Le due facce del comizio di Giorgia Meloni a Cagliari: sul palco dialogo e democrazia, sotto il palco pestaggi e paura

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-06

Se da un lato Meloni si è (sapientemente) mostrata molto aperta e disposta al dialogo col ragazzo salito sul palco, dall’altro il comportamento degli agenti che gestivano la platea non è stato affatto comprensivo

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Ha fatto molto discutere quanto accaduto tre giorni fa durante il comizio a Cagliari della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, non solo per il giovane contestatore salito sul palco con una bandiera arcobaleno per rivendicare i diritti della comunità lgbtq+, ma anche per i momenti di tensione che si sono consumati tra il pubblico e che hanno visto come protagonisti alcuni manifestanti (giunti all’evento per protestare) e le forze dell’ordine. Se da un lato Meloni si è (sapientemente) mostrata molto aperta e disposta al dialogo col ragazzo salito sul palco (tanto da aver dato lei stessa cassa di risonanza alla vicenda pubblicando quel momento sui suoi profili social), dall’altro il comportamento degli agenti che gestivano la platea non è stato affatto comprensivo e il dissenso tutt’altro che tollerato. E a testimoniare gli scontri sono oggi alcuni video in circolo sui social.

Il doppio standard di Giorgia Meloni al comizio di Cagliari e quella tolleranza “forzata”

Sembrerebbe dunque vigere un doppio standard nelle file di FdI: sopra al palco è necessaria tolleranza e apertura, mentre di quel che succede “sotto” poco importa. Almeno finché qualcuno non pubblica i filmati delle violenze facendo progressivamente scricchiolare quella tanto ostentata (e forzata) “democraticità” e tolleranza. Oggi a Fanpage.it è arrivata la testimonianza di alcuni giovani dell’associazione indipendentista sarda “A innantis!”, che hanno raccontato:

La nostra intenzione era presenziare in maniera pacifica, contro una politica che nei confronti dei sardi non ha alcun interesse se non quello dello sfruttamento. Non appena la bandiera arborense è stata sventolata, gli agenti della polizia ci hanno bloccati, spiegandoci che ‘per rispetto della democrazia’ la contestazione era vietata. L’Italia si proclama tanto un Paese democratico e garante della libertà d’espressione, tuttavia oggi è stato dimostrato ben altro verso chi desiderava esprimere in modo pacifico il proprio dissenso, specialmente minorenni. La risposta ai cori di alcuni ragazzi, è stata la violazione dei diritti umani e della democrazia: cariche e calci da parte della Guardia di Finanza contro i ragazzi lì presenti, con l’aggiunta di due arresti.

La serata è finita con quattro denunce per resistenza a pubblico ufficiale e turbativa del comizio elettorale. Le colluttazioni con le forze dell’ordine erano scattate pure dopo alcuni cori e fischi contro la leader di Fratelli d’Italia che era sul palco. “A foras, siamo tutti antifascisti”, avrebbero urlato alcuni facendo scaldare ulteriormente gli animi.

“Sul palco ‘fermi, non toccate, lasciatelo parlare’. Sotto al palco i pestaggi della guardia di Finanza. La famosa ‘apertura al confronto’ di Giorgia Meloni”, commenta ironicamente un utente su Twitter. Ed è proprio così: probabilmente, quello che si è consumato a Cagliari è soltanto un assaggio della pericolosa doppia faccia della leader di FdI.

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