Fulvio Collovati: “Il professionismo femminile è un calcio ai pregiudizi del passato” | INTERVISTA

di Sara Manfuso

Pubblicato il 2022-05-02

Fulvio Collovati, ex calciatore e dirigente sportivo, parla degli risvolti più attuali che riguardano in questo momento lo sport: dalle sanzioni ai russi al professionismo femminile nel calcio. E non solo

article-post

Fulvio Collovati (Teor, 9 maggio 1957) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982. Marito di Caterina e padre di Clementina e Celeste.

Fulvio Collovati: “Il professionismo femminile è un calcio ai pregiudizi del passato”

D. Fulvio Collovati, campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982. Cosa ha significato per te la mancata qualificazione dell’Italia ai prossimi mondiali di calcio e quali riflessione ti induce?
R. Grande sensazione di tristezza, per due volte fuori da un Mondiale non si era mai visto. Occorre ripartire dai nostri giovani, riformare i settori giovanili, aiutare gli educatori, selezionarli, ora insegnano più tattica e meno tecnica. Più fatti e meno politica e parole.

D. Siamo vicini ad una svolta storica. Il calcio delle donne sarà il primo sport italiano femminile nella stagione 2022/2023 a diventare professionista nel nostro paese. Quali le ricadute concrete di questa misura? Scardinerà i pregiudizi culturali rispetto ad uno sport ancora oggi ritenuto “maschile”?
R.  Penso sia un passaggio giusto e necessario, da anni nel nostro Paese abbiamo una forte tradizione, da tempo il calcio femminile riscuote interesse e consensi a dimostrazione che il pregiudizio culturale appartiene al passato.

D. Sempre in tema di pari opportunità e categoria di genere nello sport per gli atleti trans, abbiamo una recente presa di posizione da parte di Boris Johnson che liquida la vicenda ritenendo che chi è biologicamente uomo non possa competere negli sport femminili. Cosa ne pensa? Ci sono parametri da introdurre e rispettare che potrebbero invece garantire una gara paritaria?
R. A primo acchito sembrerebbe impossibile che la forza fisica maschile possa essere messa alla pari della forza femminile. Se però, il CIO, valuta che attraverso le cure ormonali si possa arrivare a modulare la forza muscolare, allora perché non aprire e accettare che una trans possa gareggiare nella nuova categoria

D. Un consiglio a mia figlia Lucrezia, 8 anni, unica femmina che gioca a calcio in una squadra formalmente mista e che pensa di avere il talento di Škriniar ma che, probabilmente, ha un problema con il suo ego. Vince l’umiltà o la cieca fede in se stessi?
R. Continui a coltivare la sua passione e anche la convinzione di assomigliare ad un campione, potrebbe esse la sua forza, andando avanti però l’umiltà è la dote che ti aiuta ad andare avanti e durare nel tempo in questo campo.

D. Non è un fatto nascosto che un giocatore sia ritenuto precocemente “vecchio” nel mondo del calcio pur essendo anagraficamente ancora giovane. Cosa vuol dire l’avanzare dell’età per chi ha raggiunto l’apice del successo grazie alle prestazioni di un corpo che fisiologicamente non può restare uguale a se stesso?
R. Nel mio caso non ho mai avuto nessun problema in questo senso, perché per un professionista c’è la consapevolezza di una carriera che dura poco. La cosa importante è avere la capacità e la fortuna al tempo stesso di vincere.

D. Immagino il match calcistico per un professionista come una scarica di adrenalina fortissima, c’è qualcosa nella tua vita oggi che genera in te una sensazione equiparabile?
R. No, la scarica adrenalinica è qualcosa di inspiegabile, l’emozione, le sensazioni prima e durante una partita sono qualcosa di unico e irripetibile, la vita poi ti regala emozioni anche più’ belle, tipo la nascita di un figlio, ma mai equiparabili, per esempio, ad una finale di campionato del mondo 82’, davanti a Pertini, alle massime autorità e a milioni di persone osannanti.

D. Ritieni che lo sport, in modo particolare il calcio, possa essere il mezzo per un “riscatto sociale”?
R. Tutti gli sport rappresentano un riscatto sociale, il calcio avendo più forza mediatica, sicuramente può lanciare messaggi positivi.

D. L’eliminazione della Russia dalle competizioni sportive internazionali, una sanzione giusta o discriminatoria?
R. Sono d’accordo sulla eliminazione della Russia, trovo sia una sanzione giusta, perché chi non prende le distanze da un massacro di tale proporzione è giusto che non abbia nessuna vetrina internazionale anche se nessun atleta russo è colpevole.

D. Tu e il tuo grande amore Caterina a ridosso di uno speciale evento: le nozze di vostra figlia. C’è una qualche forma di nostalgia quando un figlio si consegna legittimamente all’autonomia della propria vita e dunque delle proprie scelte?
R.  Oggi quando una figlia arriva al matrimonio c’è una grande gioia per l’obiettivo raggiunto, ma nessuna nostalgia poiché nostra figlia l’autonomia l’ha raggiunta subito dopo la laurea e da anni vive fuori casa. Sarà comunque un’emozione grande vederla sotto il mio braccio entrare in chiesa.

D. Tu e Caterina, ieri oggi e domani. Cosa tiene in vita un matrimonio, o più in generale una relazione, che ha i tratti dell’inossidabilità?
R. Certamente un grande amore, coltivato con reciproco rispetto, passioni condivise e soprattutto grande maturità e come le dico spesso tanta… pazienza mia, anche se lei pensa il contrario.

D. Una canzone e un libro che raccontano chi è Fulvio Collovati.
R. La canzone è “Prendila così” di Lucio Battisti, anni 80, perché nella vita, come dice il testo, non bisogna farne un dramma. In quanto a libri non ne vedo uno che mi rappresenta, ma non perdo un giallo di Maurizio De Giovanni.

 

Potrebbe interessarti anche