Il marito di Virginia Raggi e la borsa di Hermes “honesta”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-31

Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla borsa Hermes Kelly di Virginia Raggi il marito della sindaca rivela che in realtà quella non è una Hermes originale ma un modello terribilmente simile creato da un grandissimo artigiano romano del quale su Internet non si trovano molte tracce

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La settimana scorsa Virginia Raggi ha scritto un duro post contro i cittadini romani che sono scesi in piazza per manifestare contro l’Amministrazione comunale a 5 Stelle che da due anni è mezzo è alla guida della Capitale. In un passaggio la sindaca (o chi per lei scrive i post sui social) se l’è presa con quelli del PD, riconoscibilissimi a suo dire per alcuni tratti caratteristici: «signore con borse firmate da mille euro indossate come fossero magliette di Che Guevara e – accessorio immancabile – i barboncini a guinzaglio (ovviamente con pedigree)». Il classico stereotipo dell’elettore piddino.

Virginia Raggi e le fake news sulle borse delle elettrici del PD

La sindaca con stipendio da novemila euro al mese  che prima di entrare in politica apparteneva alla categoria notoriamente proletaria degli avvocati se la prende con i radical chic che hanno il cuore a sinistra e il portafoglio a destra. Naturalmente non ci sono prove che quelle signore fossero del PD, che quelle borse fossero da mille euro e nemmeno che i cani avessero il pedigree (che per la cronaca è un pezzo di carta che in sé e per sé costa 30 euro). Poco male, la Raggi ha dimostrato una volta di più che invece che entrare nel merito della questione preferisce gettare fango su avversari ed oppositori politici.

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via Twitter.com

Per tutta risposta qualcuno ha poi tirato fuori una foto della Raggi a passeggio con quella che sembra essere una borsa di Hermes, precisamente una Hermes Kelly il cui prezzo secondo gli esperti della moda si aggira intorno ai cinquemila euro. Subito sui social è scoppiata la rivolta contro quella radical chic della Raggi. Anche se c’è chi ha fatto notare che alla fine la sindaca è riuscita perfettamente nel suo intento: buttarla in caciara e non rispondere nel merito.

La borsa della Raggi è un’imitazione del modello di Hermes

A difendere la sindaca ci pensa invece il marito Andrea Severini – che da sempre si occupa di questioni di un certo spessore – che in un video su Facebook sbugiarda le fake news sulla moglie. Severini prima mostra tutte le fake news sulla moglie (anche se per la verità Repubblica ha scritto che non è detto che la borsa sia originale) e poi procede a rivelare la vera verità sulla borsa da novemila euro della Sindaca.

Il marito della Raggi infatti racconta di essere «andato a spulciare nell’armadio di Virginia che ancora deve rientrare visto che non fa nulla dalla mattina alla sera e sono le nove e mezza del 30 ottobre» e di aver trovato proprio la borsa incriminata. Ora bisogna ricordare a Severini che nessuno rimprovera alla Raggi di lavorare poco ma di non aver fatto nulla di quello che ha promesso in campagna elettorale. Che la sindaca di Roma stia in ufficio fino alle nove e mezza di sera non dimostra la sua completa abnegazione alla causa (ci sono migliaia di liberi professionisti che non si limitano alle otto canoniche ore di lavoro).

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Quello che i romani “con la borsetta da mille euro” contestavano era la mancanza di risultati tangibili laddove la sindaca si vanta invece dei suoi numerosi successi. Severini però ci tiene molto alla verità (infatti è andato dalle signore con i barboncini a chiedere se hanno il pedigree) e con un colpo di teatro rivela che la “borsa di Hermes” della Raggi non è di Hermes ma è una borsa con lo stesso design realizzata da «Maurizio Righini, un grandissimo artigiano di Piazza di Spagna, Roma. Questa borsa costa sui 100 euro, euro più euro meno». Grandissimo artigiano del quale però sui social o su Internet non si trova traccia e che non risulta avere un negozio in Piazza di Spagna.

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Qualcuno nei commenti solleva il dubbio sul fatto che si tratti di un “tarocco” e che il fatto di copiare un modello famoso non sia proprio un’operazione limpidissima (ma chissà, magari non è un’imitazione). Ma nemmeno questo è un problema che riguarda la sindaca che – chiosa Severini – «se vuole comprarsi la borsa di Hermes è libera di farlo». Il fatto è che la borsa di Hermes non è un problema, come non lo è stato in passato il maglione di Agnese Landini, oggetto di vibranti polemiche da parte dei pentastellati. La Raggi può benissimo comprare tutte le borse che vuole, firmate o no, ma la contestazione in piazza non era per le borse. È stata la sindaca a tirare fuori la storia delle presunte borse da mille euro e il fatto che il marito la difenda sulla borsetta e non sui grandi successi dell’Amministrazione a 5 Stelle lascia intendere che l’unica cosa che rimane è proprio la borsa di Righini. Una borsa che assomiglia tremendamente a quelle delle radical chic, solo che costa infinitamente meno. Venduta da un grandissimo artigiano che però è così honesto che si fa pagare – dice Severini – appena 100 euro.

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