Economia

I “furbetti” dell’Ecobonus

Giovanni Drogo 27/03/2019

A quasi un mese dall’arrivo degli incentivi statali su auto elettriche ed ibride la rivista Quattroruote ha scoperto che molti concessionari hanno approfittato dell’Ecobonus per alzare i prezzi. In pratica comprare un auto ecologica costava di meno a gennaio, prima dell’arrivo delle agevolazioni di Stato

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Vuoi vedere che forse aveva ragione Toninelli quando spiegava di aver scelto di comprare un auto diesel al posto dell’elettrica perché le ibride costano troppo? Se nemmeno uno che prende quasi 100mila euro l’anno di stipendio può permettersi un’auto ecologica allora come fa un comune cittadino? La risposta del governo del Cambiamento sono stati gli incentivi per l’acquisto delle ibride e delle auto elettriche con un prezzo di listino inferiore ai 50 mila euro (più Iva). Quattroruote però ha scoperto che alla fine l’ecobonus è una mezza bufala.

L’ecobonus che non c’è

Ad anticipare l’esito dell’inchiesta che verrà pubblicata sul numero di aprile della rivista è Libero che oggi spiega come i concessionari stiano facendo i furbetti dell’incentivo. Formalmente gli l’ecobonus per l’acquisto di vetture elettriche e  di auto ibride plug-in a basse emissioni è partito il 1 marzo. Per il 2019 il governo ha stanziato 60 milioni di euro che però non sono disponili tutti subito ma verranno dilazionati nel tempo. Si parte con una prima tranche da 20 milioni di euro  utilizzabili nell’arco di 120 giorni. Secondo Quattroruote però quando si va nei concessionari per acquistare una delle auto per cui il governo ha stanziato gli incentivi la musica cambia.

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La rivista ha visitato 22 concessionari. Una prima volta a gennaio, quando Di Maio aveva annunciato l’ecobonus ma non erano ancora stati definiti i criteri e stanziati i fondi perché la Legge di Stabilità non era ancora in vigore. Una seconda volta a marzo dopo che l’ecobonus è diventato operativo (anche grazie al portale dedicato sul sito del MISE). I risultati dell’indagine sono però scoraggianti. Perché in quattordici concessionari Quattroruote ha rilevato che lo sconto praticato a gennaio sulle vetture elettriche e ibride era maggiore di quello offerto a marzo. In pratica ad un automobilista conveniva acquistare la macchina nuova prima dell’arrivo degli incentivi stanziati dal governo Conte che dopo.

A rimetterci è sempre chi compra

Durante le visite Quattroruote ha rilevato che solo 8 concessionari hanno applicato una riduzione del prezzo finale “apprezzabile” ovvero tra i mille e i duemila euro. Vale la pena di ricordare che in base alla classe di emissioni le agevolazioni  possono arrivare fino a 6.000 euro per le vetture nella fascia 0-20 g/km di CO2 (4.000 senza rottamazione dell’usato) e 2.500 euro per le macchine che si posizionano nella fascia 21-70 g/km di CO2 (che scendono a 1.500 senza rottamazione). La legge stabilisce espressamente che il contributo statale è corrisposto dal venditore all’acquirente mediante compensazione con il prezzo d’acquisto. Ma cosa succede se il venditore approfitta degli incentivi per ritoccare i prezzi al rialzo? Non sta sicuramente truffando nessuno, ma a rimetterci è il mercato dell’auto ibrida che risulterà meno “interessante”.

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Un caso eclatante è quello registrato in  un concessionario milanese. A gennaio il venditore aveva messo in vendita un’auto elettrica (una Golf che di listino costa 40mila euro) con uno sconto del 24,7% che però è stato praticamente azzerato una volta che sono entrati in vigore gli incentivi. Stessa storia in altri concessionari che l’ecobonus si è “mangiato” gli sconti dei rivenditori. E tra l’altro nella maggior parte dei concessionari i due sconti – quello del riventitore e quello statale – non erano indicati separatamente come prevede la legge creando ulteriori difficoltà e opacità per il consumatore che fatica in questo modo a rendersi conto dell’entità del ribasso “di listino” rispetto a quello degli incentivi governativi. Ovviamente non è colpa del governo o di Di Maio se qualcuno prova a giocare sul prezzo aumentando il margine di guadagno. Viene però da chiedersi se alla fine la politica degli incentivi non possa diventare controproducente. Se i consumatori dovessero accorgersi che i prezzi invece che scendere iniziano a salire (o nel migliore dei casi rimangono stabili) potrebbero decidere di fare come Toninelli, ovvero scegliere una vettura poco inquinante come un diesel classe 6D-Temp e magari risparmiare qualcosina. E chi potrebbe biasimarli se nemmeno dal governo arriva il buon esempio?

Leggi sull’argomento: Il taglio delle bollette di luce e gas per fare un favore al governo

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