«Ha ragione Luigi»: come Di Battista è diventato l’uomo Del Monte

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-04

L’eroe dei due mondi, il cantore delle spremute d’umanità, il fustigatore della casta è ridotto ad un ruolo di comparsa? Lui stupisce tutti e si reinventa: fa la claque all’amico Di Maio

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A lungo ci siamo interrogati sul ruolo di Alessandro Di Battista. Durante il Conte 1 Di Battista ha accuratamente evitato di criticare le scelte politiche di Salvini, eppure avrebbe potuto farlo. Quando scoppiò la crisi di governo dalla quale nacque il Conte Bis invece il Dibba era tra coloro che vedevano mal volentieri un accordo con il Partito Democratico (c’era da scrivere addirittura un libro su Bibbiano) e spingevano per un ritorno con la Lega. E adesso?

Di Battista, l’avvocato di Luigi

Il sommergibile ex deputato pentastellato ritiratosi a vita privata alla fine della scorsa legislatura non ha mai davvero abbandonato la politica. Ha preso parte ai vertici a casa di Grillo e quelli dei deputati pentastellati (a che titolo?) durante la crisi di governo. Eppure stando alle sue stesse parole (pronunciate il 17 novembre 2017) avrebbe dovuto lasciare il M5S già da un annetto. Di Battista però c’è. Cosa faccia (e se ci faccia) però non è dato di saperlo. In un’intervista a Diritto e Rovescio si rammaricava per non aver avuto un post da ministro: «io credo che il Partito Democratico abbia posto dei veti, però è pur vero che io avevo esternato un certo scetticismo quindi è anche comprensibile visto che sono una persona piuttosto divisiva».

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Ma da qualche giorno Di Battista non vuole essere divisivo e ha scoperto una nuova vocazione: dare ragione a Luigi (Di Maio). Ieri il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle ha pubblicato su Facebook un post dove spiegava che il MES così come è non va. Badate bene, non ha detto cosa non va – perché non lo sa nemmeno lui – ha detto cose come «c’è una riforma in corso, prendiamoci del tempo per fare delle modifiche che non rendano questo fondo un pericolo» oppure «ora ci aspettiamo una revisione dei punti critici» (quali? non lo dice). Ed è a quel punto che spunta Di Battista con un commento dei suoi: «Concordo. Non così non conviene all’Italia. Punto.». Ora è interessante notare che Di Maio non ha detto perché non conviene all’Italia o cosa ci sia di sbagliato nella riforma del MES. Il Capo Politico ha parlato di generici ed ipoterici “rischi” (quali?) e della necessità di aspettare l’esito di un pacchetto di riforme che «una volta ultimate, ci potranno dare un quadro complessivo dei vantaggi e dei rischi per l’Italia». Quindi su cosa è d’accordo Di Battista nel merito della questione sul MES? Su nulla, perché Di Maio non ha detto quale sia il punto della riforma del trattato che potrebbe danneggiare l’Italia.

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Oggi Dibba è tornato a parlare. Lo ha fatto commentando la riforma della prescrizione,  quella che bloccherà la prescrizione, portando l’esempio del caso Eternit ma la richiesta di risarcimento danni non è caduta in prescrizione e sta per partire un secondo processo). Di Battista definisce la prescrizione «uno strumento giuridico amato da potenti e politici sempre alla ricerca di farla franca». Fino a qui è il solito Di Battista di lotta (ma non di governo). Fino a che il nostro scrive «ha ragione Luigi, la norma che blocca la prescrizione entrerà il vigore il 1 gennaio. Punto.». Ed eccola la nuova utilità di Di Battista che si manifesta: dare ragione a Luigi, sempre e comunque (punto.). Da spina nel fianco per il Governo Conte 2 Di Battista è diventato un comodo puntello per la leadership dell’amico Luigi. Sic transit gloria Dibba.

Fonte foto copertina: pagina facebook di Alessandro Di Battista

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