Anche l’Italia potrebbe optare per il modello austriaco su vaccini e Green Pass

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-16

La crescita dei contagi ha fatto suonare il campanello d’allarme. Si pensa a una strategia con la certificazione verde da utilizzare in una duplice veste: la prima per quel che riguarda la vita “sociale”, la seconda per il mondo lavorativo

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Nelle ultime settimane, l’aumento dei contagi è stato costante. Anche se l’Italia non ha ancora raggiunto i livelli di rischio epidemiologico che si stanno vedendo negli altri Paesi europei, il governo sta pensando alma modifica dello status quo con diversi cambiamenti per quel che riguarda le regole del Green Pass. Si parla non solo della durata, ma anche di una certificazione verde in duplice versione, andando a coprire (in modo differente) sia il mondo del lavoro che quello comunemente definito dello “svago”. Un qualcosa che, per certi versi, ricorda quanto deciso – ed entrato in vigore da ieri – in Austria.

Green Pass, l’aumento dei contagi fa cambiare le regole

L’eventuale futura e prossima decisione di un cambiamento sul fronte del Green Pass non dipenderà solamente dal numero dei contagi e dalla loro incidenza, ma anche dal numero di ricoveri (sia ordinari, con sintomi, che in terapia intensiva). Ma, come riporta il quotidiano La Stampa, le carte in tavola sembrano esser già definite: si dovrebbe – e questa sembra essere la prima indicazione che quasi sicuramente sarà seguita – ridurre la durata della validità della certificazione verde, passando dai 12 mesi attuali ai 9. Un discorso razionale, visto che studi hanno evidenziato il primo parziale calo dell’efficacia dell’immunizzazione dopo 6 mesi. E per questo motivo è necessaria un’opera di convincimento non solo nei confronti di chi ancora non si è vaccinato, ma anche per chi deve e dovrà sottoporsi alla dose “booster”.

L’altro aspetto che potrebbe portare a una modifica del Green Pass rispetto a come lo conosciamo ora, riguarda la duplice veste della certificazione verde. Il quotidiano La Stampa, infatti, spiega:

La seconda mossa sarà concedere lo svago solo ai vaccinati. Il Green Pass per cinema, teatri, stadi, bar e ristoranti verrebbe infatti rilasciato solo a chi ha completato il ciclo vaccinale e ai guariti da non più di sei mesi, escludendo il ricorso al tampone.

Per quel che riguarda il mondo del lavoro, invece, rimarrebbe tutto come ora: anche i non vaccinati potranno accedere in ufficio e negli altri luoghi di lavoro, dopo essersi sottoposti a un tampone rapido (ma anche molecolare). Un test da ripetere ogni 48 ore. Insomma, un Green Pass in duplice veste mentre a breve dovrebbe arrivare il nuovo decreto per rendere obbligatoria la terza dose per il personale sanitario, dipendenti della RSA e ospiti di queste strutture. Poi si procederà con l’apertura delle altre fasce per la somministrazione (volontaria) della dose booster. Dal 1° toccherà (ma in alcune Regioni come Lazio e Lombardia le prenotazioni sono state aperte già ieri) agli over 40. Poi, a cascata, toccherà a tutti gli altri.

(foto IPP/Paolo Lazzeroni)

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