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Di Maio vuole votare l’8 luglio

neXtQuotidiano 07/05/2018

Il capo politico del M5S ha dato il via alla campagna elettorale su Facebook, chiedendo le urne a luglio. E chiudendo a ogni ipotesi di governo tecnico

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In una diretta Facebook nella quale appariva piuttosto nervoso, Luigi Di Maio ha preso atto poco fa dell’impossibilità di costruire un’alleanza con la Lega e ha detto che “da questo momento” il MoVimento 5 Stelle “torna in campagna elettorale”, dando come data buona per le elezioni l’8 luglio.

Di Maio vuole votare l’8 luglio

Ieri Di Maio aveva lanciato l’ultima proposta alla Lega che però oggi il centrodestra ha ufficialmente rifiutato chiedendo l’incarico di governo per Matteo Salvini. “Deciderà il presidente della Repubblica, ma per noi si può andare a votare da subito e noi da oggi ci mettiamo in campagna elettorale a raccontare questi due mesi di bugie e di cinismo”, ha detto il capo politico del M5S, indicando la prima data utile come quella dell’8 luglio. “Il 40% è a portata di mano”, ha aggiunto e “andremo a governare da soli”. La conseguenza della mossa di Di Maio è la chiusura al governo tecnico o del presidente che Mattarella stava cominciando a preparare: senza i voti o l’astensione della Lega e del MoVimento 5 Stelle sarà impossibile per l’esecutivo raggiungere i numeri necessari per ottenere la fiducia.

governo m5s pd 1

Le maggioranze possibili (La Repubblica, 6 marzo)

Il progetto del presidente potrebbe però prevedere un nuovo governo anche senza fiducia, che rimanga in carica per gli affari correnti. Questo era anche l’obiettivo del centrodestra. C’è da segnalare che almeno Di Maio ha capito che sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, votare a giugno.

Salvini e il governo dei voltagabbana

 Di Maio ha anche accusato Salvini di volere un governo “dei traditori”: “Oggi quello che il centrodestra chiede è un governo dei voltagabbana, della compravendita dei parlamentari, dei traditori del mandato elettorale. Ancora una volta una scelta degli interessi interni alle forze poltiche, una scelta delle questioni di coalizioni finte nate solo per la campagna elettorale e nessuna premura per la stabilita’ del paese, sono le conseguenze del cinismo elettorale che pagheranno in termini elettorali”.

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E sui risultati? “Dopotutto eravamo al 29 – dice Di Maio – e siamo arrivati al 33, adesso ci danno al 35” dunque il “40 è a portata di mano: andiamo a governare da soli. Noi ce l’abbiamo messa tutta per dare un governo al Paese, adesso la parola deve tornare a voi”.

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