Matteo Salvini torna a giocare con lo spread

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-05-15

Prima delle elezioni il Capitano le spara sempre grosse per rimediare voti. Poi alla chiusura delle urne molla i noeuro a ululare alla luna. E si trasforma da Rambo a Coccolino

article-post

La campagna elettorale entra nel vivo e Matteo Salvini torna a far salire lo spread. Ieri il leader della Lega è andato a Porta a Porta a ripetere che «è mio dovere superare i vincoli europei che stanno affamando milioni di italiani. Il vincolo del 3% del rapporto deficit-Pil è l’ultima delle mie preoccupazioni». Potrà essere sforato? «Non si potrà, si deve».

Matteo Salvini torna a giocare con lo spread

Si tratta di dichiarazioni che il Capitano ripete regolarmente in campagna elettorale perché gli servono i voti dei noeuro, i quali prima vengono blanditi quando si stanno per aprire le urne e poi, quando il rito democratico si è compiuto, finiscono per essere o incartati a chiacchiere che spiegano la raffinata strategia della Lega o brutalmente fregati come è successo con Paolo Savona, prima festeggiato perché dal ministero degli Affari Europei avrebbe fatto una guerra tale all’Europa che lévati e poi scoperto a piazzarsi alla chetichella in Consob con tanti saluti e baci.

I cosiddetti “mercati”, però, non sembrano aver mangiato la foglia di un giochino vecchio come l’umanità e continuano a cascarci. E così, ieri lo spread è tornato a impennarsi e lo ha fatto un’ora dopo che le agenzie di stampa straniere hanno riportato le parole del Capitano. Il differenziale, che a metà mattinata viaggiava intorno a quota 275, è cresciuto fino a 284, per poi assestarsi, a fine pomeriggio, a 280 punti, con un rendimento del Btp decennale al 2,72%. Ricorda oggi Repubblica: “Erano oltre tre mesi che il differenziale tra il bond italiano e quello tedesco non saliva a queste quote, dopo la discesa dalle vette dei 325 punti raggiunti in autunno, nel pieno delle tensioni sulla legge di Stabilità”.

salvini spread
Tweet di Luciano Capone

Il Salvini vincolato che trolla i sovranisti

Per avere l’esatta dimensione della credibilità di Salvini sui vincoli europei bisogna tornare al 5 settembre 2018, quando in un’intervista al Sole 24 Ore lo stesso Salvini annunciò il suo “sì ai vincoli UE” (ovvero a quelli che ieri ha detto di voler superare). Il Salvini vincolato all’UE, come la Secchia Rapita di Tassoni, pesca a piene mani dall’armamentario “eurista” o “eurinomane” che la Lega antieuro aveva promesso di demolire e dimostra che lo spazio per la propaganda politica è infinito quando sei all’opposizione ma si restringe assai quando le aziende del tessuto produttivo dove peschi i tuoi voti ti dicono che trovano difficoltà nell’accesso al credito.

salvini vincoli ue

Poi, a urne chiuse, di solito Salvini cambia idea. All’epoca si scrisse che fu il pressing di Mario Draghi attraverso il braccio destro del Capitano Giancarlo Giorgetti a far retrocedere il Capitano da Rambo a micetto sui vincoli europei. Di certo c’è che l’occasione per non rispettare i vincoli europei è stata rappresentata dalla legge di bilancio appena licenziata dal governo gialloverde nel momento in cui godeva del suo massimo consenso. E sappiamo tutti com’è andata.

Quanto ci costano i giochetti di Salvini con lo spread

Certo, diranno che stavolta è diverso. Ogni volta l’Eterno Ritorno dell’Uguale nella propaganda politica è diverso. E infatti anche oggi La Stampa parla di una strategia ben definita:

L’uscita a favore di un aumento del deficit oltre i limiti invalicabili di Maastricht – che ieri ha provocato parecchio nervosismo sui mercati – è parte di una strategia rivolta all’autunno, quale che sarà lo scenario politico: sia quello di una crisi dell’attuale maggioranza, sia in vista di una Finanziaria la quale – senza l’indulgenza di Bruxelles – costringerebbe il governo ad aumentare l’Iva. Il leader leghista è convinto che il clima in Europa stia cambiando, e poco importa se alcuni dei suoi alleati sono poco inclini a sostenere le ragioni “deficiste” dell’Italia.

salvini spread 1
Lo spread ieri (La Stampa, 15 maggio 2019)

Il punto però è che i giochetti di Salvini con lo spread tendono a costarci. Qualche tempo fa  un report dell’agenzia di rating DBRS quantificò in sei miliardi i maggiori interessi da pagare. Ma non vi preoccupate, passata la festa delle urne verrà gabbato il santo come nella migliore tradizione italica. E Salvini spunterà di nuovo dal cesto della biancheria, caruccio e accomodante, per dire la sua battuta: “Sono io, Coccolino”.

Leggi anche: Quanto ci costano i voli di Salvini con gli aerei della polizia

Potrebbe interessarti anche