Dove è più facile contrarre il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-17

Negli ambienti chiusi e affollati i rischi aumentano. Il fattore determinante è il tempo di esposizione. Ecco come riconoscere ed evitare i pericoli maggiori

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Dove è più facile contrarre il Coronavirus SARS-COV-2 e quindi ammalarsi di COVID-19? Il Corriere della Sera oggi riprende un lungo post del  blog di Erin S. Bromage, professore associato di Biologia all’Università del Massachusetts a Dartmouth, citato anche dal New York Times, per segnalare quali sono i luoghi dove le persone sono più a rischio.

Dove è più facile contrarre il Coronavirus

E naturalmente i luoghi più a rischio sono gli ambienti chiusi. Dove il ricambio d’aria è poco e possono passare tante persone per forza di cose aumentano le probabilità di contrarre il Coronavirus perché, spiega il quotidiano, si stima che una persona contagiosa possa veicolare fino a duecento milioni di particelle virali con un unico colpo di tosse. Sappiamo che la maggior parte di queste goccioline sono grandi e pesanti e ricadono quasi subito per effetto della gravità. Molte però restano sospese nell’aria per lunghi periodi, raggiungendo qualsiasi punto della stanza.

«È come se la persona infetta fosse una candela: la cera che cade vicino sono i droplets grandi —sintetizza Giorgio Buonanno, professore di Fisica tecnica all’Università di Cassino —e il fumo sono le goccioline leggere che si disperdono nell’ambiente. Nei luoghi chiusi, con il distanziamento, staremo lontani dalla cera della candela ma respireremo il fumo se l’ambient enon viene costantemente ventilato».

D’altro canto l’Università di Eindhoven in Olanda con Ansys ha elaborato qualche tempo fa un’animazione in 3D che fa vedere come le goccioline di saliva percorrano nell’aria più di un metro quando si tossisce, e quindi ne servono almeno due per distanza di sicurezza. Sul sito di Ansys si spiega che a circa 1,8 metri (circa 6 piedi), il rischio di esposizione diminuisce significativamente. Le goccioline virali si diffondono rapidamente nell’aria. Le goccioline che provengono dalla tosse si diffonderanno sul viso, sul collo e sui vestiti di qualcuno a un metro di distanza. A due metri, il rischio diminuisce in modo significativo perché la gravità attira a terra le goccioline. Qualche giorno fa invece il sito internet dell’università finlandese di Aalto ha pubblicato un video che mostra in che modo il Coronavirus SARS-COV-2 può propagarsi negli spazi chiusi come quelli di un supermercato a partire da uno starnuto o un colpo di tosse. Il video è il risultato di una ricerca sul trasporto e sulla diffusione del virus responsabile di COVID-19. I risultati preliminari indicano che le particelle di aerosol che trasportano il virus possono rimanere nell’aria più a lungo di quanto si pensasse originariamente, quindi è importante evitare spazi pubblici pubblici occupati.

I luoghi privilegiati per il contagio

Il Corriere quindi spiega che i luoghi privilegiati per il contagio sono la casa (se c’è un asintomatico), i posti di lavoro, i trasporti pubblici, i ristoranti, i penitenziari, le sale conferenze, le chiese, le palestre o i luoghi dove si svolge attività fisica al chiuso.

«Il tempo di permanenza, il volume dell’ambiente, la ventilazione intesa come ricambio d’aria, l’attività che svolgono i soggetti e il loro numero sono parametri che possono aiutarci a stimare il rischio di contagio» aggiunge Buonanno, che è anche professore alla Queensland University of Technology di Brisbane, in Australia. È chiaro che facendo attività fisica al chiuso si inala più aria e si è potenzialmente più a rischio. Allo stesso tempo se un soggetto contagioso in una stanza non parla, non canta e si limita a un respiro leggero emetterà meno particelle e il rischio scende.

dove si rischia contagio coronavirus
Dove si rischia il contagio per il Coronavirus (Corriere della Sera, 17 maggio 2020)

Emblematico è il caso del coro di una contea dello Stato di Washington dove un unico corista asintomatico ha infettato 53 colleghi su 60, due dei quali sono morti. Le prove sono durate due ore e mezza e per evitare i contagi i coristi hanno mantenuto il distanziamento sociale. Cantare,ancora più di parlare, trasforma le goccioline in aerosol. Anche le cerimonie religiose si sono rivelate luoghi non sicuri. A Campobasso dopo un funerale è scoppiato un focolaio con 72 casi di Covid-19.

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