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Piazza San Carlo, l'avviso di garanzia per Chiara Appendino
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-11-06
Lo conferma la stessa sindaca in una nota. La maggioranza grillina in consiglio comunale aveva parlato di “aggressione mediatica”
Come ampiamente pronosticato, dopo la chiusura delle urne in Sicilia è stato notificato l’avviso di garanzia a Chiara Appendino per i fatti di piazza San Carlo. Lo conferma la stessa sindaca in una nota: “Pochi minuti fa mi è stato notificato dalla Procura di Torino un avviso di garanzia per i fatti di piazza San Carlo. Offrirò come sempre la massima collaborazione agli inquirenti poiché è interesse di tutta la cittadinanza che vengano ricostruiti i fatti e definite le responsabilità di ognuno”.
Piazza San Carlo, l’avviso di garanzia per Chiara Appendino
Tra i destinatari degli avvisi consegnati oggi dalla procura ci sarebbe anche il capo di gabinetto della Questura di Torino, Michele Mollo. Omicidio colposo e disastro colposo sono i reati contestati dalla Procura di Torino a Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, rispettivamente presidente e dirigente di Turismo Torino, l’ente a cui il Comune affidò l’organizzazione in piazza San Carlo della finale di Champions League, a cui presero parte 30mila persone. La Appendino è già indagata per lesioni come atto dovuto in seguito alle querele presentate da chi si è ferito gravemente in piazza, ma questa seconda tegola dovrebbe abbattersi presto sulla testa della sindaca in una situazione particolare. È infatti ancora aperta la ferita dell’addio del capo di gabinetto Paolo Giordana per l’enorme fesserie di aver chiesto di togliere una multa a un amico. Giordana però non era soltanto un uomo dell’amministrazione, ma rappresentava per Chiara anche il parafulmine della consiliatura e il suo consigliere più stretto.
Quello di oggi però è il filone principale dell’inchiesta, quello per omicidio colposo in relazione alla morte di Erika Pioletti. Spiegava qualche giorno fa La Stampa che la prima fase dell’inchiesta, coordinata dal pm Antonio Rinaudo, dall’aggiunto Vincenzo Pacileo e dal procuratore capo Armando Spataro, è entrata nella fase conclusiva e ai reati già contestati, lesioni e omicidio colposo, si aggiungerebbe anche l’aggravante di avere agito in concorso tra più persone: “Un’accusa che, se provata, una volta conclusi tutti i gradi di giudizio di un eventuale processo, comporterebbe un aggravamento delle pene fino anche a dodici anni di carcere nei casi più gravi, condanna massima prevista per il reato di omicidio colposo, oltre alla possibile interdizione dai pubblici uffici per gli amministratori coinvolti in quel disastro”.
Ai tre si sono aggiunte altre figure per ipotesi di reato più pesanti:
Ogni aspetto sensibile è stato scandagliato dagli investigatori. Ne è emersa una catena di responsabilità che coinvolge alcune figure ai vertici della città e, con loro, funzionari e «operativi» dei principali enti coinvolti nell’organizzazione e nella gestione della piazza: Comune, questura, prefettura. Chi doveva dare le direttive e chi doveva attuarle. Chi non ha valutato tutti i profili di rischio e chi, pur magari consapevole delle lacune che si stavano creando, non ha agito per correggerle e, così facendo, ha contribuito a trasformare un’ondata di panico in una tragedia.
Ma il M5S dice no a processi mediatici…
Sabato scoroso il MoVimento 5 Stelle di Torino ha deciso di avvolgere sotto una fitta coltre di comicità involontaria la sindaca Chiara Appendino: il gruppo consiliare del M5S in città ha deciso di postare questo meraviglioso status che andiamo ad apprezzare riga per riga:
È abbastanza triste notare che molti organi di stampa si sono sostituiti alla procura, inscenando processi mediatici e pensando di fare i magistrati.
Quindi, quando il leader del M5S Luigi Di Maio dice che un politico raggiunto da un avviso di garanzia “si deve dimettere in 5 minuti”, trattasi di sana dialettica politica. Quando invece la stampa anticipa una notizia sulla sindaca di Torino, si tratta di processo mediatico.
Da 2 giorni si parla di ‘avvisi di garanzia in arrivo’, di ‘vertici della Città indagati a tutti i livelli’ ma, fino ad ora, nessun atto è stato notificato dalla procura che non ha neanche rilasciato alcuna dichiarazione.
Stiamo assistendo a un giornalismo che non può definirsi di inchiesta ma che sta solo alimentando un clima di paura e di sospetto e, speriamo, non perché siamo alla vigilia dell’importante appuntamento elettorale in Sicilia.
Insomma, un giornalismo che fa sapere che un politico è indagato diffonde paura e sospetto. Ma allora perché il M5S ha chiesto le dimissioni di De Luca, le dimissioni di Maria Elena Boschi (nemmeno indagata) e quelle di Matteo Renzi, di Federica Guidi e di Maurizio Lupi (un piccolo esempio) soltanto in base a notizie di stampa? Forse perché quelli erano nemici politici mentre la sindaca Appendino è appoggiata dal M5S?