Il cortocircuito a 5 Stelle su Luigi Di Maio in Mercedes

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-15

Le elezioni politiche non sono una cosa seria, ecco perché: oppositori di Di Maio criticano il leader pentastellato perché guida una Mercedes (a noleggio) mentre feroci critici del maglione di Agnese Renzi difendono la scelta del Capo Politico al grido di “coi suoi soldi può fare quello che gli pare”

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Ieri Luigi Di Maio ha pubblicato un video durante la tappa di trasferimento dal Piemonte alla Val D’Aosta del suo Rally Elettorale. Il breve video è un omaggio ad Orietta Berti che qualche giorno fa ha fatto sapere di sostenere la corsa di Di Maio e dei 5 Stelle verso Palazzo Chigi. Molti hanno preso di mira il MoVimento 5 Stelle perché Di Maio – che non è mai stato troppo francescano in fatto di trasferte – è alla guida di una Mercedes. Non si tratta di una lussuosa berlina ma di un più modesto (relativamente parlando) van della casa automobilistica tedesca che lo Staff ha noleggiato per il tour di Di Maio.

Che strano, quelli indignati per Luigi Di Maio in Mercedes non sono grillini

Qualcuno però non ha gradito che Di Maio se ne vada in giro per l’Italia a bordo di una vettura marchiata Mercedes. Troppo poco italiana? No, troppo costosa. Tra i primi a criticare l’ex movimento popolare che ora viaggia in Mercedes è stato il quotidiano di CasaPound, il Primato Nazionale, che “spiega” che la scelta del mezzo è un chiaro segno che il M5S è ormai pro-establishment. Ed è davvero da ingenui pensare che il fatto di guidare una Mercedes a noleggio sia il dettaglio rivelatore della svolta del M5S.
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Perché in questi ultimi mesi ci sono state svolte ben più clamorose che hanno fatto capire a tutti (ma forse non a CasaPound) che il M5S a caccia di voti per governare è più simile alla vecchia Democrazia Cristiana che al MoVimento del “vaffanculo”.
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Non ci vuole poi molto per risalire alla targa del van e grazie a quella scoprire che la macchina non è di Di Maio ma che si tratta di un mezzo da dare in locazione a terzi senza conducente. In fondo Di Maio a H-Farm ha fatto un giro su una Tesla Model X che costa decisamente di più di una Mercedes. E non si può certo pretendere che il candidato alla Presidenza del Consiglio vada in giro su uno scooter come un Di Battista qualsiasi.
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Molti si sono riversati sul profilo Twitter di Di Maio per rinfacciargli di aver comprato l’auto “con i soldi degli italiani” e quindi implicitamente di non avere alcun diritto a guidare una macchina così costosa.

L’inversione dei ruoli: i grillini difendono Di Maio spiegando che “con i suoi soldi può fare quello che gli pare

Non mancano ovviamente i difensori d’ufficio del MoVimento invece hanno preso subito le difese del loro candidato. «Se guadagna e se la compra con i suoi soldi, perché non dovrebbe prendersela?» risponde uno di loro. E non ci sarebbe davvero nulla di male se non fosse che per anni ci siamo dovuti subire la retorica pauperista del M5S sul fatto che gli eletti sono “nostri dipendenti”. Perché non serve andare molto indietro nel tempo per leggere le gustose polemiche a 5 Stelle sulla “ricchezza” sfoggiata dai membri della casta.
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Qualcuno ricorderà forse le raccapriccianti polemiche pentastellate sul maglione di Agnese Landini. All’epoca nessun simpatizzante del 5 Stelle disse che la moglie di Renzi poteva indossare quello che voleva a patto che lo avesse pagato con i suoi soldi. Ovviamente la signora Renzi lo aveva pagato con i suoi soldi, ma essendo che il marito prendeva lo stipendio dallo Stato i cittadini honesti si sentirono in dovere di mettere in discussione l’acquisto, quasi che lo avessero pagato loro.
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Se non altro la moglie di Renzi, al contrario di Di Maio, un lavoro vero ce l’ha. L’unico reddito di Di Maio proviene dallo stipendio da parlamentare. Ci sono poi motivazioni più profonde: ad esempio il fatto che Di Maio e il 5 Stelle parlano sempre della dittatura commerciale tedesca. Ma sono dettagli di poco conto. Quello che è interessante notare è invece un’inversione dei ruoli. Quelli che mesi fa magari si trovavano a difendere il maglione di Agnese Renzi oggi attaccano Di Maio con le stesse argomentazioni pretestuose. I pentastellati invece utilizzano le stesse giustificazioni usate da chi difendeva Agnese Landini per difendere Di Maio e l’eventuale acquisto (ma in realtà è un noleggio) della Mercedes. Gli altri, quelli per i quali il maglione era troppo costoso sono improvvisamente spariti. Che siano rimasti chiusi dentro l’altra associazione MoVimento 5 Stelle?
EDIT: Dallo staff comunicazione del M5S riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione:

“Il van Mercedes che si vede nelle immagini è stato preso a noleggio per la durata della campagna elettorale. Il costo viene coperto dalle piccole donazioni dei sostenitori: al momento sono stati raccolti oltre 330.000 euro, con una media di 30 euro a donatore. Luigi Di Maio non ha auto blu, nonostante gli spetterebbe in quanto vicepresidente della Camera, non ha scorta e alcun autista, come si può dedurre dal video stesso. E’ così che gira l’Italia. Lo staff comunicazione del MoVimento 5 Stelle”.

 
 

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