Giovanni Lo Porto: il cooperante ostaggio di Al Qaida ucciso in un raid USA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-23

Era stato rapito da Al Qaida, è morto nel gennaio 2015. Era ostaggio da tre anni, insieme a lui è morto anche l’americano Warren Wenstein. Obama si assume la responsabilità e chiede scusa

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Il cooperante italiano Giovanni Lo Porto, da tre anni ostaggio di Al Qaida, è rimasto ucciso in un raid USA. Lo ha detto la Casa Bianca. Lo Porto, scomparso nel gennaio 2012, è rimasto ucciso nel corso di un raid americano contro al Qaida nel gennaio scorso, al confine tra Pakistan e Afghanistan. 40 anni, studi solidi tra Londra e Giappone, esperienze sul campo in Croazia, Haiti e anni prima nello stesso Pakistan, dove nel 2012 era tornato con un progetto finanziato dall’Ue, Lo Porto era siciliano. Secondo quanto comunicano gli Stati Uniti, Lo Porto è rimasto ucciso insieme all’ostaggio americano Warren Wenstein. Il raid USA è stato condotto con un drone dalla CIA. “Mi assumo tutta la responsabilità di queste operazioni anti-terrorismo” in cui è morto l’ostaggio italiano Giovanni Lo Porto, il governo Usa “chiede scusa”, dice il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
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GIOVANNI LO PORTO: IL COOPERANTE OSTAGGIO DI AL QAIDA UCCISO IN UN RAID USA
“Riteniamo che due altri americani siano stati uccisi in operazioni antiterrorismo Usa nella stessa regione”, dove sono morti Lo Porto e Weintein, ha reso noto la Casa Bianca, spiegando che si tratta di due membri di al Qaida. Secondo quanto ha reso noto la Casa Bianca, uno dei due, Ahmed Farouq, un leader di al Qaida, è morto nella stessa operazione costata la vita a Lo Porto e Weintstein, e l’altro, Adam Gadahn, alto esponente della stessa organizzazione, è morto in un’operazione condotta sempre a gennaio. “Anche se Farouq e Ghadahn erano membri di al Qaida, nessuno dei due è stato specificamente preso di mira, non avevamo informazioni che indicassero la loro presenza nei siti delle operazioni”. Giovanni Lo Porto è stato rapito tre anni fa, il 19 gennaio 2012, insieme a un collega tedesco in Pakistan, dove lavorava per la ong tedesca Welt HungerHilfe (‘Aiuto alla fame nel mondo’) impegnata nella ricostruzione dell’area messa in ginocchio dalle inondazioni del 2011. Quattro uomini armati li prelevarono con la forza nell’edificio dove lavoravano e vivevano con altri operatori a Multan, al confine tra Pakistan e Afghanistan. Il collega Bernd Muehlenbeck è stato liberato lo scorso 10 ottobre. Dopo la liberazione il cooperante tedesco raccontò che i rapitori avevano portato altrove già da un anno il collega italiano. Chi ha lavorato con Lo Porto lo descrive come una persona molto accorta e preparata. Il suo professore alla London Metropolitan University, dove Lo Porto ha studiato, lo ha ricordato tempo fa come uno studente “appassionato, amichevole, dalla mente aperta”.

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