Davvero l'ultimo video di Dado è razzista?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-02-20

Il video di Dado “Occidentali Carma” è accusato di essere razzista, lui si difende dicendo che in realtà prende in giro gli stereotipi degli xenofobi. Ma non si rende conto che lo fa utilizzando un espediente “comico” il cui contenuto razzista è molto noto: la blackface. Ma forse non lo sa

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Gabriele Pellegrini in arte Dado è un attore comico che piace a molti e come tutti i comici non piace ad altrettante persone. Il suo ultimo sketch pubblicato su YouTube ha suscitato però una buona dose di polemiche perché Dado è stato accusato di essere razzista. Molto probabilmente però Dado non è razzista ma semplicemente ignora certe problematiche che invece in paesi molto più sensibili del nostro alla questione del razzismo sono piuttosto note.

Se Dado ignora di essere razzista

Oggetto del contendere è la parodia del brano vincitore di Sanremo “Occidentali’s Karma” di Francesco Gabbani che per Dado diventa un invito “Occidentali Carma” (nel senso di calma). Il brano in sé non è razzista anzi mette alla berlina il modo di parlare degli immigrati che fanno certi razzisti (ad esempio Salvini). Ma non è quello che ha attirato l’attenzione di Declean Etyan in un pezzo pubblicato su Forbes. Etyan, che lavora a Milano e quindi ha una certa conoscenza del panorama politico e culturale italiano è rimasto sorpreso dall’utilizzo di quella che in lingua anglosassone si chiama blackface e che è l’espediente comico usato un tempo dagli attori bianchi per far ridere sui neri. Una scelta artistica molto in voga nell’America della segregazione razziale che però col tempo e grazie al fatto che sono emersi numerosi attori di talento (sì, anche attori comici) dalla pelle nera non è stata più necessaria. Ma più di ogni altra cosa la blackface veniva utilizzata per mettere alla berlina gli stereotipi più razzisti sulle persone di colore, un lusso che però non era concesso ai neri che non potevano schiarirsi la faccia per ridere sugli stereotipi dei bianchi. Il motivo? I bianchi erano (e sono tutt’ora) la classe dominante che ha sfruttato per secoli il lavoro della manodopera delle popolazioni di origine africana ridotte in schiavitù.
dado blackface razzismo occidentali carma parodia - 1
Quindi quando uno spettatore bianco, italiano, guarda lo sketch di Dado ascolta il testo e – se è abbastanza vecchio – al massimo pensa allo spot degli Anni Ottanta della liquirizia Tabù.  Anzi, a leggere i commenti sembra che qualcuno sia scandalizzato del fatto che Dado è troppo buonista, troppo amico dei negri visto che nella canzone ne prende le difese. Dubbio subito fugato dal comico nei commenti. Uno spettatore come Declean Etyan vede invece un bianco che si è dipinto la faccia di nero (e indossa pure i guanti bianchi, in omaggio alla peggiore tradizione della blackface). Questo perché uno spettatore che ha la pelle nera sa che la blackface è un espediente comico per fare della comicità a buon mercato sulla pelle dei neri. Certo, i bianchi dicono che è “solo per far ridere” e che non c’è nessun intento razzista o discriminatorio, ma in realtà c’è, storicamente c’è stato e continua ad essere percepito come un insulto così come ha dimostrato il caso della blackface fatta con Photoshop dalla giornalista ungherese Boglarka Balogh che pure era animata da buonissime intenzioni ma che forse non era consapevole di stare utilizzando un espediente narrativo considerato oltraggioso dalla comunità nera. Negli Stati Uniti, dove il problema è particolarmente sentito alcuni episodi di blackface hanno causato l’espulsione degli studenti dall’Università o accese polemiche sul rispetto del diritto a esprimere la propria opinione in contrasto con il sentire politicamente corretto.
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Qualcuno ha fatto notare a Dado il problema ma lui un po’ fa finta di non capire e un po’ risponde come Randall in Clerks 2.
https://www.youtube.com/watch?v=dWdVwt2deY4
Negli ultimi anni anche l’Olanda sta prendendo coscienza del fatto che una delle sue più famose tradizione natalizie, quella degli Zwarte Piet (gli aiutanti neri di Sinterklaas/San Nicola) sia in realtà una tradizione parecchio razzista. Gli Zwarte Piet sono infatti interpretati da bianchi che si dipingono la faccia di nero e che parlano male l’olandese. Per un paese come l’Olanda che ha un passato coloniale rappresenta un serio problema perché continua a ribadire vecchi e stereotipi razzisti. Ora probabilmente conoscendo Dado è difficile dire con sicurezza che il suo intento fosse quello di far ridere con facile razzismo del resto la canzone è proprio contro i pregiudizi degli italiani sugli stranieri. Certo però l’ignoranza non è mai una giustificazione e il fatto di usare l’espediente dei neri contrapposti agli occidentali (ovvero ai bianchi) denota se non altro quello che già sappiamo: la poetica di Dado non è proprio la vetta della comicità italiana. Il fatto però che nessuno si sia accorto della blackface può avere due tipi di lettura: il nostro Paese non è ancora sufficientemente sensibile alla tematica (vuoi perché i neri qui da noi sono ancora una “novità”) oppure perché semplicemente – e tristemente – non consideriamo certi epiteti o atteggiamenti un’offesa razzista. Eppure anche in Italia la questione della blackface come razzismo mascherato è stata sollevata più volte, ad esempio da Vice in occasione di una festa “a tema” a Milano oppure dopo le polemiche a questo spot di una squadra di baseball.

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