Il doppio standard di Salvini sugli insulti alle donne: ok contro la Azzolina, sbagliati contro la Borgonzoni

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-30

Anche oggi la premiata ditta Matteo Salvini e Luca Morisi ha tirato fuori dal cappello un post che ha scatenato il sessismo dei fan del Capitano. Il tutto ovviamente senza sporcarsi troppo le mani: il lavoro sporco lo fa la Bestia, così Salvini può lamentarsi del presunto sessismo di Sala nei confronti di Lucia Borgonzoni

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Sembra ieri che Matteo Salvini se la prendeva per la «mancanza di rispetto per un avversario e per una donna» nei confronti di Lucia Borgonzoni. Un momento: era ieri. Il 29 dicembre infatti il leader della Lega era offesissimo per quello che il sindaco di Milano Beppe Sala aveva detto sulla sua candidata alla presidenza della regione Emilia-Romagna. Che aveva detto Sala? Che la Borgonzoni «non sa da che parte è girata» visto che non sa nemmeno con quali regioni confina l’Emilia-Romagna.

Quell’imprevedibile voglia di sessismo dei fani di Salvini

Anche la Borgonzoni si era offesa, e con lei molti leghisti indignati a comando per le parole (decisamente innocue) di Sala. La senatrice della Lega ha scritto su Facebook che se quello che è stato detto dal sindaco di Milano nei suoi confronti «fosse stato detto di una donna di sinistra, l’avrebbero già dichiarata martire!». Nemmeno quattro ore dopo Salvini pubblicava questo suggestivo post su Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione designata del governo Conte 2.

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«Ottima scelta» scrive Salvini a commento di una frase della Azzolina riportata così: «al concorso per presidi sarebbe bello se l’orale fosse anonimo» che ovviamente non ha alcun senso se non quello di provocare le prevedibili battute e insulti a sfondo sessista di chi paragona l’esame orale ad una fellatio. E questo effetto Salvini e il social merda manager della sua pagina difficile lo potessero ignorare. Non solo perché si tratta di reazioni scontate ma perché ci sono numerosi  esempi simili proprio sulla pagina del leader della Lega. Anche perché la frase è stata leggermente modificata in modo da far concentrare l’attenzione sulla neoministra che vuole “l’orale anonimo”.

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Fonte: L’Espresso del 2/6/2019

Ma in realtà Lucia Azzolina non ha mai “proposto” una cosa del genere. In un’intervista all’Espresso del 2 giugno scorso rispondendo alla domanda sul concorso per preside “Lei crede che sia opportuno politicamente partecipare a un concorso pubblico da membro della commissione istruzione?” l’allora deputata e membro della VII Commissione cultura, ricerca ed istruzione di Montecitorio rispose «Sarebbe bello se l’orale fosse anonimo, perché la verità è che dovrò studiare il doppio rispetto agli altri. E questo non le nascondo che mi crea molta ansia». In pratica l’onorevole si stava difendendo dalle critiche di chi aveva detto che la sua partecipazione al concorso era poco opportuna dicendo che il suo essere personaggio pubblico non era un vantaggio ma uno svantaggio.

Commenti sessisti del sovranista-tipo

Nel merito della questione la si può pensare come si vuole (alla fine Azzolina il concorso lo ha superato) ma questo non significa che le battuttine a sfondo sessista siano giustificate. Perché per come Salvini ha riportato la frase sembra che la Azzolina sia una che ritiene che un esame orale debba essere anonimo (cosa ovviamente non vera) e visto che un completo anonimato è impossibile, dal momento che l’orale si svolge di fronte ad una commissione, allora questa “proposta strampalata” diventa la giustificazione per l’insulto. L’errore è doppio: da una parte si distorce una dichiarazione, per far dire alla Azzolina qualcosa che non voleva assolutamente dire (e non ha detto) e dall’altra la si usa come fionda per lanciare le sassate della Bestia.

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Manipolazione della realtà e ammiccamento ai bassi istinti dell’elettorato. Il risultato è che i commenti sono tutti di un certo tipo, ovviamente. Si va dalle più becere allusioni a sfondo sessuale alle considerazioni sulle abilità della ministra fino a quelle di chi dice che per essere arrivata a quel punto «ha fatto molti “lavoretti” e ha soddisfatto molte persone». E no, non sta parlando del curriculum.

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Non manca nemmeno quell’italico leone da tastier che già che c’è ne approfitta per gettare un po’ di merda anche su un’altra donna, la deputata del M5S Giulia Sarti vittima di un indegno slut shaming quando vennero diffuse sul Web centinaia di mail private tra cui alcune sue foto intime.

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Il fatto che la “battuta”, o meglio l’insulto, sia stato ripetuto centinaia di volte non ferma coloro che continuano a giocare sull’ambivalenza dell’orale per proporre nuove e sconvolgenti iterazioni del sessismo in salsa sovranista. Quella che sfoggia tutta la sua cultura politica e la sua capacità di fare allusioni parlando di Monica Lewinsky o il grande esperto di fellatio dall’umorismo più pecoreccio che riprendendo la frase sugli orali anonimi scrive «forse gli orali che ha fatto lei erano anonimi visto che stare in ginocchio e guardare in su il viso si vede poco».

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Tra i commenti più “votati” e premiati dai seguaci di Salvini spunta anche quello di un esponente delle forze dell’ordine. Si tratta di un uomo della Polizia di Stato che nel 2012, quando era assistente capo, era salito agli onori delle cronache per la storia dei buoni sentimenti della vecchina ladra di caramelle e che da una sommaria analisi del suo profilo Facebook risulta essere molto impegnato nelle attività del SAP, il Sindacato Autonomo di Polizia. Il nostro valoroso poliziotto scrive: «Ma dov’è la scuola di reclutamento dei 5s che sforna queste “perle di saggezza?”…sul lungomare di BAIA Domizia?». Per quei pochi che non lo sapessero Baia Domizia, così come altri paesi della Domiziana come Castel Volturno è tristemente famosa per essere una delle arterie della prostituzione a cielo aperto nonché di altre forme di criminalità.

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Come detto, non è il solo. Sono tanti che fanno finta di non capire e di cadere nell’equivoco o che si lasciando andare ad insulti sessisti. Per Salvini questo genere di post e di commenti è la norma. E senza dubbio la scelta di quella frase, manipolata il giusto da essere più ammiccante è stata il fattore scatentante di tanto odio. Com’è che diceva Salvini quando difendeva Lucia Borgonzoni dal proditorio e vergognoso attacco di Beppe Sala? «Mancanza di rispetto per un avversario e per una donna». Ecco, evidentemente c’è chi può e chi non può. E chi può ha la Bestia al suo comando.

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