“Dire lesbica è un insulto solo se si è omofobi”, la lezione sulle parole di Paola Turci

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-17

La cantante ha raccontato a “Oggi” la sua vita, sottolineando alcuni concetti che sono alla base dell’omofobia

article-post

Le parole sono importanti, soprattutto se sono estrapolate dai contesti. Soprattutto se a pronunciarle sono persone con una visione del mondo viziata dai paraocchi e da una mentalità chiusa. E a loro si rivolge Paola Turci, raccontando alcuni aneddoti della sua vita e della sua carriera da cantante di successo. Questione di etichette, quelle gridate – pensando si trattasse di un insulto – contro di lei. Etichette che, però, sono tali solamente nelle menti omofobe di chi pensa di ferire e toccare una donna.

Paola Turci e la lezione agli omofobi sull’etichetta di “lesbica”

Nella sua intervista al settimanale Oggi, la 57enne ha raccontato di come nella sua vita le sia capitata di essere etichettata come “lesbica”. E nelle bocca e nella mente di chi ha pronunciato quella parola, quel termine era stato immaginato come un insulto. Ma per Paola Turci non è così:

“Mi hanno sempre dato della lesbica, non l’ho mai considerato un insulto. A intenderla come offensiva sono solo gli omofobi o le persone profondamente ignoranti. Avrei potuto mangiarci sul quel pettegolezzo, invece ho rifiutato copertine, soldi. Il mio silenzio ha comunicato che non è necessario dire quello che sei”.

Un concetto molto importante che ricorda l’importanza del peso delle parole e anche della percezione sociale che si ha di alcuni termini che, in realtà, vengono utilizzati con sprezzante tono denigratorio. Senza neanche conoscere le basi. Ma nella sua intervista a Oggi, Paola Turci è andata anche oltre, raccontandosi e raccontando la sua vita e il suo essere:

“La riservatezza è un valore. E se la sessualità non ha limiti, non è detto che non debba averne la comunicazione della sessualità: raccontare quel che ti piace ti mette in una casella, e per fortuna oggi non c’è più bisogno di sceglierne una”.

Questione di etichette. Di voci da vocabolario che fanno parte di una vita scritta su carta. Mentre l’esistenza di ogni singolo essere umano è fatta di sfumature e non di schemi matematici in cui ad A corrisponde B e viceversa.

(Foto IPP/Andrea Oldani)

Potrebbe interessarti anche