Fact checking
+Europa: semaforo rosso per il pullman di Tabacci e Della Vedova
Giovanni Drogo 27/05/2019
Non si sono ancora ripresi dal flop elettorale i candidati del partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. L’unico che trova il coraggio di parlare è Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma rivendica il fantastico risultato nella città che amministra da sette anni dove ha fatto addirittura l’8%. Peccato che non si votasse solo a Parma e che +Europa si sia fermata al 3%
Oggi è il giorno dopo le elezioni, ovvero quello in cui i candidati di +Europa perdono la password di Facebook. Ieri sera Benedetto Della Vedova era fiducioso e in conferenza stampa ha detto che confidava che “il dato finale” degli scrutini potesse essere “molto positivo”. Questa mattina i dati sono tutt’altro che positivi: con il 3,09% +Europa non supera la soglia di sbarramento del 4% e rimane fuori dal Parlamento Europeo.
Pizzarotti spiega il fantastico 8% a Parma (dove due anni fa aveva preso il 34%)
Federico Pizzarotti, ex M5S e sindaco di Parma fa capolino su Facebook intorno a mezzogiorno con un post dove sottolinea il risultato nella sua città: «se fosse per #Parma, oggi Italia in Comune e +Europa sarebbero in Europa a difendere la libertà e i diritti di tutti, con l’8% è stata doppiata la soglia di sbarramento». Sfortunatamente per Pizzarotti alle Europee non si vota solo nella città dove è sindaco dal 2012 (e dove in ogni caso nel 2017 aveva preso il 34%) ma si vota in tutta Italia. Nella circoscrizione Nord Est dove era candidato il sindaco di Parma +Europa ha fatto il 3,45%.
Tace invece il Segretario di +Europa (eletto come sappiamo tra mille polemiche a fine gennaio). Della Vedova era candidato capolista nella circoscrizione Nord Ovest dove ha conquistato poco più di 13mila preferenze e dove il partito ha fatto il 3,15%. Poco male, in fondo Della Vedova a marzo dello scorso anno era riuscito a perdere lo scontro per il collegio uninominale di Prato quando a chi gli chiedeva se una volta eletto avrebbe cambiato casacca (come da consolidata tradizione) il nostro rispose: «la delusione che non voglio darvi è quella di coloro che cambiano idea senza motivazione non per convinzione, ma per convenienza. Col percorso politico che ho, questa delusione cercherò di non darvela come non l’ho mai data a nessuno».
Bonino, Taradash, Tabacci e Manzi non pervenuti
Scendendo al Centro Emma Bonino non ha ancora detto nulla. Eppure qualcosa di europeista potrebbe dirla. Perché d’accordo che in Europa – con l’eccezione di Italia, Francia e Regno Unito – l’avanzata dei sovranisti è stata fermata ma qui da noi ha vinto Salvini e il 2,99% raccolto da +Europa nella sua circoscrizione è davvero poco, troppo poco per poter parlare come fa qualcuno di “una crescita rispetto alle politiche del 2018”. In quell’occasione +Europa riuscì a presentare le candidature solo grazie a Tabacci e ad alcuni seggi messi a disposizione dal PD. E poco a serve parlare di “silenzio dei media”, soprattutto nell’era di Facebook.
Un altro candidato che di partiti ne ha passati parecchi, Marco Taradash, commentava laconico questa mattina alle due con un «Bene. Da domani si ricomincia. La storia non finisce mica. Solo peggiora». Nei commenti è già iniziata la caccia ai colpevoli, tra chi dà la colpa a Lega e M5S, quello che se la prende con lo stalinista Zingaretti e quelli che invece si lamentano della mancata alleanza con il PD. C’è anche chi fa delle critiche “costruttive”: è stato dato troppo risalto alla figura di Emma Bonino.
Tacciono tutti i candidati. Tace Fabrizio Ferrandelli, candidato nelle Isole dove +Europa ha fatto l’1,94% e tace Silvja Manzi, Segretaria Nazionale dei Radicali Italiani che era candidata in tutte e cinque le circoscrizioni e quindi qualcosa magari potrebbe dirla. Ma forse il problema è che un conto è vincere un congresso con i pullman di Tabacci, un altro è tentare di prendere voti a delle elezioni vere. Forse gli autobus di Bruno Tabacci non erano in servizio.
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