Roberto Burioni e il Plaquénil efficace contro il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-30

Plaquenil, che fu valutato nel 2005 come molto efficace per inibire la replicazione del Coronavirus della Sars. La cosa passò nel dimenticatoio. Ora si è provato a usarlo clinicamente e a sperimentarlo. Tra gli studi anche quello del San Raffaele

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“Buone notizie stanno arrivando anche dal campo dei farmaci. C’è un farmaco che viene utilizzato come antiinfiammatorio in malattie come l’artite e che sembra essere efficace e i dati sono abbastanza promettenti. C’è poi una sopresa strana di un farmaco degli anni Cinquanta e che si usava per la malaria, che si chiama Plaquenil, che fu valutato nel 2005 come molto efficace per inibire la replicazione del Coronavirus della Sars. La cosa passò nel dimenticatoio. Ora si è provato a usarlo clinicamente e a sperimentarlo. Ci sono diversi studi in atto, lo abbiamo fatto anche noi al San Raffaele”: l’annuncio è del virologo Roberto Burioni ospite a Che tempo che fa e si parla proprio del farmaco che intanto in Francia sta andando a ruba, tanto che l’Agenzia del Farmaco di Parigi è dovuta intervenire per vietarne la vendita.

Roberto Burioni e il Plaquénil efficace contro il Coronavirus

“Però – aggiunge Burioni – abbiamo esplorato non una, ma tre possibilità. Nella prima abbiamo aggiunto il Plaquenil DOPO l’infezione delle cellule con il virus, simulando la situazione in cui si troverebbe un paziente se il farmaco gli venisse somministrato al momento della diagnosi, quando è già infettato. Poi abbiamo provato ad aggiungerlo solo PRIMA dell’infezione delle cellule, simulando l’uso del Plaquenil in profilassi. E poi abbiamo fatto anche un terzo tentativo: l’abbiamo aggiunto sia PRIMA che DOPO l’infezione delle cellule, simulando una somministrazione continuativa del farmaco”. I risultati sono stati che l’esito nettamente migliore per le cellule infettate si e’ avuto con il farmaco somministrato prima e dopo l’infezione. “Chiaramente questo non e’ un punto di arrivo, ma un punto di partenza – aggiunge il virologo – i dati che abbiamo ottenuto suggeriscono che una sperimentazione clinica di questo farmaco dovrebbe essere svolta somministrando il farmaco non solo quando il paziente sta già male, ma già PRIMA DELL’INFEZIONE agli individui che sono a maggior rischio. Non correte a comprare il Plaquenil e non assumetelo di testa vostra – raccomanda – mentre l’efficacia non è ancora certa, gli effetti collaterali del farmaco sono comunque possibili”.

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“In ogni caso, però, se uno studio clinico riuscisse a confermare che il Plaquenil è utile nel modo in cui questo studio suggerisce, ovvero associando profilassi e terapia, avremmo fatto un passo verso il ridimensionamento di questo virus. Un passo che, per esempio, potrebbe rappresentare una protezione in più per tutti i colleghi in primissima linea nella gestione clinica de pazienti infetti. Quanto grande sarà questo passo non possiamo saperlo, ma e’ di questi passi che è fatto il ritorno alla vita normale. Vorrei qui ringraziare – oltre a Massimo Clementi che coordina tutto il laboratorio – anche Nicasio Mancini e Nicola Clementi che hanno diretto il gruppo di giovanissimi ricercatori che ha svolto questo lavoro: Elena Criscuolo, Roberta Antonia Diotti, Roberto Ferrarese e Matteo Castelli. Perché fare gli esperimenti con questo virus non è una cosa da poco: bisogna maneggiarlo, e maneggiare un virus potenzialmente letale e’ cosa che significa letteralmente rischiare la vita mentre si fanno gli esperimenti”.

Ma il Plaquénil scompare dalle farmacie

Intanto nei giorni scorsi molti in Italia hanno segnalato che il farmaco è diventato di difficile reperibilità proprio a causa delle notizie sulla sua efficacia contro il Coronavirus. Il farmaco è usato come antireumatico. “Ho scoperto che il farmaco che da anni devo prendere obbligatoriamente ogni giorno, per la mia patologia non si trova più da nessuna parte”, scrive su Facebook una malata. Ha fatto telefonate in varie farmacie senza risucire ad ordinarla. “Non sanno quando tornerà disponibile”. La malata si chiede: “Perché nessuno ci ha avvertiti? Perché dobbiamo scoprire da soli che il nostro farmaco, il Plaquenil idrossiclorochina 200, viene impiegato negli ospedali in Italia e all’estero lasciando noialtri sprovvisti?”.

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Va ricordato che attualmente non è possibile affermare con certezza che la clorochina sia utile nel trattamento del Coronavirus, anche se il suo uso ha dato qualche risultato. Il decreto, spiega oggi tra gli altri l’Express, prevede la limitazione dell’erogazione di Plaquenil nelle farmacie alle sole indicazioni mediche (artrite reumatoide, lupus e prevenzione) e il divieto di esportazione di specialità contenenti idrossiclorochina , ma anche dei farmaci contenenti la combinazione lopinavir/ritonavir, ovvero gli antivirali utilizzati contro COVID-19. Dominque Martin, direttore generale dell’ANSM, ha dichiarato che il senso del provvedimento è quello di proteggere i pazienti che ne hanno bisogno dal tentativo di farne incetta da parte dei francesi a scopo di prevenzioni. Le associazioni di malati cronici che utilizzano il farmaco avevano sollecitato più volte il provvedimento, segnalando i problemi nel reperimento del Plaquenil nelle farmacie, oltre a quelle per Kaletra, un altro antiretrovirale.

Il decreto conferma , come annunciato dal Ministro della Salute Olivier Véran, che a titolo eccezionale, l’idrossiclorochina e la combinazione lopinavir / ritonavir possono essere prescritte, dispensate e somministrate sotto la responsabilità di un medico ai pazienti affetti da il COVID, ma questo deve avvenire “negli istituti sanitari che prendono in carico il paziente, e a casa soltanto con l’autorizzazione del medico”. L’Alto Consiglio per la Sanità Pubblica ha reso noto martedì un parere escludendo l’uso dell’idrossiclorichina nella profilassi al di fuori dei protocolli di sperimentazione e nei casi di grande gravità.

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