Bomba d’acqua: come si forma un temporale violento

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-22

A 24 ore dall’inondazione i meteorologi della Protezione Civile sono ancora al lavoro per ricostruire la dinamica di un nubifragio che si aggira sui 100 millimetri di pioggia all’ora: 100 litri al metro quadro

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La locuzione bomba d’acqua è un termine giornalistico coniato dai mass media italiani come libera traduzione dell’inglese cloudburst per indicare un violento nubifragio come quello del Parco del Pollino. In un’infografica oggi Repubblica riepiloga come si forma un temporale violento mentre a 24 ore dall’inondazione, i meteorologi della Protezione Civile sono ancora al lavoro per ricostruire la dinamica di un nubifragio che si aggira sui 100 millimetri di pioggia all’ora: 100 litri al metro quadro.

«È avvenuto in un’area così circoscritta che i pluviometri non hanno registrato nulla di rilevante» spiega Cacciamani. Questi strumenti sono distribuiti ogni 20-25 chilometri. «Abbiamo ascoltato i testimoni e stiamo analizzando i dati radar» spiega il meteorologo della Protezione Civile. Che però, come i suoi colleghi, è tutt’altro che stupito per quanto accaduto.

«Ci sono stagioni caratterizzate da periodi lunghi di alta pressione, chiamati blocchi» spiega Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio di modellistica climatica dell’Enea. «È quel che è avvenuto l’estate scorsa in Italia e quest’anno in Europa del Nord, a causa delle temperature calde in Artico a gennaio e al conseguente rallentamento della corrente polare a getto».

come si forma un temporale violento
Come si forma un temporale violento (La Repubblica, 22 agosto 2018)

Ma la fine di agosto nei cieli della penisola sta ricreando situazioni quasi tipiche di un “autunno caldo”. «La temperatura è alta, l’acqua evapora e i pendii dell’Appennino favoriscono la sua risalita verso gli strati più alti dell’atmosfera» sintetizza Sannino. «Qui da qualche giorno sono presenti correnti fredde discese da nord». L’aria calda che si trova sotto cerca di sfuggire alla sua scomoda posizione e crea instabilità.

«È come se una fonte di calore dal basso facesse ribollire l’atmosfera» descrive Cacciamani. «Tutto questo, nelle stagioni autunnali, avviene su più larga scala: in aree estese come intere Regioni e per periodi prolungati

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