La partita dei capigruppo dimostra che il PD è ancora in mano a Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-03-28

Renzi ha il coltello dalla parte del manico, questa partita lo dimostra e chiunque abbia necessità dei voti del PD dovrà parlare con Renzi, non con Martina. Di Maio e Salvini sono avvisati

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Dimissionario, sì, ma con stile. La giornata di ieri è stata caratterizzata dall’elezione all’unanimità (!) dei capigruppo del Partito Democratico e ha dimostrato platealmente che il partito è ancora in mano a Matteo Renzi. Il quale ha ottenuto l’elezione del suo fedelissimo Andrea Marcucci a capo dei senatori e quella di un uomo non ostile come Graziano Delrio, considerato prima renziano e poi progressivamente allontanatosi ma comunque anche oggi considerato non ostile. Tommaso Ciriaco di Repubblica nella cronaca della giornata di ieri fa i numeri e spiega che non c’è spazio per le discussioni:

Sono le 14.30, manca un’ora alla conta. Renzi lancia un’idea che per tutti è però soltanto una provocazione: «Se volete, mettiamo Teresa Bellanova a Palazzo Madama». È forse l’unica senatrice più renziana del renzianissimo Marcucci. Nessuno è d’accordo. «Contiamoci», fanno sapere dalla minoranza. «Contiamoci», risponde il senatore di Rignano.

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La conta dei renziani e dei non-più renziani (Il Messaggero, 12 marzo 2018)

I calcoli dei renziani sono impietosi. Dicono: 84 deputati su 113, 40 senatori su 55. Martina telefona ai big dem, poi si incontrano al Nazareno. «Non posso far altro che lasciare, questa è una sfiducia al mio lavoro». Per Renzi va bene così. «Faccia quel che vuole». In realtà non conviene neanche a lui spaccare adesso il partito, quando la legislatura è appena cominciata.

Ecco quindi che le varie conte sui renziani e i non più renziani cominciate sui giornali subito dopo le elezioni (con qualche errore madornale visto che Zingaretti non è mai stato renziano) oggi vanno definitivamente a farsi benedire. Così come diventa quasi “accademico” il (finto) dibattito sulle possibilità di un avvicinamento del Partito Democratico al MoVimento 5 Stelle in chiave governo: Renzi ha il coltello dalla parte del manico, questa partita lo dimostra e chiunque abbia necessità dei voti del PD dovrà parlare con Renzi, non con Martina. Di Maio e Salvini sono avvisati.

Leggi sull’argomento: Il Terzo Uomo tra Di Maio e Salvini

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