Attualità
Piazza San Carlo, arrivano gli avvisi di garanzia
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2017-11-03
A cinque mesi dalla notte in cui durante la finale Champions una serie di ondate di panico provocò oltre 1.500 feriti e la morte di una donna, la procura di Torino si prepara a notificare una ventina di avvisi di chiusura indagini. La sindaca Chiara Appendino è già indagata insieme a Maurizio Montagnese e al dirigente Danilo Bessone
La procura di Torino sta per inviare una decina di avvisi di garanzia per i fatti di piazza San Carlo, dove la sera del 3 giugno scorso una crisi di panico improvvisa generò paura e delirio tra i 40mila che stavano assistendo alla finale di Champions League tra Real Madrid e Juventus. Alla fine furono 1500 i feriti, tra quelli gravi e meno gravi, e una donna, Erika Pioletti, nei giorni successivi perse la vita.
Piazza San Carlo, arrivano gli avvisi di garanzia
Gli avvisi saranno notificati al Comune, alla Questura, ai vigili del fuoco e alla prefettura. Tra questi dovrebbe esserci anche la sindaca Chiara Appendino, già indagata insieme a Maurizio Montagnese e al dirigente Danilo Bessone per atto dovuto in seguito alla presentazione delle querele da parte di alcuni dei feriti. Quello di oggi però è il filone principale dell’inchiesta, quello per omicidio colposo in relazione alla morte di Erika Pioletti. Spiega oggi La Stampa che la prima fase dell’inchiesta, coordinata dal pm Antonio Rinaudo, dall’aggiunto Vincenzo Pacileo e dal procuratore capo Armando Spataro, è entrata nella fase conclusiva e ai reati già contestati, lesioni e omicidio colposo, si aggiungerebbe anche l’aggravante di avere agito in concorso tra più persone: “Un’accusa che, se provata, una volta conclusi tutti i gradi di giudizio di un eventuale processo, comporterebbe un aggravamento delle pene fino anche a dodici anni di carcere nei casi più gravi, condanna massima prevista per il reato di omicidio colposo, oltre alla possibile interdizione dai pubblici uffici per gli amministratori coinvolti in quel disastro”.
Ai tre si sono aggiunte altre figure per ipotesi di reato più pesanti:
Ogni aspetto sensibile è stato scandagliato dagli investigatori. Ne è emersa una catena di responsabilità che coinvolge alcune figure ai vertici della città e, con loro, funzionari e «operativi» dei principali enti coinvolti nell’organizzazione e nella gestione della piazza: Comune, questura, prefettura. Chi doveva dare le direttive e chi doveva attuarle. Chi non ha valutato tutti i profili di rischio e chi, pur magari consapevole delle lacune che si stavano creando, non ha agito per correggerle e, così facendo, ha contribuito a trasformare un’ondata di panico in una tragedia.
Piazza San Carlo e Chiara Appendino
I magistrati devono individuare i responsabili dei vari aspetti della manifestazione e a chi toccavano i vari compiti nella gestione della piazza. Non basta aver firmato un documento con cui si delega a qualcuno un incarico: è necessario che la legge riconosca quella procedura, trasferendo la responsabilità da una persona all’altra. Per questo si studia anche il ruolo svolto dalla Commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli. Alle 15 del 3 giugno, la Commissione ha ispezionato le strutture installate in piazza San Carlo. E le ha dichiarate idonee, a patto di rispettare 19 prescrizioni: dalle misure antincendio, alla capienza massima consentita (40 mila persone), alla presenza di personale sanitario, alle vie di fuga.
A breve la Procura notificherà gli atti giudiziari messi a punto in queste ultime ore. Nei prossimi giorni, quindi, gli indagati potranno presentarsi davanti ai magistrati, con l’assistenza degli avvocati di fiducia, alcuni (nel caso di chi era già iscritto), già nominati da tempo.
La morte di Erika Pioletti
L’indagine su piazza San Carlo è cambiata dopo la morte di Erika Pioletti. Il Comune ha disatteso la circolare del capo della Polizia, Franco Gabrielli. Il 25 maggio Gabrielli aveva stabilito le nuove linee guida da seguire per la gestione di questi eventi. Nella circolare il Capo della Polizia imponeva che venissero svolti controlli agli accessi delle manifestazioni tramite il prefiltraggio del pubblico. Per farlo gli organizzatori devono mettere in campo degli steward, svolgere verifiche preliminari dei luoghi e predisporre un piano per le emergenze. In piazza San Carlo però non c’erano gli steward ma solo 300 uomini delle forze dell’ordine (tra Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani). Il tutto a fronte di una piazza che può contenere fino a 30 mila persone. Mancavano inoltre i punti di soccorso per eventuali feriti: l’unico punto di soccorso era in un angolo della piazza.
Che la Appendino fosse a Cardiff invece che in città quella sera è un dettaglio folkloristico che dovrebbe al massimo interessare Beppe Grillo, il quale si lamentava sempre dei politici in tribuna autorità durante i grandi eventi. Invece il fatto che il suo entourage e i responsabili dell’ordine pubblico abbiano colposamente sottovalutato la vicenda non è folklore. Attiene invece alle capacità (o all’incapacità) di gestire la cosa pubblica. All’epoca il senatore Alberto Airola sostenne che le segnalazioni dei feriti in piazza San Carlo erano un complotto contro la sindaca. Chissà se anche gli avvisi di garanzia saranno un complotto.