L'ultimo giro di giostra per Charles Manson

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-11-16

L’assassino di Sharon Tate e capo della Family che aspettava l’Helter Skelter è stato ricoverato tre giorni fa in ospedale e per lui non ci sarebbe più nulla da fare. È l’ora della fine per uno dei più famosi serial killer americani

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Charles Manson è in fin di vita. A riferirlo è il sito Tmz.com che dà notizia che uno dei più famosi e spietati assassini della storia americana è stato ricoverato in ospedale. A quanto pare ormai “è solo questione di tempo” perché stando ad una fonte vicina a Manson il quadro clinico non ha alcuna possibilità di miglioramento. Manson era stato trasferito all’ospedale di Bakersfiel (California) tre giorni fa e da allora è sempre rimasto sotto la sorveglianza di cinque agenti armati. Ad 83 anni Charles Milles Maddox – questo il suo vero nome – fa ancora paura.

Charles Manson in fin di vita ricoverato in ospedale

Non è la prima volta che Manson viene ricoverato nel corso del 2017. A gennaio venne operato per un problema di sanguinamento all’intestino ma venne dimesso e ricondotto al penitenziario di Corcoran dove sta scontando l’ergastolo. Per dodici volte Manson ha chiesto di poter ottenere la libertà vigilata ma – complice anche il fatto che non è mai stato un detenuto modello – gli è sempre stata negata. Inizialmente Manson – che prima di diventare il killer che tutti conoscono aveva avuto diversi precedenti penali per furto e rapina – era stato condannato alla pena di morte. La pena fu commutata dopo che lo Stato della California decise di abolire la pena capitale.

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Charles Manson oggi, foto via Wikipedia.org

La vita di Manson è stata segnata fin dalla nascita dalla miseria e dalla violenza. Nel 1939, quando aveva cinque anni la madre fu costretta a lasciarlo in custodia da una zia perché doveva scontare una pena per alcune rapine. Una volta uscita dal carcere la madre provò a farlo inserire in una casa famiglia, non potendo prendersene cura, ma senza riuscirci. La prima condanna per furto a carico del giovane Manson arrivò all’età di 13 anni. A 17 anni Manson finì in riformatorio e una volta uscito, nel 1958, si guadagnò da vivere facendo il magnaccia per una prostituta di 16 anni. Negli anni seguenti Manson continuò ad entrare e uscire di prigione per una serie di crimini minori al punto che a 32 anni aveva trascorso in carcere (e in riformatorio) più di metà della sua vita.
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L’apice della carriera criminale arrivò una decina di anni dopo. Nel 1969 Manson è stato il mandante di due efferati omicidi, commessi da alcuni membri della sua setta “The Family“. Nella notte tra l’8 e il 9 agosto 1969 alcuni adepti di Manson, da lui meticolosamente istruiti, fecero irruzione nell’abitazione dell’attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, che era incinta di otto mesi. Assieme alla Tate e al figlio gli assassini inviati da Manson uccisero altre quattro persone. Prima dell’omicidio Manson diede l’incarico ai suoi di lasciare un messaggio, un segno, e così uno dei killer scrisse la parola “pig” (maiale) sulla porta dell’abitazione con uno straccio intinto nel sangue di Sharon Tate. Il giorno successivo, il 10 agosto, la Family uccise Pasqualino Antonio “Leno” LaBianca e sua moglie Rosemary. Manson è stato inoltre riconosciuto come mandante dell’omicidio di Gary Hynman e di Donald Shea, un membro della setta.

L’Helter Skelter di Charles Manson e i Beatles

Le ragioni che spinsero Manson e la Family a pianificare e ordinare gli omicidi vanno ricercate, a suo dire, nel culto dell’Helter Skelter. Manson aveva infatti rielaborato il significato dell’omonima canzone scritta da Paul McCartney e contenuta nel White Album dei Beatles (1968) in una chiave post-apocalittica.


Secondo Manson l’Helter Skelter sarebbe stato il momento dell’inizio di una guerra totale basata su motivazioni razziali e gli omicidi della Family avrebbero accelerato il processo dando la stura alle tensioni razziali e contribuendo a far esplodere il conflitto tra bianchi e neri. Solo i membri della Family si sarebbero salvati dall’Helter Skelter grazie al loro “rifugio sotterraneo”.

Ad avere un contenuto “satanico” non è quindi la canzone dei Beatles, che infatti parla di tutt’altro (Helter Skelter è il nome di un’attrazione dei luna park).  Nel corso del suo periodo a guida della Family Manson ha fornito numerose interpretazioni “alternative” dei testi dei Beatles. Nella maggior parte dei casi i versi di alcune canzoni (Honey Pie, Don’t Pass Me By, Yer Blues) volevano dire che i Beatles erano alla ricerca di Gesù Cristo. Altre, come Blackbird, invece erano la prova che i Beatles stavano pianificando l’insurrezione dei neri mentre in  in Happines is a warm gun secondo Manson i Beatles stavano dicendo ai neri di prendere le armi e iniziare la rivolta. È chiaro quindi che Manson ha “rubato” le canzoni del quartetto di Liverpool fornendone alla sua setta un’interpretazione che giustificasse la sua visione del mondo e i loro crimini. Ed è per questo che nella versione di Helter Skelter degli U2 (contenuta in Rattle and Hum) Bono dice «This song Charles Mason stole from the Beatles, we’re stealing it back».

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