Cultura e scienze

I 58 paesi inquinatori

neXtQuotidiano 09/06/2015

Il Climate Change Performance Index e l’impegno del G7

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Un’infografica del Corriere della Sera riepiloga oggi il Climate Change Performance Index, ovvero l’indice dei paesi più inquinatori del mondo. L’indice tiene in considerazione diversi fattori: le emissioni di CO² , il loro cambiamento, lo sviluppo di energie rinnovabili. Il G7 ribadisce l’impegno di limitare a due gradi centigradi il riscaldamento globale rispetto all’era preindustriale; la riduzione delle emissioni dei gas serra dovrà essere del 40% al 70% entro il 2050 (rispetto al 2010) e i Sette Grandi dovranno il più possibile limitare l’uso del petrolio e del gas per sviluppare le energie rinnovabili. I Paesi membri sono infine disposti a stanziare fino a 100 miliardi di dollari entro il 2020 per favorire delle iniziative, pubbliche o private, a favore del clima.

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La pagella ai 58 paesi inquinatori (Corriere della Sera, 9 giugno 2015)


In vista dell’atteso accordo globale sul clima, che dovrebbe vedere la luce alla COP21 di Parigi, i paesi G7 hanno ribadito pure l’impegno a sostenere una serie di iniziative per una più ampia diffusione delle energie rinnovabili nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa. Il protocollo di Kyoto ha rappresentato una prima tappa fondamentale, ma ha visto impegnarsi solo 39 paesi industrializzati e non è mai stato ritenuto la soluzione. Dopo la conferenza di Copenaghen più di 90 paesi – sviluppati e in via di sviluppo – hanno annunciato volontariamente entro il 2014 le proprie riduzioni di emissioni a partire dal 2020. Tuttavia, tali annunci non sono sufficienti a raggiungere l’obiettivo di restare al di sotto dei 2 gradi. E, per questo, nel 2011 l’Unfccc ha avviato i negoziati per un nuovo accordo giuridicamente vincolante che, coinvolgendo tutte le parti, porti il mondo verso l’obiettivo, che si spera possa arrivare a Parigi. La strada prima della conferenza Onu di dicembre resta comunque disseminata di ostacoli. A cominciare da Cina e India: sono, rispettivamente, il primo e il terzo maggiore produttore di gas serra e, pur dicendosi pronti a consegnare all’Onu prima dell’appuntamento francese i loro programmi taglia-emissioni, sembrano orientati a volerlo fare a modo loro, senza vincoli, pressioni internazionali. Questo il computo degli impegni sul clima del G7 in un’infografica di Repubblica:
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