La questione dei vaccini, dal punto di vista dei cosiddetti “free-vax” che in questi ultimi tempi hanno sostituito i “no vax” viene affrontata dal punto di vista della libera scelta. Vale a dire che chi vuole vaccinare (o vaccinarsi) è libero di farlo così come chi non vuole vaccinare i propri figli – per i motivi più bizzarri – può farlo perché “dove c’è rischio ci deve essere la possibilità di scegliere”. Improvvisamente però la farraginosa logica antivaccinista dei free-vax ha cominciato a mostrare segni di cedimento dopo l’annuncio da parte della ministra della Salute Giulia Grillo di mettere in atto alcune misure pratiche per incentivare la vaccinazione anti-morbillo anche negli individui con più di sedici anni di età.
Al fine di aumentare le coperture vaccinali gli esperti del Ministero della Salute stanno lavorando ad un nuovo piano per l’eliminazione del morbillo. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe anche quella di introdurre misure di incentivazione quali ad esempio accordi con le federazioni sportive (per la vaccinazione degli atleti) e più in generale per convincere gli adolescenti a vaccinarsi contro il morbillo. L’età mediana dei 2.295 casi di morbillo registrati in Italia dall’inizio dell’anno è di 25 anni e quindi risulta che la fascia d’età 15-39 anni sia quella meno coperta (perché all’epoca non c’era l’obbligo).
Proprio come chiedono da anni i free-vax il Ministero non vuole puntare sull’obbligatorietà ma sulla persuasione e sulla raccomandazione. Un principio questo enunciato già durante la campagna elettorale dal consulente per la vaccination policy del M5S che in quella che è stata presentata come la posizione ufficiale del MoVimento sulle vaccinazioni già aveva indicato come preferenziale il percorso della raccomandazione. Coerentemente però oggi ai genitori del “no obbligo” per la “libertà di scelta” che hanno sempre detto che la raccomandazione era la strada giusta l’idea non piace affatto. Sarà che forse il problema non è l’obbligo del vaccino ma il vaccino contro il morbillo?
Ad aprire le danze è l’associazione vita al microscopio – che sostiene la ricerca di un microscopio elettronico per i coniugi Montanari – che in un post su Facebook ironizza sul “maxi piano” del Ministero con «incentivi agli 800 mila giovani dagli sconti all’università a punti regalo sulla patente». Per aumentare la copertura vaccinale il Ministero starebbe pensando a misure incentivanti che punterebbero proprio ad una facilitazione nei meccanismi collegati appunto all’accesso ai concorsi pubblici oppure al percorso universitario. Il Giorno oggi scrive che tra gli “incentivi” ci potrebbe essere anche un bonus sui punti della patente (ma non ci sono elementi per affermarlo visto che anche Demicheli parla di offerta vaccinale per le matricole universitarie e non per i neopatentati).
A quanto pare nemmeno quell’adesione volontaria va bene. Perché – spiegano – significa che lo Stato ha venduto i cittadini alle case farmaceutiche. Non esistono i vaccini gratis, dicono i free-vax, esistono i cittadini-merce. Ed è vero che non esistono i vaccini gratis, visto che li paga il Servizio Sanitario Nazionale. D’altra parte è noto che alle case farmaceutiche convenga di più vendere le cure per le malattie che possono essere prevenute con i vaccini che i vaccini stessi.
Per i duri e puri dell’antivaccinismo però si tratta di un tradimento da parte del MoVimento 5 Stelle. Il tutto anche se il M5S aveva ben chiarito prima del voto di essere a favore della massima copertura vaccinale possibile. Questa copertura non si raggiunge con i post su Facebook ma mettendo in atto procedure volte ad incentivare o ad obbligare le persone a vaccinarsi. Dal momento che i “free-vax” ci hanno fatto una testa così contro l’obbligo non rimane che un’alternativa: raccomandare la vaccinazione.