Farmacap: l’enorme figuraccia del M5S Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-11

La procura rinvia a giudizio il commissario nominato dai grillini per calunnia e diffamazione nei confronti della direttrice generale nominata da Marino. La accusava di rubare, è finito nei guai lui

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Angelo Stefanori, il commissario straordinario di Farmacap, ieri è stato rinviato a giudizio con la triplice accusa di diffamazione, calunnia e minacce nei confronti di Simona Laing, ex direttore generale dell’azienda che gestisce le farmacie comunali. La storia di questo rinvio a giudizio, che non è una condanna, è fondamentale per riuscire a comprendere l’assoluta incompetenza con cui il MoVimento 5 Stelle sceglie i manager che devono amministrare le aziende del Campidoglio, cioè dei cittadini romani.

Il rinvio a giudizio di Stefanori per Farmacap

Stefanori, nominato dal MoVimento 5 Stelle commissario straordinario (i grillini non lo hanno ancora rimosso nonostante il rinvio a giudizio…),  ha licenziato la  Laing accusandola con una serie di denunce, di aver favorito nell’assegnazione di un appalto della municipalizzata alcune case farmaceutiche. Inoltre, sempre secondo Stefanori, la dg avrebbe apportato alcune modifiche nel bilancio di Farmacap per farlo figurare in attivo. Tra i due volano gli stracci e alla fine Stefanori dirà: «Quando vedo qualcuno che compie atti illegali, lo asfalto». E l’affermazione, agli occhi del rinvio a giudizio di oggi, non può che suonare come amaramente ironica.

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La delibera con cui Stefanori licenzia Simona Laing

Simona Laing era infatti diventata direttrice generale di Farmacap nel 2015 su input della Giunta Marino, con l’intenzione di risanare l’azienda denominata Farmacap Azienda Speciale Farmasociosanitaria Capitolina per poi poterla vendere. L’intenzione dichiarata di Marino era infatti quella di far uscire gradualmente il Comune da tutte quelle attività imprenditoriali che non costituivano l’erogazione di servizi pubblici. Farmacap era uno dei tanti “carrozzoni” che il Comune di Roma foraggiava con i soldi pubblici magari in ossequio a qualche logica clientelare. La questione però era che non solo non aveva senso che il Comune “facesse il farmacista” ma anche non era concepibile che per farlo accumulasse debiti che poi finivano per gravare sulle tasche di tutti i cittadini romani. Questo perché l’azienda non guadagnava e il suo bilancio era costantemente in rosso. Grazie all’azione di risanamento guidata dalla Laing Farmacap ha chiuso il bilancio 2016 con un attivo di 530 mila euro.

Simona Laing e le false accuse di Stefanori

A prescindere da come finirà il processo di Stefanori, è oggi appurato che le accuse di malagestione del commissario grillino nei confronti della direttrice generale nominata da Marino erano false. Nella migliore delle ipotesi, quella della buonafede, Stefanori non si è accorto che il dossier che ha preparato per i giudici conteneva accuse che non stavano in piedi, e questo ci dice tantissimo sulla sua competenza. Ma la procura non la pensa così, visto che ha chiesto il rinvio a giudizio. Le indagini non solo hanno escluso ombre di mazzette, ma hanno ricostruito incassi aziendali per 800mila euro. Anche le gare sono risultate regolari. Per il pm le denunce sono calunniose perché provengono da un«denunciante qualificato in quanto avvocato e commissario straordinario che dunque non poteva ignorare il contenuto dello statuto Farmacap per un verso e le conseguenze delle proprie accuse dall’altro».

Ma quello che stupisce in questa incredibile vicenda in cui un giustiziere va in Procura e finisce giustiziato è che il MoVimento 5 Stelle, dopo aver appoggiato Stefanori contro Laing, sia letteralmente scomparso dai radar quando le cose hanno cominciato a mettersi male. Nessuna dichiarazione in favore del commissario da quando è indagato ma nemmeno nessun atto per rimuoverlo. Non solo: una delibera della giunta capitolina del 28 dicembre avvia la razionalizzazione delle società partecipate da Roma Capitale di primo e secondo livello, tra le quali rientra anche l’azienda speciale socio-sanitaria che gestisce le farmacie comunali di Roma. Secondo i sindacati è una privatizzazione, secondo lo stesso Stefanori no. “C’è il precedente di Aboca, che ha costituito una società benefit per le farmacie comunali di Firenze, delle quali detiene l’80% delle quote” spiega Feuli della Filcams Cgil a RifDaily. “E sappiamo tutti cosa succede quando capitali privati entrano nella proprietà, in termini di riorganizzazione e di personale”. Durante un’intervista rilasciata al Messaggero chiesero a Simona Laing se si sentiva vittima dello spoil system: «No,della mediocrità», rispose.

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