia, il Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Bolzano, dove viene distribuito gratuitamente) è quello che protegge dal meningococco B. Pur non rientrando tra quelli obbligatori per legge, sono tutti fortemente consigliati. I bambini possono essere sottoposti a vaccinazione nella propria Asl di appartenenza, presso i Centri vaccinali capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale o presso i pediatri. Circa i rischi connessi alle vaccinazioni è sicuramente confortante il dato che all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è operativo da anni un servizio vaccinale – prioritariamente dedicato ai bambini considerati a rischio di reazioni avverse – dove vengono eseguite circa 800 vaccinazioni l’anno e dove non è mai stata riscontrata una reazione avversa maggiore”.
 
 

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