Le telefonate della Guidi incastrano altri nel governo?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-05

Altre intercettazioni in cui l’ex ministra scoppia a piangere con il compagno e gli dice: «Mi stai utilizzando». La sua posizione sugli appalti legati al petrolio può coinvolgere altri componenti del governo. E rivelare altri «favori» fatti dall’allora ministro

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Federica Guidi che scoppia in lacrime durante un colloquio con Gianluca Gemelli e gli dice più o meno: «Tu mi stai utilizzando». Questa è una parte del contenuto di altre intercettazioni che disegnano meglio il rapporto tra i due nell’inchiesta Tempa Rossa e di cui la Guidi dovrà rendere conto quando i giudici la sentiranno come testimone a breve. La telefonata, rivelata da Giuliano Foschini oggi su Repubblica, sarà al centro dell’interrogatorio di Potenza, dove la Guidi potrà anche avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto convivente di un indagato.

Le telefonate della Guidi incastrano altri membri del governo?

«Ma nelle ultime ore può diventare più delicata la posizione della Guidi che, dalla lettura di alcune telefonate, sembra a un certo punto accorgersi che il fidanzato aveva messo la sua posizione a disposizione di altri interessi. Tanto da scoppiare in lacrime in un colloquio con il compagno, registrato dalla Polizia di Potenza. Di questo e di altro – gli incontri con la Total alla vigilia dell’inserimento nella lista delle aziende fornitrici da parte delle società di Gemelli, le pressioni per l’emendamento – verrà chiesto conto all’ex ministro qualora decidesse di rendersi disponibile ai quesiti dei magistrati», scrive Repubblica. Anche perché quanto fatto per sbloccare quell’emendamento sul progetto Tempa Rossa, ma più in generale la sua posizione sugli appalti legati al petrolio può coinvolgere altri componenti del governo. E rivelare altri «favori» fatti dall’allora ministro, come racconta in una telefonata Gabriella Megale, esponente di Confindustria Basilicata. Aggiunge oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere:

Più volte il dirigente Total Giuseppe Cobianchi parla con Gemelli delle «pressioni» esercitate su ministri e il 23 ottobre esplicitamente spiega: «Lei sa che c’è una parte importante del progetto che si sviluppa a Taranto e la situazione è anche abbastanza complessa diciamo, quindi… stiamo cercando…Vediamo, speriamo bene… So che anche a livello centrale con i ministeri, insomma i colleghi di Roma hanno dei contatti continui, frequenti, quindi mi auguro che quello che viene dichiarato a livello governativo poi possa trovare applicazione insomma». La conferma, secondo i magistrati, delle promesse fatte da esponenti dell’Esecutivo di trovare una soluzione e il fatto che Cobianchi parli al plurale dimostra che oltre a Guidi anche altri si adoperarono in quei due mesi per raggiungere il risultato.

Per questo la Guidi dovrà chiarire con i magistrati quali altri favori le siano stati chiesti. Anche perché sono gli stessi indagati a vantarsi della questione nelle telefonate intercettate:

Megale: «Già gliel’ha detto al mi… alla compagna che lo stiamo aiutando qua guarda… hai capito Pasquale perché dico che va fatta questa cosa? Ma poi loro nei nostri confronti si sono comportati bene a suo tempo quindi! Insomma non si può… allora diciamo che io entro domani mattina alle 10 ti confermo tutto». Annotano gli investigatori della squadra mobile di Potenza: «È importante evidenziare ulteriormente il passaggio in cui Megale comunica a Criscuolo che Gemelli aveva già provveduto a far sapere alla propria compagna (ovvero al ministro Guidi) che lo stavano aiutando, poiché appare evidente — ed è un dato che troverà ulteriore conferma anche in altre circostanze — come proprio Gemelli avesse inteso rassicurare i due Criscuolo e Megale che il loro «aiuto» non sarebbe stato vano e che certamente ne avrebbe tenuto conto anche la compagna». Da quanto risulta dalla documentazione sequestrata «la società Its di Gemelli ha ottenuto in subappalto dalla Tecnimont i “servizi di supervisione specialistica alle attività” di costruzione e montaggio impianti».

intercettazione guidi

Le indagini sull’ammiraglio De Giorgi

Le indagini di Potenza proseguono comunque nel massimo riserbo, così come un muro di silenzio è stato alzato dai magistrati sul filone “siciliano”, che vede indagato, tra gli altri, anche il capo di Stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Su delega della Procura, la Polizia nei giorni scorsi è andata in Sicilia, ad Augusta, per acquisire dall’Autorità portuale alcuni atti, in copia, relativi alle concessioni demaniali marittime. E altri documenti sono stati acquisiti nel Comando militare marittimo autonomo. Le concessioni rilasciate riguarderebbero cantieri navali, società che si occupano di servizi, imprese portuali, pontili e le aree a terra di alcune multinazionali del petrolio (da Esso a Lukoil). Ed è proprio su queste compagnie che, secondo il gip di Potenza, si sofferma anche Gianluca Gemelli – compagno della dimissionaria ministra Federica Guidi – in una conversazione intercettata il 18 dicembre 2014, parlando con un’altra persona (nell’ordinanza è identificata con il cognome Lantieri), in relazione “all’avvenuto commissariamento di Confindustria Siracusa”, precisa il giudice nell’ordinanza relativa a “Tempa Rossa”. Gemelli prosegue la chiacchierata annunciando che “da gennaio cominciamo pure su Saipem… tramite Confindustria ci arrivo, mi segui? C’arrivo pure abbastanza bene. Quindi vediamo come farlo e… facciamo una passeggiata in Sardegna, ci stiamo un paio di giorni, facciamo le presentazioni, bordelli… e quello che dobbiamo fare facciamo”. Un’inchiesta che ha i presupposti, quindi, per allargarsi “a macchia d’olio” in diverse zone d’Italia. Ma che domani ritorna a Potenza, ovvero nell’epicentro del “terremoto” giudiziario: è infatti previsto l’inizio degli interrogatori di garanzia per le persone arrestate giovedì scorso, ovvero i dirigenti locali dell’Eni e l’ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino. Che dovranno spiegare ai giudici la loro versione dei fatti sulle attività svolte all’interno del Centro oli di Viggiano (Potenza), per i primi, e sul sistema di relazioni messo in piedi, secondo i pm, dall’ex prima cittadina per i lavori del sito di “Tempa Rossa”.

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