Così i 5 Stelle vogliono il voto di cittadinanza alla Maturità

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-04-26

Il deputato M5S Luigi Gallo chiede al ministero di far usare un manuale di formule senza essere costretti «a sottostare alla forza bruta della memoria», cioè a studiarle

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La proposta è nata come petizione su Change.org: lasciare utilizzare un formulario scientifico nella prova di maturità. A lanciarla uno studente pistoiese Francesco Erpichini, aiutato dal suo prof di matematica Paolo Palumbo dell’Enrico Fermi di San Marcello. Ma adesso è arrivata persino in Parlamento. Racconta oggi il Corriere della Sera:

La petizione ha avuto poco meno di mille firme, che era l’obiettivo fissato dallo studente e dal suo prof. Ma la questione è approdata comunque in commissione cultura alla Camera portata dal deputato M5S Luigi Gallo, che ne ha fatto oggetto di una interrogazione alla ministra.
La tesi dei Cinque Stelle riprende quella della petizione: negli altri licei si usano vocabolari e manuali tecnici, allo scientifico solo la calcolatrice scientifica mentre sono vietati altri strumenti che si possano collegare in rete. Ma la risposta del sottosegretario Vito De Filippo alla possibilità di alleggerire un po’ il peso della maturità scientifica è no. Niente bigino. «Le conoscenze memorizzate diventano vive – scrive De Filippo – e, quindi, si trasformano in competenze solo attraverso l’attivazione del senso, della logica e del ragionamento, che sono il cuore dell’apprendimento.
Selezionare «cosa» ricordare è ciò che tutte le persone competenti fanno nel loro campo di interesse tramite una «mappa concettuale» e la costruzione di una gerarchia di contenuti; si tratta di un’operazione sofisticata e di grande valore culturale ed educativo, che necessita come nessun’altra del supporto e della guida del docente».

bignami maturità
Chissà perché, la questione posta dai 5 Stelle ha suscitato ironie come quella di Massimo Gramellini, sempre sul Corriere:

Quel briciolo di memoria che mi rimane basta a ricordarmi che la guerra al nozionismo e la sfiducia nelle autorità («Uno vale uno») non le ha inventate Grillo, ma il Sessantotto, che tra i suoi numerosi meriti ebbe però il demerito gigantesco di umiliare il talento e lo sforzo in nome di una falsissima idea di uguaglianza. Se la memoria non mi inganna, il prossimo passaggio sarà il 6 politico. Potrebbero chiamarlo voto di cittadinanza.

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