Merkel, Macron e il complotto della nomina di Gentiloni a commissario europeo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-10

Per Salvini la nomina di Gentiloni è l’ennesima dimostrazione del tradimento del MoVimento 5 Stelle. Ma se il senatore leghista non avesse staccato la spina al governo Conte questa partita l’avrebbe potuta giocare lui. Ma anche lì, come sulla flat tax, c’era il rischio di perdere la faccia di fronte agli elettori e quindi ecco che la Lega si è catapultata all’opposizione

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Paolo Gentiloni è stato nominato Commissario Europeo agli Affari Economici al posto di Pierre Moscovici, il babau del governo gialloverde. Un commissario di peso, esattamente come chiedeva la Lega dopo la “vittoria” dei sovranisti alle europee di maggio. La nomina in Europa di Gentiloni non è stata presa benissimo da Matteo Salvini, che ai cronisti in Senato ha dichiarato che «è l’ennesimo tradimento di Conte e dei Cinque stelle che avevano promesso di rivoluzionare l’Europa e invece mandano in Europa un vecchio uomo del vecchio Pd su indicazione di Merkel e Macron».

L’ennesima vittoria di quel genio di Salvini

E chissà quanto sta masticando amaro il senatore leghista, sapendo che se non avesse deciso di far cadere il governo aveva ottime possibilità di mandare in Europa un candidato di suo gradimento. Ma grazie a Salvini e alla sua fantastica strategia questo non succederà. Perché il commissario che spetta all’Italia lo ha nominato, con un tempismo invidiabile, il nuovo esecutivo. E c’è da chiedersi se in realtà tra i tanti motivi che hanno spinto la Lega a staccare la spina al Governo del Cambiamento non ci sia stata anche la consapevolezza che mai e poi mai sarebbe riuscita a nominare uno dei suoi. Meglio sicuramente non avere l’onere di decidere che mostrare di non essere in grado di mantenere nemmeno questa promessa.

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La composizione della nuova Commissione Europea (in verde i vicepresidenti)

Perché cosa sarebbe successo con Salvini al governo e un commissario italiano non antieuropeista? Il popolo, gli elettori della Lega e i sovranisti tutti avrebbero scoperto quello che gli altri sapevano dal 28 maggio. Vale a dire che la Lega pur avendo vinto le elezioni europee in Italia le aveva perse in Europa, proprio dove era importante vincere. Ora non crediate che abbiamo ottenuto un commissario europeo per il buon risultato della Lega, perché i commissari sono esattamente nel numero di 27, tanti quanti sono gli stati membri, giusto per non scontentare nessuno. Qualcosa avremmo preso in ogni caso quindi. Ma il punto è che con la Lega volontariamente fuori dai giochi “di Palazzo” Salvini può gridare di nuovo al complotto, denunciando l’accordo con l’Europa come “già scritto” e prova dell’inciucio. Quando è evidente che un qualsiasi altro commissario nominato dalla Presidente von der Leyen avrebbe dovuto incontrare il suo gradimento e lavorare in accordo con gli altri membri.

Come hanno preso i sovranisti no-euro la nomina di Gentiloni

Il punto cruciale è che la Commissione guidata da Ursula von der Leyen è sostenuta da una maggioranza che vede escluso il blocco sovranista dei vari Salvini e Le Pen. Ora è davvero con una mossa geniale che Salvini si è auto escluso anche dal Governo eliminando non pochi grattacapi alla nuova Commissione e al MoVimento 5 Stelle che già aveva accordato alla Lega la nomina del nuovo Commissario in virtù dei risultati delle europee. E proprio in ragione del fatto che alle elezioni europee il PD ha fatto meglio del M5S ora quella stessa logica premia il Partito Democratico.

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I patrioti invece oggi sottolineano che la Francia ha vinto oppure che alla fine sarà il vicepresidente Valdis Dombrovskis (che è lettone) a coordinare il lavoro dei commissari all’Economia, al Lavoro, al Mercato Interno, al Commercio e alle Riforme e che quindi nulla cambia e che Gentiloni sarà poco più che un burattino. Ma come sempre il problema dei sovranisti è che guardano alle cose europee pensando solo all’Italia.

gentiloni commissario europeo - 4Dovessero guardarsi fuori scoprirebbero che i rapporti di forza non si misurano solo tra singoli stati ma anche all’interno delle forze politiche che sostengono la Commissione all’Europarlamento. La squadra non è nazionale ma europea, e quella del Partito Socialista Europeo ha portato  a casa dei buoni risultati. Di sicuro migliori di quella del blocco sovranista della Lega. Ecco quindi il grande capolavoro politico di Salvini, che con il 40% preso a maggio in Europa non è in grado di far eleggere nemmeno un vicepresidente dell’Europarlamento. Il Carroccio sarà pure una macchina inarrestabile in Italia, ma quando varca i confini nazionali si dimostra per tutto quello che è: un partito la cui massima aspirazione è portare l’Italia ad isolarsi.

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Noi non ci facciamo illusioni, perché sappiamo che la nomina di un commissario non significa certo che ora l’Italia potrà fare quello che vuole, anzi Gentiloni dovrà essere garante delle regole europee. Ma la speranza è che possa portare all’attenzione della Commissione le richieste del nostro Paese in maniera più incisiva di quanto non possano farlo europarlamentari come Francesca Donato o Antonio Rinaldi dai loro banchi dell’opposizione. E già questa è una bella soddisfazione.

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