Fact checking

Ma il M5S che chiede a Salvini di parlare di Savoini è lo stesso che ha bocciato la commissione d’inchiesta sul Russiagate?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-24

Oggi il MoVimento 5 Stelle chiede conto a Salvini dei suoi rapporti con Savoini. Quindici giorni fa al Parlamento Europeo votava contro la proposta di istituire una commissione d’inchiesta sul Russiagate e sulle ingerenze russe in Europa. Non è fantastico?

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Oggi il MoVimento 5 Stelle si è svegliato con la voglia di saperne di più su questa storiaccia del Metropol, di Gianluca Savoini e dei rapporti con Matteo Salvini. Il partito di Grillo e Casaleggio ha pubblicato sul suo sito ufficiale un elenco di quattro domande all’ex ministro dell’Interno in merito alla vicenda della trattativa moscovita finalizzata all’acquisto di petrolio la cui vendita avrebbe dovuto (stando all’audio di BuzzFeed e all’inchiesta dell’Espresso) finanziare la campagna elettorale della Lega per le europee.

Tutte le volte che il M5S ha aiutato Salvini a non rispondere sul caso Moscopoli

Verrebbe da dire meglio tardi che mai. Ma la situazione è meno lineare di così. Non solo perché le richieste del M5S appaiono quanto mai tardive. Quando il MoVimento era al governo con la Lega non ha mai fatto pressioni affinché l’ex ministro dell’Interno andasse a riferire in Aula. Anzi, al Senato alla fine ci andò il Presidente del Consiglio Conte, a fare da parafulmine per Salvini senza ovviamente riuscire a chiarire molto di quello che gli italiani vorrebbero sapere (al di là della presenza di Savoini alla cena in onore di Putin).

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Ci sono poi dei risvolti comici. Ad esempio la prima delle domande del #SalviniRispondi del M5S non ha alcun senso. Perché Salvini non ha mai detto di non conoscere Savoini, anzi ha sempre detto un’unica cosa: che è una persona che conosce da oltre vent’anni. Ma forse al M5S non hanno colto il senso dell’inchiesta di Report né hanno capito che la vera domanda non è se Salvini conosce Savoini ma che cosa ci facesse Savoini in Russia ogni volta che ci andava un ministro del loro governo.

Quando il M5S ha votato assieme alla Lega contro la commissione d’inchiesta europea sul Russiagate

Ma c’è un aspetto ancora più divertente di questa ritrovata passione per le domande scomode del M5S. Perché qualche giorno fa, il 10 ottobre per l’esattezza, il Parlamento Europeo ha votato riguardo la possibilità di istituire una Commissione speciale d’inchiesta sulle «ingerenze elettorali straniere e sulla disinformazione». In Aula però è passato un emendamento dove si chiedeva di eliminare dalla risoluzione poi approvata dall’Europarlamento la proposta del Partito Democratico.

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Quell’emendamento, passato con 320 voti a favore e 306 contrari, è stato votato anche dai 13 eurodeputati del M5S presenti in Aula. Il MoVimento ha votato così, assieme alla Lega, contro la proposta di istituire una commissione d’inchiesta che avrebbe indagato anche sulle vicende relative all’audio del Metropol e alle ingerenze della Russia nei processi democratici dell’Unione Europea. Ovvero esattamente quello su cui ha iniziato a fare luce la puntata di Report dell’altra sera.

Oggi quello stesso M5S che con il suo voto ha affossato la nascita di una Commissione d’Inchiesta sui rapporti tra la Lega e la Russia (ma non solo) si sveglia e inizia a fare domande a Salvini proprio sul Russiagate, su Savoini, e su tutto quello che ci gira intorno. Quindi non solo il M5S ha perso l’occasione di portare l’ex ministro in Parlamento quando era al governo, ha anche votato contro l’istituzione di una commissione d’inchiesta che poteva trovare le risposte alle domande del #SalviniRispondi. Sul perché lo abbia fatto nessuno lo sa. È invece facile intuire come mai ora voglia fare pressing sul suo ex alleato: propaganda. Semplicemente fantastica la neolaureata Paola Taverna che oggi scopre il vero motivo per cui Salvini non si presentò in Senato a riferire sull’affaire Metropol quando era al governo con il MoVimento 5 Stelle.

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