Caro direttore, non sono massone

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-29

Carlo Salvatori scrive una lettera alla Gazzetta di Parma per difendersi dall’accusa

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Carlo Salvatori, banchiere e dirigente d’azienda italiano, presidente di Lazard Italia, di Banca Monte Parma e presidente di Allianz Assicurazioni, scrive oggi una lunga lettera al direttore della Gazzetta di Parma per difendersi da un’accusa che di questi tempi non è nemmeno tanto originale: quella di essere massone e di far parte della massoneria.

Carissimo direttore,
mi rivolgo a te, direttore di un giornale da tutti apprezzato per la serietà e l’impegno con cui assolve al delicato compito di informare la gente. Mi rivolgo a te chiedendoti di pubblicare questa mia, intesa a chiarire gli aspetti di due notizie riportate in un ampio resoconto di un settimanale locale, noto ai parmigiani per le sue interpretazioni disinvolte e spesso malevoli di fatti e circostanze.
La prima notizia è quella, vera, della mia nomina nel Consiglio di Sovraintendenza dello IOR Di questa nomina sono felice ed orgoglioso: dei risultati conseguiti nel mio percorso nel mondo della finanza, considero questa nomina il riconoscimento massimo al quale un professionista cattolico, come me, potesse aspirare: servire il Santo Padre per contribuire a migliorare una sua istituzione.
La seconda, falsa, posta in evidente contrapposizione alla prima, è la asserita mia appartenenza ad una loggia massonica parmigiana. Una premessa doverosa Io ho grande rispetto per la Massoneria Credo di conoscere quale sia stato il suo contributo alla storia di Italia: Garibaldi, Cavour, e non solo. Credo di sapere di persone di valore e di indiscussa serietà morale e professionale che vi hanno fatto parte o che vi fanno parte. Ma io sono un Cattolico, lo sono sempre stato. Lo è sempre stata la mia famiglia Coloro che mi conoscono sanno quanta attenzione abbia sempre posto e quanto mi sia conformato agli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa Ho applicato quegli insegnamenti ai miei comportamenti di uomo e di professionista inserito nel mondo della economia e della finanza del nostro Paese. Ebbene, semplicemente, la concezione massonica, che rispetto, non è compatibile con la mia militanza cattolica. Ed ora vengo al punto. Io sono a Parma, cittadino di questa bellissima città, da oltre 40 anni.

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Carlo Salvatori

In questi 40 anni non ho mai saputo di una Loggia Lenzi, o altre, non vi sono mai entrato, non so dove siano, non ho mai conosciuto persone che sapessi appartenere alla Massoneria parmigiana (le avrei certamente salutate e dato loro la mano), nessuno mi ha mai chiesto di fame parte. Se quel settimanale ha ritenuto di pubblicare quelle notizie, dando grande enfasi – bontà loro, forse mi considerano uno che “serve” per vendere qualche copia in più – o se le sono inventate, probabile, o se le sono costruite con dei falsi, altrettanto probabile. Come reagire? Io posso solo fare appello a tutti coloro che mi conoscono. Rivendico una credibilità che deriva da una storia umana (la mia famiglia e le mie amicizie di cui sono orgoglioso) e da una storia professionale che mi ha dato soddisfazioni (BNL, Banca Emiliana, Cariparma, Ambroveneto, Banca Intesa, etc…). Ho costruito la mia storia professionale, credo mi si possa dare atto, nella ricerca dei buoni risultati patrimoniali ed economici, purché pere sostenibili nel tempo. Cioè conseguiti nel rispetto di tutti i portatori di interesse, gli azionisti certamente, ma anche i dipendenti, i clienti, la società civile nel suo complesso. Io ho sempre avuto rispetto per tutti: ritorna qui l’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa. 11 assicuro, caro direttore, dopo questa mia, se tu avrai la cortesia di pubblicarla, non ci saranno altri miei interventi. Non disturberò il tuo giornale né farò ricorso ad altre forme di comunicazione.
Chiudo qui la vicenda e chiudo qui anche eventuali vicende future. So benissimo che corro il rischio, forse ne ho la certezza, che la pubblicazione in questione troverà altri modi per mettere in evidenza in maniera sub-dola me e la mia famiglia. Lo ha già fatto in passato, non è la prima volta, una volta – guarda la coincidenza – nel periodo in cui assunsi la presidenza del gruppo Unicredit. Perché? Sono cose che vanno molto indietro nel tempo, al tempo del mio servizio in Banca Emiliana. Non apprezzai comportamenti scopetti nei confronti della banca, agii di conseguenza. Sono a posto con la mia coscienza di uomo e di professionista. Troveranno ancora il modo di chiamarmi in causa Non ho reagito in passato, lo faccio in questo modo questa volta, non reagire più. Chi mi conosce saprà valutare. Questo dovevo, per il rispetto e la gratitudine per la gente di Parma e le sue Istituzioni, che mi hanno accolto tanti anni fa, mi hanno assegnato un premio S. Dario del quale anche sono orgoglioso, e mi hanno aiutato ad essere quello che oggi sono.
Carlo Salvatori

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