Quando Marco Travaglio scriveva che bisognava chiedere scusa a Carmelo Zuccaro

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-15

Vi ricordate dei vibranti editoriali di Travaglio dove ci spiegava tutti i crimini commessi dalle Ong e diceva che dovevamo tutti chiedere scusa al Procuratore di Catania che conduceva le inchieste sui “taxi del mare”? Ecco, oggi il Gip di Catania ha accolto la richiesta di archiviazione per Open Arms avanzata proprio da Zuccaro. E Travaglio rimane con il cerino in mano

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«Ora che ci sono le foto, le intercettazioni, le denunce dell’Ong “buona” Save the children e le testimonianze dell’agente sotto copertura dello Sco, cioè praticamente abbiamo il film di ciò che accade nel Mediterraneo e che il procuratore catanese Carmelo Zuccaro aveva provato – fra un insulto e l’altro – a descrivere a parole a un Parlamento che cadeva dalle nuvole, le chiacchiere stanno a zero», così dalla prima pagina del Fatto Quotidiano del 4 agosto 2017 tuonava Marco Travaglio nel suo editoriale dal titolo Ora però piantatela. «Chi ha insultato il magistrato che segnalava un pericolo e chiedeva mezzi per indagare dandogli del razzista o del complice della Lega, gli chieda scusa» diceva Travaglio, convinto assertore all’epoca delle tesi mai dimostrate da nessuno secondo cui le Ong operavano in combutta con scafisti e organizzazioni criminali.

Finisce la grande inchiesta sui taxi del mare

Era l’estate del 2017, al governo c’era il PD, Minniti aveva appena varato il codice di condotta per le Ong e Di Maio se ne era venuto fuori con la storia delle Ong “taxi del mare”. Il grande accusatore, portato in palmo di mano da Lega e MoVimento 5 Stelle era il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che sosteneva che le Ong fossero finanziate dagli scafisti. Proprio Zuccaro durante un’audizione al Senato aveva dichiarato che quelle erano solo ipotesi di lavoro e che non aveva prove.

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Finalmente, in uno strano percorso che ha portato prima ad enunciare coram populo un teorema accusatorio e poi a formulare accuse specifiche e iniziare le indagini, arrivarono i sequestri. E fu proprio in seguito a quello della nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet che Travaglio scrisse il suo vibrante editoriale dove spiegava che «i bravi volontari tedeschi» della Ong Jugend Rettet «continuavano imperterriti a spingersi con le loro navi fin dentro le acque territoriali libiche (fino a 13 miglia dalla costa), a contattare gli scafisti per darsi appuntamento al largo, ad attendere i loro gommoni o pescherecci pericolanti, a caricare a bordo centinaia di migranti a botta». L’inchiesta condotta dalla procura di Trapani proprio quello che serviva a Travaglio&Co per confermare le ipotesi accusatorie di Zuccaro.

Quando il M5S chiedeva le scuse da parte di chi difendeva le Ong

Quella richiesta di scuse da parte di Travaglio faceva il paio con un’altra, pubblicata a maggio 2017 sul Blog delle Stelle dal MoVimento 5 Stelle che chiedeva a quelli che “avevano vigliaccamente attaccato Luigi Di Maio” di chiedere scusa al M5S. A due anni di distanza però di quelle accuse non resta nulla. Archiviate perché non ci sono prove. Archiviata l’inchiesta sulla nave Iuventa perché secondo la procura di Palermo «non è emersa la prova che i soggetti che materialmente tranciarono i motori […] con a bordo i migranti facevano parte della ONG Iuventa». Travaglio invece ne era convinto perché scriveva che i volontari delle Ong «dopo aver congedato i trafficanti con sorrisi e saluti (“sta arrivando tanta gente!”)» riconsegnavano agli scafisti «le imbarcazioni (anziché tagliarle e affondarle, come fanno le Ong serie), trainandole fino alla costa libica per poter essere riutilizzate in altre consegne».

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Ma anche dopo le archiviazioni il direttore del Fatto Quotidiano ha continuato a lanciare accuse alle Ong che operano nel Mediterraneo scrivendo ad esempio cose come «può darsi che, nella giungla di norme contraddittorie, nazionali e internazionali, nessuna Ong abbia commesso reati». Se rispetti la legge in realtà la stai violando e anche se non hai commesso reati. Le prove? A quanto pare non servono: «se le navi delle Ong continueranno a rilevare i carichi di migranti (anche senz’alcun pericolo di vita né esigenza di “salvataggio”) dagli scafisti, in perfetta sincronia presso le coste libiche, oggettivamente favoriranno questi trafficanti di esseri umani». Peccato che il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina preveda ben altro.

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Di arrampicata sugli specchi in richiesta di scuse si arriva così ai giorni nostri. Perché oggi anche la grande inchiesta della procura di Catania, quella guidata da Zuccaro, sulla Ong Open Arms è stata archiviata dal Gip. La cosa divertente è che a chiedere l’archiviazione è stata avanzata proprio dalla Procura di Catania che evidentemente si è resa conto che non ci sono prove. Eppure a luglio dell’anno scorso Travaglio scriveva ancora sull’argomento spiegando che il legame tra Ong e scafisti era «ormai acclarato e addirittura rivendicato dalle interessate». Chissà se tutte queste prove Travaglio le ha portate in Procura, magari avrebbe potuto evitare l’archiviazione. Nel dubbio oggi potrebbe chiedere scusa alle Ong. Perché le scuse a Zuccaro non sono più necessarie.

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