Coronavirus: le speranze di cura con i farmaci antivirali e antinfiammatori

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-16

Il Remdeviris, il Tocilizumab, il Lopinavir e il farmaco biologico monoclonale specializzato nell’aggredire SARS-COV-2

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Le cure per pazienti con Covid-19, la malattia da nuovo Coronavirus SARS-COV-2, vengono in primo luogo dai lavori pubblicati da ricercatori e medici di Wuhan, la prima città colpita dalla pandemia. Dopo la vicenda della cura 47D11 che viene dall’Olanda, il Corriere della Sera le riepiloga oggi in un articolo a firma di Margherita De Bac:

Non esistono antivirali specifici contro il coronavirus Sars-CoV-2. Fin dall’inizio dei focolai verificatisi in Cina, i medici hanno fatto ricorso a molecole studiate e già in commercio per combattere infezioni di altro tipo ma causate da gruppi di agenti patogeni cui appartiene anche il nuovo «nemico», i retrovirus. Si tratta di formulazioni anti-Hiv (il virus responsabile dell’Aids) a base di Ritonavir e Lopinavir, in combinazione con vecchie sostanze antimalaria, la clorochina e l’idrossiclorochina che hanno un’azione antinfiammatoria e infatti sono utilizzati anche per l’artrite reumatoide.

Nella lista delle terapie anche un antivirale in sperimentazione in Cina, Remdesivir, studiato dall’azienda Gilead per la Sars e poi Ebola e finora consegnato gratuitamente agli ospedali che ne hanno fatto richiesta secondo la procedura dell’uso compassionevole (previsto quando non esistono alternative e se il paziente è in gravi condizioni).

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Coronavirus: i farmaci e le cure (Corriere della Sera, 16 marzo 2020)

Poi c’è il Tocilizumab:

Una delle speranze terapeutiche è un farmaco nato per l’artrite reumatoide, malattia cronica caratterizzata da un’infiammazione che provoca dolore, rigidità muscolare e difficoltà di movimento. Ed è proprio l’infiammazione il comune denominatore di artrite e Covid. Nei casi di polmonite grave può infatti subentrare una «tempesta di citochine», sostanze che vengono prodotte in eccesso dall’organismo per difendersi dal virus e vanno ad infiammare i polmoni. Tra queste la più pericolosa è l’interleuchina 6, bersaglio di questo farmaco in commercio da diversi anni per l’artrite, prodotto da Roche. Disinnescare l’infezione polmonare significa evitare che il paziente vada in terapia intensiva.

Infine c’è l’anticorpo biologico:

L’Università di Utrecht ha pubblicato sul sito BioRxiv una ricerca che dimostrerebbe la validità di un farmaco biologico, un anticorpo monoclonale, specializzato nell’aggredire il Sars-CoV-2, capace di riconoscere il recettore con cui il virus si aggancia alla cellula umana. Ma i tempi perché venga prodotto sono molto lunghi.

Leggi anche: «47D11: la cura per il Coronavirus arriva dall’Olanda»

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