Le urla di Ciro Grillo: “Me la sono portata a casa perché me la volevo sc…”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-05

La versione dei fatti dell’amica della ragazza che ha denunciato: spiega di essere stata svegliata nella notte dalle urla di Ciro Grillo che si lamentava perché S. si era appartata in una camera con uno dei suoi amici

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Il Fatto oggi pubblica i verbali che riportano la versione dei fatti dell’amica della ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici di stupro

 

Le urla di Ciro Grillo: “‘Me la sono portata a casa perché me la volevo sc…”

Roberta e Silvia sono nomi di fantasia. Roberta, secondo quanto scrive il Fatto, spiega di essere stata svegliata nella notte dalle urla di Ciro Grillo che si lamentava perché Silvia si era appartata in una camera con uno dei suoi amici:

Sono le sei di mattina e Roberta ha perso di vista da la sua amica S.J., a cui ci riferiremo come Silvia. I carabinieri della compagnia Milano-Duomo – è il 27 agosto 2019 –chiedono a Roberta se ricorda o ha sentito qualcosa. La ragazza dice di essersi svegliata tre volte: “In un’occasione Ciro Grillo urlava a uno degli altri in corridoio, era arrabbiato perché Silvia era in camera con qualcuno, io ho subito pensato a Corsiglia: ‘Io me la sono portata a casa perché me la volevo scopare, invece se la sta scopando lui’. L’amico provava a calmarlo: ‘Tanto era brutta, ne troviamo un’altra domani’ ”. Roberta viene svegliata altre due volte. “In un caso mi si è avvicinato Ciro, che mi ha chiesto se ero sicura di voler dormire sul divano o se volessi andare con lui. Gli rispondevo che stavo benissimo lì e lui si è allontanato senza insistere”. L’ultima volta è Silvia a svegliarla: “Era accovacciata accanto a me in accappatoio e piangeva. Le ho chiesto cosa stesse succedendo, ma lei singhiozzava. Nel frattempo è arrivato uno dei ragazzi, che le ha chiesto se andasse tutto bene. Lei gli ha dato le spalle, per non farsi vedere piangere. Io ho risposto di sì per farmi dire cosa era successo. Ma lei dopo aver pianto ancora si è calmata e mi ha detto di non preoccuparmi, che stava bene”

Il pianto di Silvia viene confermato anche dalla mamma che, come pubblicato su La Verità, racconta nel verbale: “S. era andata piangendo dall’amica, che ancora dormiva e le aveva chiesto di andare via perché nel frattempo era stata violentata. L’amica confusa aveva alzato le spalle senza dire nulla e si era rimessa a dormire. R. è stata spesso a casa nostra e anche S. è stata sovente sua ospite, per quello che so non aveva un rapporto trasparente con la madre, ha un carattere molto forte, dominante anche su mia figlia che è una persona più genuina”. Il pomeriggio del 17 R. e S. lasciano la casa dei presunti abusi e tornano al b&b. “S. mi ha detto che ha comprato la pillola del giorno dopo in farmacia, non so dire se con R., e mi ha detto che stava male e che avvertiva dolori fisici alle parti intime, alla testa, alla bocca e alle gambe. Stava molto male”. Nei giorni seguenti la mamma si rende conto “che qualcosa non andava, perché S. era sempre stanca e nervosa, un po’ irascibile”. “Siamo in confidenza con i titolari del b&b e chiediamo sempre loro di informarci su tutto, per esempio le nostre figlie erano in compagnia di qualcuno – racconta ancora la donna ai carabinieri – e conoscevamo anche il gruppo di kite che frequentava mia figlia. Era un contesto che ritenevamo sicuro e che era sempre stato tranquillo e controllato fino alla sera in cui è arrivata R.”. Il venerdì sera, 19 luglio, “al nostro arrivo eravamo consapevoli di trovare S. con un po’ di febbre, a causa di un’insolazione, perlomeno questo è quello che ci aveva raccontato. Appena l’abbiamo vista ci siamo però resi conto che le sue condizioni erano pietose, tremava come in preda alle convulsioni”.

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