Micaela Quintavalle: tutta la storia della sindacalista “reintegrata” dal M5S in ATAC

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-07-04

Una vicenda paradossale che si incastra benissimo nel disastro percepito dei trasporti a Roma che il MoVimento 5 Stelle in due anni di governo è riuscito nell’impresa di peggiorare. Nessuno però l’ha ancora smentita. Chissà perché

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Ieri abbiamo parlato dell’incredibile storia raccontata da Repubblica Roma a proposito di Micaela Quintavalle, autista ATAC e sindacalista di Cambia-Menti sospesa dall’azienda per aver partecipato a un servizio televisivo sui flambus che è stata invitata in Campidoglio dal presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito e da Gianluca Londei, collaboratore dell’assessora ai trasporti Linda Meleo: i due, secondo il racconto del quotidiano, hanno invitato la Quintavalle per parlare della sua sospensione e, incredibilmente, per dettarle le regole per il suo reintegro.

Micaela Quintavalle e il M5S che decide in ATAC

Secondo il racconto del quotidiano a Quintavalle sono state poste tre richieste: una lettera di scuse per le sue denunce sulle condizioni di lavoro in Atac, quelle stesse denunce che avevano portato alla sua sospensione; la richiesta di due mesi di aspettativa non retribuita; l’accettazione ad abbandonare il ruolo di autista per diventare operatrice di stazione o verificatrice. Ora, è evidente a chiunque che se davvero il presidente dell’Assemblea Capitolina ha deciso di fare per mestiere il mediatore tra ATAC e i suoi dipendenti, basta dirlo (e dimettersi). Del resto era stata la stessa Quintavalle a indicare di votare e far votare proprio De Vito alle elezioni vinte dal M5S nel 2016. Fatto sta che la stessa autista e sindacalista ieri ha confermato il contenuto dell’incontro avuto con De Vito e Londei su Facebook, aggiungendo che stava per accettare prima di farsi convincere da suo padre (autoferrotranviere in pensione) e dal suo avvocato a dire di no.

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Non solo. La stessa sindacalista ha scritto che qualcuno le ha fatto sapere dopo la pubblicazione del pezzo che “se non si può salvare il salvabile è per colpa dell’articolo”. Ovvero, che se non troverà un accordo per rientrare in ATAC dopo tutto quello che è accaduto è per colpa delle notizie su De Vito e Londei. Il che sarebbe incredibile, se non altro perché ATAC è un serbatoio di voti impressionate da cui il M5S ha attinto a piene mani.

Le ingerenze del M5S in ATAC e i rapporti con i sindacati

Prima delle elezioni il MoVimento 5 Stelle ha a lungo corteggiato i sindacati ATAC. Quando la Quintavalle uscì allo scoperto per invitare a votare Marcello De Vito e Virginia Raggi più di qualcuno trovo la cosa abbastanza singolare. In fondo la Quintavalle era tra i dipendenti ATAC che a suon di scioperi selvaggi avevano contribuito ad indebolire la posizione di Ignazio Marino (che poi però è stato mandato a casa dal PD).
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Il risultato è stato che – secondo alcune fonti interne all’azienda – il 70% dei dipendenti aveva votato M5S alle amminsitrative. Dopo le elezioni invece il Comune si è impegnato ad interferire nella gestione dell’azienda. Provocando l’ira del DG nominato dal Commissario Tronca, Marco Rettighieri che in una lettera denunciò le ingerenze dell’Amministrazione Comunale nella nomina del personale. ATAC e Roma TPL sono stati due dei punti cardine della campagna elettorale del M5S, e qualcosa andava pur fatto. E quello che è stato fatto è stato concedere ai dipendenti della municipalizzata (ma anche a quelli di AMA) di fare come volevano. Ovvero lavorare di meno, guidare meno ore e premi “di produzione” in denaro ai dirigenti. Alla fine del 2016 infatti l’amministratore unico di ATAC Manuel Fantasia ha firmato un accordo con i sindacati RSU il 20 dicembre la cui caratteristica principale è l‘annullamento delle condizioni lavorative firmate un anno e mezzo prima e la diminuzione del monte ore di lavoro. Cancellando di fatto gli accordi firmati nel 2015 che prevedevano  la scomparsa dei benefit e l’aumento del monte ore da 736 a 950, oltre all’introduzione del badge e del timbro all’uscita e alla comparsa del parametro della produttività nel salario.

Lo sciopero di venerdì e il disastro percepito di ATAC

E mentre il M5S si dedica alla scelta delle mansioni e al reintegro del personale quando l’azienda è in fase di concordato preventivo, il sindacato Cambia-Menti annuncia uno sciopero per venerdì (4 ore) insieme all’UGL (24 ore): è giusto ricordare che il MoVimento 5 Stelle presentò una mozione in Aula Capitolina per far riconoscere da ATAC il sindacato di Quintavalle. E lei stessa scrive su Facebook che ATAC non le perdona che la procura sia entrata nelle officine per indagare sugli autobus che vanno a fuoco, oltre a ricordare di essere riuscita a entrare in azienda grazie alla tessera della CISL.

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Fonte: Facebook

Una situazione paradossale che si incastra benissimo nel disastro percepito dei trasporti a Roma che il MoVimento 5 Stelle in due anni di governo è riuscito nell’impresa di peggiorare, anche se l’assessora Meleo in tv ha il coraggio di sostenere che il servizio di ATAC stia addirittura migliorando.

Nessuno, però, si è ancora peritato di smentire il racconto di quanto accaduto secondo la versione di Quintavalle. Chissà perché.

Leggi sull’argomento: Come i Flambus stanno per esplodere in mano ad ATAC e al M5S di Roma

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