Roberta Capoccioni: l'ira funesta della presidente del III Municipio contro i tre consiglieri

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-29

Roberta Capoccioni va all’attacco delle regole, delle leggi e dei tre consiglieri che l’hanno lasciata. La presidente del III Municipio ha oggi ricevuto la mozione di sfiducia firmata dai tre ex consiglieri del MoVimento 5 Stelle che si sono mossi dopo la certificazione della mancanza di una maggioranza intorno alla giunta della minisindaca di Piazza …

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Roberta Capoccioni va all’attacco delle regole, delle leggi e dei tre consiglieri che l’hanno lasciata. La presidente del III Municipio ha oggi ricevuto la mozione di sfiducia firmata dai tre ex consiglieri del MoVimento 5 Stelle che si sono mossi dopo la certificazione della mancanza di una maggioranza intorno alla giunta della minisindaca di Piazza Sempione. E sulla sua pagina Facebook è partita all’attacco dei tre consiglieri che l’hanno firmata sostenendo che “Con una manciata di preferenze – Francesca Burri 130, Donatella Di Giacinti 77, Valerio Scamarcia 67 – intendono far cadere l’attuale Giunta eletta con 46.375 voti”. Ora, inutile star lì a spiegare che anche l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, giusto per fare un esempio, ha preso molti più voti dei consiglieri comunali che dimettendosi dal notaio l’hanno fatto cadere senza che nessuno nel M5S gridasse al fermi tutti questa è una rapina; più cogente è segnalare che le regole democratiche che hanno incoronato la presidente Capoccioni (e non la sua giunta, che è stata scelta da lei – ma questi sono dettagli) sono le stesse che consentono oggi la presentazione di una mozione di sfiducia nei suoi confronti e quindi gridare alla violazione della democrazia non ha molto senso: se non le piacevano, poteva contestarle prima o non candidarsi per niente.

Il motivo, sia ben inteso, non è politico. Non potrebbe esserlo dato che Giunta e gruppo consigliare si sono attenuti in maniera scrupolosa al programma sottoposto al vaglio degli elettori: niente cemento, nessun debito fuori bilancio, massima attenzione alle fasce più fragili della popolazione.
Il motivo è esclusivamente di RIVALSA PERSONALE, ed ha origine in seguito all’archiviazione da parte del P.M. della querela di cui tanto si sono vantati sui social.
L’ennesimo tentativo di rivalsa che probabilmente trae a sua volta origine dalla netta bocciatura della candidatura a Presidente del Municipio da lei avanzata e che ha collezionato un rotondissimo ZERO (0) preferenze da parte degli aventi diritto al voto.

roberta capoccioni
Ma la Capoccioni sostiene anche che il motivo della presentazione della mozione di sfiducia sia l’archiviazione di una querela per diffamazione nei suoi confronti presentata da Francesca Burri qualche tempo fa, ma è chiaro che questo può valere per Burri ma non certo per gli altri due. In ogni caso, in soccorso della Capoccioni è già arrivato il presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, la cui moglie Giovanna Tadonio è assessora nella giunta Capoccioni, con un commento nel quale rimarca il “lavoro eccezionale” della presidente, che è stata anche assistente parlamentare di Roberta Lombardi.
roberta capoccioni marcello de vito
Ora, sfugge ai più in cosa sia stato “eccezionale” il lavoro della Capoccioni rispetto agli altri municipi a guida M5S. Proviamo a fare un piccolo riassunto: a novembre 2016 la giunta fantastica perse il suo primo assessore. Patrizia Brescia fu rimossa dall’incarico proprio dalla Capoccioni. Prima di andarsene la Brescia disse di non essere “mai stata messa nelle condizioni di poter svolgere il ruolo di assessore” lamentandosi implicitamente del fatto che la Presidente volesse fare tutto da sola senza trasferire effettivamente le deleghe ai suoi collaboratori ed assessori. Poi c’è la vicenda del  TMB Nuovo Salario, che il M5S si era impegnato a chiudere subito (ma questo avverrà, secondo i programmi, solo tra qualche anno).  Ad ottobre scorso, per evitare di rendere manifesta una situazione che ormai era sotto gli occhi di tutti, il capogruppo grillino Roberto Monalli espresse la volontà di voler convocare il Consiglio una volta al mese. Solitamente il consiglio municipale si riunisce una volta a settimana.
marcello de vito
Un mese fa  i consiglieri del PD facevano sapere che il municipio era bloccato perché il M5S non sapeva come presentare gli emendamenti al bilancio: «Dalle 9 di questa mattina in III Municipio il Consiglio sarebbe stato convocato per discutere del bilancio 2018-2020, peccato che dopo la decadenza degli emendamenti proposti dal M5S, depositati senza le firme necessarie, la presidente del Municipio, Roberta Capoccioni ha perso le staffe e sembrerebbe essere fuggita con tutti gli emendamenti delle forze di opposizione». Lei poi fece sapere di aver portato i verbali in Questura per verificare l’autenticità delle firme. Uno dei successi più recenti della Giunta Eccezionale è stata la cancellazione di un murale opera dell’artista Virginio Vona, che decorava il Mercato Tufello. In quell’occasione la Capoccioni si disse amareggiata annunciando di voler chiedere informazioni al SIMU per stabilire la responsabilità del gesto. Venne fuori che la rimozione del murale fu chiesta dal Municipio III. Fu l’assessora ai Lavori Pubblici del Municipio, Annalisa Contini, a chiedere al SIMU di ripulire il muro. È vero però che il M5S al III Municipio è riuscito a vincere il bando regionale per la videosorveglianza; De Vito magnificò il risultato raggiunto dall’assessora Tadonio, forse non accorgendosi però che questo poteva anche rappresentare una critica indiretta al Campidoglio, che invece dimenticò di partecipare al bando. Di solito quando ci si infila in situazioni del genere se ne esce con la politica, ovvero cercando di comporre i contrasti per il bene superiore della governabilità: chi, come De Vito, occupa una carica di livello superiore dovrebbe impegnarsi in questo. Il M5S invece si sta sfasciando al III esattamente come è accaduto all’VIII. E l’unica cosa che sanno dire, come in Campidoglio, è che è colpa degli altri.

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