La bomba Rixi sul governo Lega-M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-05-18

Di Maio si accorge che la Lega rischia un altro caso Siri. Ma il Carroccio torna a minacciare la crisi di governo. E questa volta potrebbe fare sul serio

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Salvini è «un folle» «se pensa che possa restare sottosegretario un condannato per spese pazze in un governo con il Movimento 5 Stelle»: Luigi Di Maio si riferisce platealmente a Edoardo Rixi, ovvero la bomba su cui è seduto il governo Lega-M5S, per il quale la procura di Genova ha chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi di carcere per le spese pazze in Liguria quando era consigliere.

La bomba Rixi sul governo Lega-M5S

Nei giorni scorsi il vicepremier e bisministro aveva platealmente svicolato riguardo le domande. Ieri ha cominciato a martellare sul punto ed ovviamente questo gli fa gioco per la campagna elettorale. Ma rende anche ancora più instabile il governo Conte, perché Rixi ha risposto a Di Maio in un’intervista al Corriere della Sera nella quale lega platealmente il suo destino a quello dell’esecutivo e dimostrando improvvisamente indifferenza nei confronti della sua carica:

«Ma guardi che sono io che non so se ho voglia di stare ancora in questo governo…».

In che senso?
«Nel senso che io faccio quello che mi dice Matteo Salvini, non Luigi Di Maio. Quel che pensano i 5 Stelle non m’interessa. Anche se oggi non volevo attaccare Di Maio: era in Liguria a lavorare… Sono lieto che abbia trovato il tempo, oltre che di fare il pubblico ministero, anche di fare il ministro allo Sviluppo».

Salvini però dice che bisogna andare avanti.
«E allora andiamo avanti, anche se non so se per quattro anni. Io la penso come Giorgetti: lui ha voglia di tornare a pescare, io di arrampicarmi in montagna. Però loro sono stati indecenti…».

Rixi, attualmente viceministro ai trasporti come lo era Armando Siri, dice che il M5S è in stato confusionale e d’improvviso “scopre” che i grillini sono una palla al piede: “l’impostazione dei 5Stelle preoccupa. Nel dl Crescita ci sono passaggi che potrebbero comportare la chiusura dell’Ilva, abbiamo sfioratola chiusura del tunnel del Gran Sasso, e io di ponti crollati ne ho già avuto uno a Genova… I dragaggi dei porti vanno fatti, ma la commissione al Senato presieduta da loro ha dato parere negativo. L’agenzia per il monitoraggio delle ferrovie e delle autostrade (Ansfisa) non si sa quando sarà attiva. E questo mi preoccupa».

Rompere sì, ma sull’economia

Eccola, quindi, la strategia di Salvini: se bisogna rompere, lo si farà sull’economia e non sulle inchieste giudiziarie. Nel senso che sarà la Lega a prendere l’iniziativa e a scegliere un tema come la TAV per far credere all’opinione pubblica che si manda in crisi l’esecutivo per il bene del paese, non per quello di Rixi. Racconta La Stampa che tra gli imputati per spese pazze c’è anche il senatore leghista Francesco Bruzzone, segretario della Lega in Liguria prima di Rixi. Per il viceministro genovese l’inchiesta è stata già una tegola pesante nel 2015, quando fu indagato,ma la vicenda degli scontrini lo segue come un’ombra: il pm Francesco Pinto ha chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi.

La difesa di Edoardo Rixi è già costata a Salvini l’accusa di vilipendio nei confronti della magistratura. Nella legge anti-corruzione c’era una norma che poteva salvarlo dal processo, ma alla fine è stata cassata. Quindi il problema è ancora lì sul tavolo. E se la sentenza è prevista per il 30 maggio mentre si vota il 26, questo significa che o Salvini opera un azzardo clamoroso nei giorni successivi al voto o gli toccherà aspettare e ritrovarsi il caso Rixi che gli scoppia in faccia.

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