La tentata censura a Gazebo e Nemo che ha fatto arrabbiare Alfano

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-25

Il ministro avrebbe provato a fermarne la messa in onda dei servizi sulla presentazione del suo nuovo movimento che prende il posto di NCD. Senza riuscirci

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Antonio Campo Dall’Orto è direttore generale della Rai dal 2015, ma Angelino Alfano si è accorto che è un dirigente inadeguato soltanto ieri. Il ministro degli Esteri già responsabile dell’Interno, che è riuscito meglio di Re Mida nel trasformare i pochi voti in oro, ieri se l’è presa con «la scelta peggiore di Renzi». «Farebbe prima a dimettersi lui che a chiudere trasmissioni. Il servizio pubblico ha fallito in tutti gli obiettivi, il diretto interessato dovrebbe prenderne atto, ma mi pare abbia la testa dura e tenda alla sordità». Ma la verità è che Alfano si è arrabbiato così tanto con Campo Dall’Orto non perché abbia acceso un televisore soltanto ieri: in realtà il ministro è arrabbiato perché ha protestato senza successo riguardo le gag su di lui dalla trasmissione Gazebo e il “funerale” di Ncd sceneggiato dall’ex jena Enrico Lucci a Nemo, giovedì scorso.

Angelino Alfano e la tentata censura a Gazebo e Nemo

Come raccontano Giovanna Casadio e Annalisa Cuzzocrea su Repubblica, Alfano si è arrabbiato per una serie di gag della trasmissione Gazebo che lo hanno visto protagonista, una delle quali è questo estratto dedicato al raffinatissimo nuovo logo del nuovo partito di Angelino.

Il nuovo partito di Alfano è stato protagonista anche di questo servizio di Leonardo Parata, andato in onda a Gazebo.
angelino alfano censura gazebo 1
Mentre Nemo di Enrico Lucci ha osato mandare in onda questo servizio in cui non riesce a consolarsi per la drammatica fine del Nuovo Centrodestra, il partitino che Alfano ha deciso di sopprimere dopo aver notato lo scarso appeal (eufemismo) nei confronti degli elettori.

Scrive Repubblica che il ministro avrebbe provato a fermarne la messa in onda. Senza riuscirci. «Non sono neanche editti, ma capricci – dice Freccero al quotidiano – tutto questo è stancante, non c’è mai un’analisi fatta per il bene dell’azienda».

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