Ernesto Diotallevi, boss per scherzo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-12-11

L’intervista del Fatto al faccendiere che si diceva numero due di Cosa Nostra a Roma

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Stavo a scherza’, ahò, scherzavo. Bisogna scusarsi con Ernesto Diotallevi. Nell’ordinanza del GIP di Roma su Mafia Capitale è citata una sua conversazione con il figlio in cui parlano del boss dei boss a Roma, e Diotallevi dice che “nominalmente è lui, ma in pratica è De Carlo” (ne abbiamo parlato qui). Ma in una meravigliosa intervista a firma di Fulvio Benelli sul Fatto Quotidiano di oggi Diotallevi spiega che non parlava di mafia, no, parlava di donne: il boss dei boss è quello che rimorchia di più. Non solo: Diotallevi dice anche che Carminati è “un bravo ragazzo”, e che quest’indagine è tutto un equivoco:

È la teoria del “mondo di mezzo” enunciata da Carminati.
Per me Carminati è un bravo ragazzo. Intelligente, moltocolto. Magari si esprime un po’ così, è uno che ti può tranquillamente dire “testrozzo, t’ammazzo” ma poi finisce lì.
Dove vi siete conosciuti?
In carcere. Ormai però lo incontravo raramente. Del restoio sono 15 anni più vecchio .Che faccio? Me metto a giocà coi regazzini?
Che ne pensa dell’inchiesta di Mafia Capitale?
È lo Stato stesso che crea la malavita. Uno va al Comune per una licenza e deve aspettare sei mesi. Lo sa quanto costa quel ritardo? Ecco perché si è costretti a oliare, solo per prendere quello che ci appartiene.A me la gente per strada mi ferma e mi chiede ogni tipo di favori: parla con questo, sblocca questa situazione…
Da dove vengono i soldi se nega di essere un boss?
Io ho un patrimonio ereditato dalla zia di mia moglie, mi limito a gestirlo. Ma perché mai dovrei mettere le mani in mezzo a ‘sta monnezza? Io non ho mai incontrato Buzzi né Odevaine, per capirci.
Però anche Antonio Mancini, l’Accattone della Banda della Magliana, in questi giorni fa il suo nome, indicandola come uno dei pesci grossi della mala romana.
Mancini? Ma come fai a credere a uno come Mancini che fa il pentito da sempre?
E Pippo Calò? C’è chi sostiene che suo figlio Mario si chiami così proprio in onore del boss di Palermo. Il nome di copertura di Calò qui a Roma quando lasciò la Sicilia era, appunto,Mario Aglialoro.
Ma vogliamo scherzare? Mario si chiama come lo zio di mia moglie.
Calò l’ha conosciuto però.
Sarei un falsone se dicessi di no. Con Calò c’era amicizia,andavamo spesso a cena manulla di più. Io lo conoscevo come Mario, punto. Ai tempi non sapevo che era latitante.
In un’intercettazione apparsa sui giornali suo figlio Leonardo le chiede chi sia il boss di Roma. E lei risponde: “Tecnicamente so’ io, materialmente Giovanni De Carlo”.
Stavamo scherzando. Tornavamo in macchina da Fiumicino. Lui per boss intendeva quello che se frega più donne di tutti.
Però, mi scusi, subito dopo lei indica Riina come il capo deic api. Anche lui se le fa tutte?
Ma no che c’entra, ho detto Riina perché è un nome che leggo sui giornali. Le intercettazioni non sono oro colato,uno può pure scherzare no?

Leggi sull’argomento: Il misterioso boss della mafia che comanda a Roma

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