Cultura e scienze
Le guerre per l'acqua nel mondo
neXtQuotidiano 10/03/2015
In una splendida infografica del Corriere della Sera
A corredo di uno splendido articolo di Sara Gandolfi sui rischi di scontro geopolitico intorno a falde, fiumi e laghi condivisi, il Corriere della Sera pubblica due infografiche che riepilogano i conflitti per l’acqua nel mondo e nella storia. Questo è il primo dei due grafici.
Un brano dell’articolo:
Il controllo dei fiumi è una delle più potenti tattiche belliche della storia. Lo sapevano gli americani quando nel 1972 bombardarono le dighe che controllavano le risaie nord vietnamite e lo sanno gli ucraini che hanno minacciato la costruzione di una diga al confine con la Crimea per bloccare l’erogazione dell’acqua potabile alla penisola annessa alla Russia. Succede fin dai tempi degli antichi Sumeri. La prima — e secondo alcuni unica — vera guerra per l’acqua risale al 2500 avanti Cristo. Eannatum, re della città Stato di Lagash, in Mesopotamia, costruì una serie di canali irrigui che deviarono il corso del fiume e privarono delle risorse idriche la vicina Umma, non lontano dall’attuale Bagdad. Seguirono tre giorni di aspri combattimenti che terminarono con la vittoria di Lagash, celebrat adalla bellissima Stele degli avvoltoi oggi conservata al museo del Louvre di Parigi.«In 4500 anni, intorno all’acqua si è combattuta un’unica guerra e si sono firmati oltre 500 trattati.
In realtà, l’acqua è uno straordinario strumento per costringere i politici, anche nemici, ad entrare in una stanza e cominciare a parlare. Ed è spesso l’ultimo tavolo di negoziato aperto fra due nazioni in guerra. È successo tra India e Pakistan, tra arabi e israeliani, tra armeni e azeri», commenta Aaron Wolf, professore di geografia alla Oregon State University, uno dei massimi esperti in conflitti transfrontalieri.L’acqua, ad esempio, continua ad essere uno dei temi più controversi nei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi, ma nella regione non mancano i casi di cooperazione. «Israele e Giordania avevano un accordo implicito dagli anni Cinquanta che è diventato la base dell’accordo formale del 1994», spiega Wolf. «Ogni anno, l’acqua arriva dalla Giordania in Israele d’inverno, è immagazzinata nel lago di Tiberiade e viene pompata indietro durante l’estate».
Immagine di copertina da Pixabay