Il lodo Conte

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-25

Come un anonimo professore è diventato indispensabile alla politica italiana. E soprattutto perché

article-post

Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti nella telefonata con Luigi Di Maio ha ribadito il no a un Conte bis, per i motivi che aveva già spiegato al leader M5s. Secondo quanto riferiscono fonti della segreteria Dem Zingaretti avrebbe espresso “malessere” per gli “ultimatum” da parte di M5s. Le fonti riferiscono che “si lavora comunque a una soluzione”.

Il lodo Conte

Dall’altra parte della barricata per il MoVimento 5 Stelle “la lealtà a Giuseppe Conte non si discute, a lui riconosciamo le grandissime capacità dimostrate da Premier, dire di no a Conte per trovare altri nomi figli di strategie politiche, significa indebolire il Paese. Non vorremmo che fosse una scusa per tornare al voto. In tal caso Zingaretti e i suoi devono essere chiari”. Anzi, di più: secondo quanto si apprende da fonti qualificate, il capo politico del Movimento 5 Stelle avrebbe rilanciato al leader dem il nome di Giuseppe Conte come premier: “tutto il M5s è leale a Giuseppe Conte ed e’ l’unico nome per la presidenza del Consiglio”.

giuseppe conte

E intanto la Lega parte all’attacco: Claudio Borghi lo accusa di aver ricevuto una pacca sulla spalla da Emmanuel Macron, il che vuol dire tutto nell’immaginario di chi rischia di rimanere con il cerino acceso in mano. Ma come è potuto accadere? Cosa ha fatto Giuseppe Conte per diventare da un momento all’altro indispensabile alla politica italiana?

No Conte, no party

È molto semplicemente accaduto che senza Conte probabilmente il MoVimento 5 Stelle si troverebbe a prendere uno schiaffo su Rousseau per il governo con il PD. Mentre gli influencer grillini fanno persino girare false citazioni di Casaleggio per convincere gli attivisti ad ingoiare il rospo Zingaretti, i maggiorenti del partito a 5 Stelle si sono accorti che l’80-90% dei grillini non vuole il patto con il PD e preferirebbe un ritorno con la Lega. Ma nel frattempo gli eletti hanno detto sì all’apertura del forno con il Partito Democratico e non hanno alcuna intenzione di tornare indietro. La maggioranza schiacciante dell’assemblea degli eletti ha detto sì al PD; la maggioranza schiacciante degli iscritti ha detto no al PD. Ecco perché il nome di Conte diventa determinante.

giuseppe brescia

Perché i capi del M5S sono intimamente convinti che soltanto l’ex premier del governo Lega-M5S potrebbe ribaltare il voto su Rousseau. E il più convinto di tutti è proprio Beppe Grillo, che oggi è tornato a sviolinare in nome suo:  ‘Saluto con grande piacere il Professor Giuseppe Conte, lo abbiamo visto attraversare una foresta di dubbi e preoccupazioni maldestre, faziose e manierate, che ha saputo superare grazie a dei requisiti fondamentali per la carica che è destinato a ricoprire: la tenuta psicologica e l’eleganza nei modi…’.

Il destino di Conte: da burattino a indispensabile

Una situazione spiegata anche dal tesoriere M5S Sergio Battelli oggi in un’intervista al Secolo XIX: “Non amo il Pd, così come ero scettico sulla Lega. Ma abbiamo il 34% dei seggi, non siamo autonomi. Con la Lega il metodo del contratto stava funzionando, prima che Salvini impazzisse. Si può provare anche con il Pd ma partendo dai temi e con Conte come garante”.

citazione casaleggio governo pd

Per questo Conte è diventato all’improvviso indispensabile alla politica italiana. O per lo meno al MoVimento 5 Stelle. Che farebbe cadere il nome soltanto se dovesse tornare a trattare con la Lega e dopo il fallimento certificato del tentativo con il Partito Democratico. Ma a quel punto sì che Conte sarebbe fuori gioco: perché Salvini ha offerto a Di Maio Palazzo Chigi. E lì non c’è sentimento che tenga.

Leggi anche: La guerra sporca di troll e fake contro il governo PD-M5S

Potrebbe interessarti anche