Paolo Ferrara vuole le farmacie pubbliche ma non dice tutti i pasticci che ha fatto il M5S Roma con Farmacap

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-19

Il capogruppo M5S in consiglio comunale riscopre le virtù di Farmacap, la municipalizzata capitolina delle farmacie. Ma mentre parla di rilancio dell’azienda evidentemente dimentica i disastri fatti dal M5S in questi ultimi due anni. E quando dice no alla privatizzazione forse non ha memoria della delibera della giunta Raggi sulla razionalizzazione delle partecipate. Che per Farmacap prevede l’ingresso dei capitali privati

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Sai che c’è? Il MoVimento 5 Stelle si è svegliato e ha deciso che le farmacie comunali devono restare pubbliche. Lo ha annunciato in un video su Twitter il capogruppo del M5S in Consiglio Comunale Paolo Ferrara dove spiega che con la mozione «si chiede non solo di non privatizzare l’azienda ma di dotarla inoltre di quadro gestionale pienamente operativo, con la nomina di un nuovo Cda». La faccenda è estremamente divertente perché al momento Farmacap – la rete di farmacie comunali di proprietà del Comune di Roma – è senza un Cda perché il M5S al suo arrivo in Campidoglio nel 2016 ha nominato un Commissario straordinario silurando la direttrice generale nominata da Ignazio Marino nel 2015.

Il M5S si è ricordato di Farmacap

Dal gennaio 2017 ad oggi Farmacap è rimasta senza un Cda, ma questo evidentemente ai pentastellati della Capitale non creava troppi problemi. Poi è successo che Angelo Stefanori, il Commissario nominato dai 5 Stelle due anni fa, si è dimesso. Non prima di essere stato rinviato a giudizio con la triplice accusa di diffamazione, calunnia e minacce nei confronti di Simona Laing, ex direttore generale dell’azienda, per averla accusata di frodi e truffe rivelatesi inesistenti.

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Insomma oggi, dopo due anni e qualche mese il MoVimento 5 Stelle se ne esce fuori con l’idea di non privatizzare l’azienda. E non solo non si è accorto che nel frattempo il dimissionario Commissario Stefanori – ma evidentemente ancora in carica – aveva inviato una mail a tutti i dipendenti di Farmacap con la quale cui disponeva la nomina di un nuovo direttore generale ad interim (Emiliano Mancini). No, Paolo Ferrara e il M5S sono «fieri di aver dato questo indirizzo politico perché come abbiamo sempre detto: nessuno deve rimanere indietro». Poco importa in fondo che quell’indirizzo politico se lo siano dati da soli. Dimenticando però quello che hanno fatto fino all’altro giorno.

Tutti i pasticci che ha fatto il M5S Roma con Farmacap

Ma il problema di Farmacap non è tanto la nomina del Cda, il vero problema è che l’azienda è sull’orlo del fallimento. Certo, lo era anche prima dell’avvento della Raggi (la società è nata nel 1997), ma proprio per questo Marino aveva nominato Stefania Laing, con  l’intenzione di risanare l’azienda per poi poterla vendere. L’intenzione dichiarata di Marino era infatti quella di far uscire gradualmente il Comune da tutte quelle attività imprenditoriali che non costituivano l’erogazione di servizi pubblici. Farmacap era uno dei tanti “carrozzoni” che il Comune di Roma foraggiava con i soldi pubblici magari in ossequio a qualche logica clientelare.

La questione però era che non solo non aveva senso che il Comune “facesse il farmacista” ma anche non era concepibile che per farlo accumulasse debiti che poi finivano per gravare sulle tasche di tutti i cittadini romani. Questo perché l’azienda non guadagnava e il suo bilancio era costantemente in rosso. Nel 2016 proprio grazie alla gestione Laing la società, che nel 2014 aveva registrato un passivo di due milioni di euro era riuscita a chiudere il bilancio un attivo di 530 mila euro. Un fatto evidentemente inconcepibile per il M5S, che infatti ha pensato bene di farla cacciare.

Paolo Ferrara si è dimenticato del piano di razionalizzazione delle partecipate?

Con la nuova direzione l’azienda ha ricominciato ad accumulare debiti, i bilanci sono tornati in rosso e i dipendenti coinvolti in indagini per gravi reati sono stati reintegrati, per la soddisfazione dei sindacati. Con la seria possibilità che la società venga venduta, ad un prezzo assai basso, come parte del piano di rientro dei debiti di Roma Capitale. E non finisce qui perché lo scorso dicembre l’assemblea capitolina (di cui fa appunto parte Ferrara) ha approvato la delibera della Giunta sulla razionalizzazione delle società partecipate di primo e secondo livello, che prevede la trasformazione societaria di Farmacap.

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Secondo i sindacati si tratta di una privatizzazione, secondo lo stesso Stefanori no. Il nuovo piano industriale per Farmacap prevede la possibilità di trasformare l’azienda in una società benefit. una forma di struttura societaria secondo i sindacati è in realtà “nuova forma di privatizzazione di importazione statunitense”.“C’è il precedente di Aboca, che ha costituito una società benefit per le farmacie comunali di Firenze, delle quali detiene l’80% delle quote” spiega Feuli della Filcams Cgil a RifDaily. “E sappiamo tutti cosa succede quando capitali privati entrano nella proprietà, in termini di riorganizzazione e di personale”. Secondo ci consiglieri comunali del Partito Democratico la delibera del 28 dicembre «anziché rilanciare e conservare la proprietà pubblica dell’azienda, così come assicurato dai cinque stelle in campagna elettorale, risulta propedeutica alla privatizzazione». Senza contare che spetterebbe proprio alla sindaca mettere fine al commissariamento e nominare un nuovo Cda.Oggi Ferrara racconta che vogliono rilanciare Farmacap. Ma in questi due anni e mezzo che hanno fatto esattamente?

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