Perché il Recovery Fund allontana il MES

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-21

A dirlo è il presidente del Consiglio Conte in conferenza stampa a Bruxelles dopo l’accordo. Lasciando così con il cerino acceso in mano Gualtieri e Zingaretti che si erano scoperti

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A dirlo è lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa – che finisce interrotta su Facebook – che segue l’annuncio dell’accordo raggiunto sul Recovery Fund: “La mia posizione non è mai cambiata. Il Mes non è il nostro obiettivo”. E ancora: “Sicuramente il piano che approviamo è la priorità. Spero che questo possa contribuire a distrarre l’attenzione morbosa attorno al Mes“. E così a rimanere con il cerino acceso in mano sono Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri: il segretario del Partito Democratico ha avuto la furbizia di mandare addirittura una lettera al giornale della Confindustria per chiedere il ricorso al Meccanismo di Economia e Finanza, scoprendo così il fianco alle critiche. Il ministro dell’Economia aveva aperto di nuovo allo strumento nei giorni scorsi in un’intervista sostenendo che il governo non aveva mai bocciato il MES. Ora la bocciatura arriva. E Repubblica spiega perché Conte è più forte:

L’Italia è la grande beneficiaria dell’accordo discusso a Bruxelles, come volevano tedeschi e francesi. Ma a prezzo di una significativa limitazione di sovranità. Il presidente del Consiglio ha infatti dovuto accettare una serie di condizionalità sull’uso dei fondi, compreso il “freno di emergenza”. In realtà, il meccanismo di controllo mira soprattutto a garantirsi contro il ritorno di una maggioranza sovranista, spendacciona e anti-euro, come era quella del primo governo Conte. Se Roma continuerà a lavorare di conserva con Bruxelles, come garantisce la presenza di Gualtieri all’Economia, l’esborso dei fondi non dovrebbe avere intoppi. Se si tornasse aibrindisi dai balconi di palazzo Chigi e del Papeete come con il Conte 1, la musica potrebbe cambiare. Ma questo, in fondo, finisce per rafforzare l’attuale Conte 2.

giuseppe conte

Leggi anche: La bozza dell’accordo sul Recovery Fund (chi vince e chi perde)

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