La Chiesa non ha nulla da dire su Guerrina Piscaglia e Padre Graziano?

di dipocheparole

Pubblicato il 2015-01-22

Una donna scomparsa dal maggio scorso. Un prete che le indagini considerano in qualche modo coinvolto. E un po’ di moral suasion che non guasterebbe, anche a calci e pugni se Papa Francesco vuole

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Quando, con calma, avrà finito di citare De Gregori e Robert De Niro, sarebbe carino se Papa Francesco intervenisse nella faccenducola di poco conto di Guerrina Piscaglia e di Padre Graziano, alias Gratien Alabi. La vicenda fa parte della cronaca nera e non occupa un grande spazio quindi negli spazi dedicati alla cronaca nazionale. Lui, frate congolese, era atteso dalla diocesi di Saint Cloud in Francia, dove la congregazione africana cattolica di cui fa parte lo aveva trasferito. Deve invece restare in Italia per decisione delle autorità, visto che è indagato – per ora – per favoreggiamento nel sequestro (presunto) della Piscaglia, ma le indagini e soprattutto il comportamento del prete di fronte agli inquirenti meriterebbero un pugno o un calcio nei testicoli, come direbbe Bergoglio.

Guerrina Piscaglia
Guerrina Piscaglia

GUERRINA PISCAGLIA E PADRE GRAZIANO ALIAS GRATIEN ALABI
La storia è questa. Guerrina Piscaglia è scomparsa da Arezzo nel maggio scorso. La donna abitava a Ca’ Raffaello, frazione di Badia
 Prataglia nell’Aretino, ed era sposata. Padre Gratien davanti agli inquirenti ha raccontato di conoscere Guerrina Piscaglia da circa un anno e mezzo e di frequentare la sua casa, così come lei frequentava la parrocchia di Ca’ Raffaello. Ha, poi, dichiarato di essersi scambiato con lei “moltissimi” sms. In alcuni di questi Guerrina gli avrebbe detto di essere incinta e che lui era il padre. Lui ha negato di aver avuto rapporti con la donna e quindi di essere il padre del bimbo che la donna, secondo quanto diceva, aveva in grembo. Anche se ci sarebbero delle telefonate tra Guerrina Piscaglia e padre Gratien Alabi tra il 30 aprile e il 1 maggio 2014 ma nessun sms mandato dalla donna di cui lo stesso frate parlò il 18 agosto quando fu sentito dal pm Ersilia Spena nell’ambito delle indagini sulla scomparsa della donna da Ca Raffaello nell’Aretino. Stando alle analisi tecniche a cui le sim card del religioso sono state sottoposte da parte degli esperti della polizia postale attraverso strumenti specifici, la sim non conterrebbe alcun sms tra Guerrina e Padre Gratien ne’ il 30 aprile, giorno antecedente alla scomparsa, ne’ il primo maggio. Le parole relative all’invito di Guerrina per sms così come riferito dal religioso (“vengo e ti cucino il coniglio poi facciamo l’amore”) potrebbero riferirsi invece ad un colloquio telefonico avvenuto tra i due proprio quel giorno di cui il tabulato riporta traccia senza tuttavia possibilità di ricostruirne il contenuto. Intanto dalle indagini emergono particolari dall’esame dei computer di padre Gratien Alabi. C’è stato anche un incidente probatorio per ascoltare una giovane, amica di padre Gratien, a cui il frate dava una mano e con la quale avrebbe avuto un’amicizia particolare emersa dai testi degli sms recuperati dalla polizia postale. “Padre Gratien è particolarmente provato – ha fatto sapere il suo legale Giuseppe Fanfani – e sara’ costretto a cambiare casa a Perugia per ritrovare un po’ di serenità dal momento che ogni giorno subisce l’appostamento dei media”. Intanto la trasmissione “Chi l’ha visto” ha anticipato che parlando a un amico padre Gratien avrebbe aggiunto nuovi dettagli sulla descrizione dell’uomo insieme al quale, secondo lui, Guerrina Piscaglia il primo maggio dello scorso anno si sarebbe allontanata. Si tratterebbe di un uomo di Ca Raffaello, la stessa piccola frazione di Badia Tedalda dove la donna abitava, che guiderebbe un’auto grigia e avrebbe un cane bianco. Nel computer del prete è stata anche trovata una foto di una suora nuda dalla cintola in giù.
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Padre Graziano alias Gratien Alabi

LA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE
Ma c’è un problema. Il prete, dopo i primi colloqui con la polizia, davanti ai pubblici ministeri si è avvalso della facoltà di non rispondere, sia a settembre che a gennaio. Il suo legale ha ribadito che la posizione del suo assistito, alla luce di mancanza di novità investigative, resta la stessa: “a lui non è imputato neppure il ruolo di comprimario nella vicenda della signora Guerrina Piscaglia, ma il favoreggiamento in sequestro di persona o omicidio. Il non parlare non e’ scortesia nei vostri confronti ma solo un’esigenza difensiva”. Da parte sua, la procura di Arezzo sta acquisendo i video delle due interviste rilasciate da padre Gratien alle trasmissioni tv Chi l’ha visto? e Quarto grado e punta sul risultato delle analisi che verranno effettuate sui computer del religioso. Inoltre un altro particolare inquietante riguarda l’sms ricevuto da un’amica di Guerrina dieci giorni dopo la sua scomparsa proprio dal suo cellulare. Giulia, preoccupata per la sorte della Piscaglia era andata a raccontare i suoi dubbi all’ex parroco di Ca’ Raffello, don Arialdo, sul rapporto tra lei e Padre Gratien. Don Arialdo incontra padre Graziano. Poco dopo Giulia ha ricevuto uno strano sms dal telefonino di Guerrina. “Ti ho mandato un messaggio perché mi fido, ma sono delusa. Hai invitato qualcuno a casa tua e hai parlato male di un uomo di Dio per la mia situazione. Nessuno di lì mi ha fatto sparire sono dal mio moroso, bisogna avere timore di Dio, sei bugiarda e piena di falsità, non ti manderò più nessun messaggio”. A quel punto si rivolge a Monsignor Dallara, il vicario generale di Arezzo, che però la consiglia di non rivelare la vicenda ai Carabinieri. In più, secondo altre risultanze investigative, Padre Graziano dopo la scomparsa di Guerrina ha fatto sesso con una ragazza giovanissima, l’ha conosciuta nel paese in cui vive, le ha offerto una birra, e l’ha invitata a casa, e con lei ha avuto dei rapporti sessuali pagati con pochi euro e con ricariche telefoniche. A prescindere dal lavoro degli investigatori, pare sinceramente il caso che la Chiesa intervenga in una vicenda del genere, se non altro con la sua moral suasion per chiedere di collaborare senza trucchi alle indagini di tutti i presunti innocenti finora coinvolti nella vicenda. Compreso quel signore che consiglia di non rivolgersi alla polizia. Dalle parti di Papa Francesco non prudono le mani (metaforicamente, s’intende) a nessuno?
 

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